Loris Zecchini Il secondo tempo della mia vita

Scritto da: Paola M.

Loris Zecchini, Il secondo tempo della mia vita (Manni, 2010, € 13,00). Spesso la vita ci porta lontano, i compagni d’infanzia – col passare degli anni – tendono inevitabilmente ad imboccare strade diverse, col rischio di ritrovarsi poi senza riconoscersi, di sentirsi come meteore, incompresi nella genialità (o nella follia, in base al punto di vista personale).
Ed è ciò che succede alle due protagoniste di questo libro, sorelle gemelle, cui gli eventi, la sofferenza, la banalità delle loro vite piatte e delle ambizioni represse, le porta alla separazione definitiva, alla scoperta di l’un l’altra.
In un irrefrenabile crescendo di pazzia e illogicità, il romanzo si srotola limpido per offrire al lettore un noir a tutti gli effetti, leggero e perfido, accattivante e curioso. La sottile sfumatura del passaggio – nell’esistenza di una delle due sorelle – da monotona normalità a calcolata follia omicida non si percepisce: ciò rende ancor più coinvolgente il racconto, spinge inarrestabilmente alla lettura fino all’ultima pagina, finché la curiosità dell’intrigo non trova sazietà. Ed è piacevole scoprire di avere tra le mani un buon libro, uno di quelli che meriterebbero di più se solo l’editoria italiana, spesso elitaria, ed il mercato favorevole solo al nome famoso fossero più elastici nell’osare, nel dare una possibilità anche a quegli autori bravi, purtroppo sconosciuti…
Pur conoscendo personalmente l’autore, ho cercato di essere il più obiettiva possibile: ammetto di essermi trovata in difficoltà perché spesso – quando si tratta di dare un giudizio su un lavoro di cui si conosce l’artefice – si tende ad esaltarne i pregi. Ho letto pertanto Il secondo tempo della mia vita con occhio critico, cercando di non far prevalere il mio favore verso lo scrittore, di analizzare trama e sintassi così come avrebbe fatto a scuola una maestra d’italiano. Ed è sulle basi di queste considerazioni che sono felice di potervi consigliare la lettura dell’ultimo romanzo di L. Zecchini, per poter rendere partecipi anche voi di una storia meritevole di sottile ordinaria follia.