Mary Karr Il club dei bugiardi

Scritto da: Paola Romagnoli
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È chiaro sin dalle prime righe del romanzo autobiografico Il Club dei bugiardi della statunitense Mary Karr (edito da Bur) che ad attendere il lettore è la sinuosità di un dramma. Eppure ad emergere e conquistare in quest’infanzia anni Sessanta sul suolo del Texas è il bisogno d’amore inseguito da Mary, bambina dalla consapevolezza precoce e con gli occhi puntati su genitori che, comunque sia, si vorrebbe assolvere. Una madre rapita dall’alcol e dalla disillusione e un padre perlopiù fuori casa; ma anche una madre che inonda le stanze delle note sensuali della Carmen quando è di buon umore, e un padre che chiama la figlia “trappolina” ed emana un “odore come di quercia tagliata di fresco”. Tutti pronti a riunirsi sul gigantesco letto matrimoniale per bizzarri picnic domestici. C’è la coscienza di esser ‘diversi’, anche a tratti sfortunati, ma via via che il mosaico della narrazione si completa si fa evidente quel che l’autrice stessa annuncia nell’introduzione: “Il Club dei Bugiardi è nato come lettera d’amore alla mia tutto-meno-che-perfetta famiglia”. E ci si abbandona, così, grati, a “una di quelle vecchie storie che t’infiammano e ti liberano, quelle vere”.