a letto con… il Reader

26 dicembre 2010
Tempo di lettura: 4 minuti

Ho ricevuto in regalo un Reader della Sony e dopo un pomeriggio ad aprire account su librerie on line e a scaricare ebook (qualcuno gratis, qualcuno a pagamento), me lo sono portato a letto. È lì che amo leggere. Piego in due il cuscino e mi stendo, la posizione è collaudata. Il Reader è grande come un tascabile, anche se l’area leggibile è un po’ più piccola; però puoi settarla delle dimensioni che preferisci e quella giusta per te la trovi senz’altro. La prima cosa che noto è che lui è un po’ freddo; metto un lembo di coperta tra il suo bordo metallico e la mia mano, ma immagino che in estate mi piacerà così. La lampada sul comodino deve essere accesa, il Reader non ha illuminazione, se c’è luce lo leggi, se è buio no, come un libro, e penso che questo risparmierà i miei occhi provati da troppe ore al computer. Ho scaricato gratis da feedbooks.com Wuthering Heigths, ovvero Cime tempestose di Emily Bronte, uno dei miei romanzi preferiti, sono secoli che vorrei rileggerlo in inglese. E qui scopro il primo vero grandioso vantaggio di un reader: bastano due colpetti sulla parola che non conosci Continua a leggere »

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se tutte le donne, se tutti gli uomini

10 dicembre 2010
Elenco delle cose che renderebbero migliori le donne, se tutte le donne le mettessero in pratica. Smettere di sentirsi non abbastanza belle.Smettere di sentirsi troppo belle. Considerare lo sguardo di un uomo uno sguardo, non un premio. Tra gli amori mettere al primo posto l’amor proprio. Non scambiare un uomo per una scorciatoia. Prima di fare lo sgambetto a una donna immaginare di essere lei. Dopo aver fatto lo sgambetto a una donna immaginare di essere lei. Accettare l’idea che se un marito tradisce non è colpa di quella che l’ha sedotto. Leggere le poesie di Pablo Neruda per riconciliarsi col genere maschile. Leggere le poesie di Anna Achmatova per riconciliarsi con se stesse. Smettere di pensare che tra due impegni se ne può sempre infilare un terzo. Parlare di sesso e di amore con le figlie. Parlare di sesso e di amore con i figli. Sentirsi madri riuscite se i figli se ne vanno. Chiedere un aumento quando si sa di meritarlo. Conservare la certezza di meritarlo anche se è stato rifiutato. Far lavare a lui i piatti anche se riduce la cucina a un pantano. Spiegare alle figlie e ai figli che la vita non è un casting. Uscire con le amiche. Preferire la solitudine alla compagnia di un uomo che umilia. Dire: no, grazie. Dire: non sono in vendita.

Dire: non sono uno spazio pubblicitario libero. spegnere la tv se mostra donne inutilmente nude. A chi dice che in Italia è tutto uno schifo rispondere: io sono italiana e non sono uno schifo. Di chi vuol sempre trovare un risvolto meschino nelle cose buone, pensare che è un’insicura. Se si riceve un torto, non tacere. Se si riceve un torto, scacciare il dubbio di meritarselo. Se si prova ostilità verso altre donne domandarsi: perché mi fanno paura? Usare ironia anche con chi non la capisce. Amare e rispettare gli uomini perché ci permettono di sentirci veramente noi. Amare e rispettare le altre donne perché senza di loro non possiamo essere veramente noi.

