il cervello di chi legge

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«Azzarderei [una tesi]: il cervello di una persona che nel corso della sua vita ha letto in media un romanzo al mese è diverso da quello di chi non ha allenato allo stesso modo la propria capacità di immedesimazione, preferendo assimilare dati di fatto. I romanzi sono realtà parallele: entrare in essi e accompagnare nel tempo i personaggi che li animano insegna delle abilità essenziali anche nella vita “reale”, per esempio saper analizzare e giudicare situazioni e opinioni degli altri come di se stessi. Il romanzo è una scuola d’eccelenza per conoscere l’essere umano». Così scrive Stefan Bollmann Continua a leggere »