riscriviamo la solitudine dei numeri primi?

Una lettrice ha recensito su questo blog La solitudine dei numeri primi, celeberrimo libro (e ora anche film) di Paolo Giordano, all’epoca 27enne fisico e scrittore esordiente. È un romanzo che si beve come un bicchier d’acqua, e si dimentica con la stessa facilità. I personaggi sono un guizzo, un lampo di intuizione, ma spessore zero. Quando l’ho letto ho pensato: bravo l’editor che ha scelto il titolo – ormai è cosa risaputa chi l’ha scelto e quanto abbia contato, quel titolo, per scalare la classifica. E il secondo pensiero è stato: bandiamo un concorso? Scrivi un romanzo intitolato “La solitudine dei numeri primi”.


Paolo Giordano La solitudine dei numeri primi

Scritto da: Alessandra D’Ottone

Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi (Mondadori, 2008, € 18,00). «I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci». La solitudine dei numeri primi è il primo romanzo del giovane fisico torinese Paolo Giordano e ha vantato sin dall’esordio un sinergico consenso tra  pubblico e critica (è stato, infatti, l’incontrastato vincitore del Premio Strega 2008). Questo romanzo, appartenente al genere “di formazione”, racconta la storia di Alice e Mattia, entrambi torinesi (sebbene sia sostanzialmente taciuto ogni riferimento topografico), le cui vite vengono gravemente segnate da vicende accadute nella loro infanzia. Continua a leggere »