Elenco delle cose che renderebbero migliori gli uomini, se tutti gli uomini le mettessero in pratica. Smettere di sentirsi non abbastanza potenti. Smettere di sentirsi troppo potenti. Considerare la scollatura di una donna una scollatura, non un’offerta. Tra gli amori mettere al primo posto l’amor proprio. Non scambiare una donna per un trofeo. Prima di umiliare una donna immaginare di essere lei. Dopo aver umiliato una donna immaginare di essere lei. Accettare l’idea che se una moglie tradisce non è perché è una puttana. Smettere di invidiare gli uomini che esibiscono molte conquiste. Leggere le poesie di Pablo Neruda per imparare a parlare alle donne. Leggere le poesie di Anna Achmatova per capire cosa sentono le donne. Smettere di credere che se si ha un impegno non se ne possa prendere un altro. Parlare di sesso e di amore con le figlie. Parlare di sesso e di amore con i figli. Sentirsi padri riusciti se i figli hanno rispetto di entrambi i genitori. Smettere di cercare una donna che li ami come la mamma da piccoli. Accettare l’idea che il lavoro non finisce fuori casa: c’è anche quello dentro casa. Lavare i piatti senza ridurre la cucina a un pantano.Spiegare alle figlie e ai figli che la vita non è un casting. Uscire con gli amici. Preferire la solitudine alla compagnia di una donna a pagamento. Preferire la solitudine alla compagnia di una donna costretta a far loro compagnia. Dire: no, grazie. Dire: mi piacerebbe. Dire: non venderti, io non ti compro. Dire: la tua minigonna è provocante ma io non raccolgo le provocazioni. Spegnere la tv se mostra donne inutilmente nude. A chi dice che in Italia è tutto uno schifo rispondere: io sono italiano e non sono uno schifo. Degli uomini che esibiscono molte donne pensare: sono deboli. Se si prova fastidio o aggressività per una donna domandarsi: perché mi fa paura? Usare ironia anche con chi non la capisce. Amare e rispettare le donne perché è questo che rende uomini. Emarginare gli uomini che non amano e non rispettano le donne, perché senza di loro ci saranno uomini migliori.
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un libro ci salverà

3 dicembre 2010

Roma, 30 novembre 2010: manifestazione degli studenti contro la riforma Gelmini. Mentre la polizia tira i lacrimogeni, il corteo avanza facendosi scudo di simboliche copertine di libri, Don Chisciotte di Cervantes, Satyricon di Petronio, Moby Dick di Melville, L’isola di Arturo di Elsa Morante, Gomorra di Saviano, Cent’anni di solitudine di Márquez, Ragazzi di vita di Pasolini, Il Principe di Machiavelli, Tropico del cancro di Henry Miller, Una donna spezzata di Simone de Beauvoir, Mille piani di Deleuze… Una raccolta di titoli che credevamo dei nostri tempi e invece sono anche la biblioteca del cuore di questi ragazzi. Una biblioteca-trincea, in questa forma di protesta che ho trovato così bella. Come dire: un libro ci salverà. Ma lo crediamo tutti?

La foto è di Remo Casilli (Reuters / Contrasto)

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fra le righe
(Ermanno Bencivenga Parole in gioco)

3 dicembre 2010
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Ermanno Bencivenga è un filosofo, insegna in California, ha scritto saggi di logica, di filosofia del linguaggio, e qui raccoglie capitoletti che sono come i guizzi di un pesce che si diverte a saltare dentro e fuori dall’acqua. Da Parole in gioco – il linguaggio stralunato della filosofia (Mondadori, 2010, € 9,00) vi riporto questo brano, a mio avviso bellissimo. Dopo vi racconterò perché. «Il significato si legge fra le righe. Non il significato ovvio, banale, quello che c’è sul dizionario. “Cane” vuol dire cane, “porta” vuol dire porta e, Continua a leggere »

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un papà a impatto zero

1 dicembre 2010
Tempo di lettura: 4 minuti

Un gruppo di ricercatori americani ha stabilito che ogni cosa ha una scadenza: tre mesi lo spazzolino da denti, tre anni lo shampoo, otto il materasso, uno il cuscino. Nell’era in cui la spazzatura ci sommerge e in India e Africa i bambini giocano tra i resti dei nostri computer, l’esito dello studio è inquietante. Sono cresciuta in una famiglia in cui buttare era sacrilegio. Mia madre si vantava di cucinare “alla Lavoisier”, dal chimico francese che nel Settecento enunciò più o meno questa legge: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Lei trasformava ogni avanzo in un piatto anche più sfizioso dell’originale. Mentre mio padre trasformava qualsiasi cosa si rompesse in una cosa che si poteva usare ancora. Alla fine degli anni Settanta l’auto di famiglia era una Mini Minor di terza mano; motore perfetto, solo la carrozzeria dava segni di fatica. Un giorno papà offrì un passaggio al suo capo, e quello sedendosi si ritrovò con un piede sull’asfalto, ma lui mica si arrese: ripavimentò la Mini con una tapparella usata. Accettò di darle l’estremo saluto solo dopo che un vigile aveva fermato la mamma per dirle che le usciva un ombrello dalla fiancata. Non era la necessità di risparmiare, Continua a leggere »

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Francia, via i voti alle elementari:
l’appello di Daniel Pennac (io sono d’accordo)

