nella testa di un obeso
(Amélie Nothomb Una forma di vita)

Tempo di lettura: 2 minuti

Pochi scrittori come Amélie Nothomb hanno un pubblico di fan fedelissimi, che lei non delude pubblicando un romanzo ogni anno, e con cui intrattiene regolare corrispondenza, scritta a mano di proprio pugno. Ma di Amélie Nothomb voglio parlare a chi non l’ha mai letta e potrebbe innamorarsi della sua verve, del suo acume e della sua ironia. Una forma di vita (Voland, 2011, traduzione di Monica Capuani, € 14,00) è nato da un trafiletto su un giornale: raccontava che molti soldati americani in Iraq diventano obesi. Tanto è bastato perché Amélie restasse “incinta” (come dice lei stessa Continua a leggere »


uscita di sicurezza
(Amélie Nothomb Une forme de vie)

Scritto da: Marco
Amélie Nothomb, Une forme de vie (Albin Michel, € 15,90). Ho visto il libro in bella mostra in una delle tante librerie francesi, uscito da un paio di settimane e già in testa alle classifiche. Ero tentato di non comprarlo perché era una di quelle edizioni cicciottelle alla best seller americano a cui invece preferisco le edizioni economiche. Stesso contenuto, ma dimensioni ridotte: ho sempre idea che il libro sia migliore quando è più raccolto.  Alla fine però l’ho sfogliato e l’incipit del libro mi ha subito preso. È la storia di una corrispondenza tra l’autrice e un soldato americano in Iraq, Continua a leggere »

mentire aiuta a mutare? forse
(Amélie Nothomb Causa di forza maggiore)

Scritto da: Stefano Iacus

Amélie Nothomb, Causa di forza maggiore (Voland, 2009, € 14,00). È un piccolo, frizzante e divertente libro che mi ha attratto per la magnifica copertina francese (parzialmente riprodotta nelal versione italiana). Due uomini ad una festa si scambiano opinioni su quanto sia sconveniente che qualcuno muoia in casa tua. Uno dei due sostiene che se chiami la polizia sei subito tra i sospettati, meglio chiamare un taxi prima che arrivi il rigor mortis e farsi portare in ospedale assieme all’amico “molto malato”. Arrivati al pronto soccorso un medico constaterà il decesso in presenza di testimoni. Per Baptiste un tale comportamento è assurdo: “cosa c’è di male? Io chiamerei subito la polizia”, dice. Sta di fatto che il giorno successivo uno sconosciuto bussa alla sua porta trafelato e chiede di poter fare una telefonata ma non appena dall’altra parte della cornetta rispondono, il malcapitato, colto da infarto, muore! Ed è qui che parte il racconto. Baptiste non chiama la polizia ma si scambia i documenti con lo sconosciuto e si impossessa della sua identità lasciando che la polizia trovi il “suo” cadavere e si lancia in una nuova vita. Va a casa dello sconosciuto e viene accolto dalla moglie, ignara vedova, che si nutre solo di bollicine di champagne e non ha nome, ma si fa chiamare con il nome preferito dall’interlocutore. Il resto è spassoso e da leggere. Baptiste, pezzo dopo pezzo, perde (o si libera de) il suo passato ma con sollievo, prende una nuova identità e si scorda della sua molto velocemente.
Benché intriso di elementi surreali la Nothomb abilmente inzuppa il racconto di verosimilie, così che rimane fino all’ultima pagina il sapore di “be’, potrebbe anche accadere”. In fondo siamo tutti tendenti al mutamento, e a volte mentire aiuta a liberarsi del passato.


pronuncia giapponese
(Amélie Nothomb Stupore e tremori)

Tempo di lettura: 30 secondi

Amélie Nothomb, Stupore e tremori (Guanda, 2006, € 7,50). «Mi vide ed esclamò: “Amélie-san!”. Lo disse in quel modo giapponese formidabile che consiste nel confermare l’esistenza di una persona lanciando nell’aria il suo nome» (pag. 110). Mi viene in mente una collega che non ha mai perdonato i suoi per averla chiamata come il fratello, solo una “a” di differenza. Conosco persone che nemmeno si chiamano, per nome. Soprannomi distratti. Cognomi distanzianti. Nomignoli che etichettano. Epiteti che distolgono. O nomi abbaiati che prendono la forma di un rimprovero. Com’è bello quel -san da attaccare per riguardo. Ricordo come mia nonna diceva Francesca: lo lanciava nell’aria e col tono ci attaccava un sorriso. Voglio esercitarmi in pronuncia di nomi alla giapponese. Continua a leggere »