20 novembre 2010
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In Francia circola un appello: togliamo i voti alle elementari. Già firmato da varie personalità della politica e della cultura, ha tra i promotori più entusiasti Daniel Pennac, scrittore, per 27 anni insegnante e vero somaro nei suoi anni di scuola. L’ossessione della classifica, del numero, crea una forte pressione scolastica, spiegano i sostenitori di questa piccola rivoluzione francese. A giugno mio figlio ha portato a casa la pagella di seconda elementare: tutti 10. Sua sorella, in prima, ha preso tutti 9. In realtà i loro risultati sono uguali, perché il consiglio di interclasse delle prime aveva accolto la novità ministeriale dei voti decidendo di dare come massimo 9, mentre il consiglio di interclasse delle seconde aveva deciso di usare i numeri fino al 10. Sono passati mesi da quella pagella, e mia figlia, se le chiedono come va a scuola, risponde Continua a leggere »

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tante scarpe, tante donne

13 novembre 2010
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Scarpe! a cura di Ilaria Danieli e Rosa Chiesa (Rizzoli, 2010, € 19,90): 544 pagine di modelli dagli anni ’40 a oggi, con commenti, date, stilisti, curiosità. È uno di quei libri che si sfogliano, si risfogliano e poi da capo. Credo che non esista una donna capace di guardarlo con indifferenza. Per spiegare la passione femminile per le scarpe in genere si scomodano le categorie della seduzione, e questo lo trovo davvero riduttivo. Qualche tempo fa un’amica in crisi, che comprava compulsivamente tacchi sopra i 12 centimetri, mi ha confessato: non riesco a stare nella realtà, mi sento distaccata da tutto e da tutti, se potessi volerei via; sembrava volerlo fare materialmente, scollandosi da terra. Questo mi ha fatto pensare una volta di più che nei pur ragionevoli elenchi di motivi per cui le donne amano le scarpe, ne manca sempre uno Continua a leggere »

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c’era una volta La grande enciclopedia della donna (e perché dell’uomo no?)

12 novembre 2010
Tempo di lettura: 4 minuti

È arrivato in libreria un estratto della Grande enciclopedia della Donna pubblicata a fascicoli dal 1962 al 1966. Dedicata a fidanzate, spose e madri, era un rosario di consigli prêt à porter («nei luoghi pubblici la donna di buon gusto sarà sempre ordinata»), pillole di autocritica («se la donna al volante è spesso maldestra, ha però una scusante: essa guida in condizioni psicologiche di inferiorità») e concessioni alla modernità («non è più sconveniente che una signora entri da sola in un bar, purché mantenga un contegno appropriato»). Di quell’opera ciclopica Rizzoli pubblica la versione libretto, un “come eravamo” con più ironia che nostalgia. L’idea può divertire quanto lasciare indifferenti, ma accende una domanda: perché qualcuno, 40 anni fa, si è preso la briga di vivisezionare e catalogare il mondo femminile, nonché di compilare 3.200 pagine di regole per discipliarlo, ma nessuno, né prima né dopo, si è prestato ad analoga opera per l’universo maschile? Continua a leggere »

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pillole per il lunedì

8 novembre 2010

Ho scoperto un blog di racconti brevi, uno, due minuti al massimo, nato con un nobile scopo: risollevare l’umore del giorno più lunatico della settimana. Si chiama Lunastorta non a caso. Li leggi (un racconto nuovo ogni lunedì) e ti portano via per un attimo, c’è sempre un guizzo che ti impedisce di smettere prima dell’ultima riga, e dopo ti sembra di aver respirato un po’. Uno dei miei preferiti comincia così: il bello di quel paese erano i nomi dei taxi. Il lunedì è dura per tutti, almeno per tutti quelli che la domenica riposano. Io di lunedì mi sento come una tenda alla fine della vacanza, la smonti, la pieghi e non rientra mai nella custodia. Continua a leggere »

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che libri leggevi di nascosto?
costruiamo La Biblioteca dei Libri Clandestini

7 novembre 2010

Ieri ho raccontato che da piccola leggevo, nascosta in solaio, Signorinette di Wanda Bontà, un romanzetto assolutamente casto, grondante buoni sentimenti, ma che mia nonna, chissà perché, giudicava inadatto a una bambina. Ora Adele mi scrive raccontando che da piccole lei e sua cugina leggevano di nascosto Gli anni in fiore della signorina Brodie di Muriel Spark, e non ricorda cosa avesse di così piccante… Una cosa è certa, i divieti hanno reso indimenticabili quelle letture. E allora ho pensato perché non creiamo La Biblioteca dei Libri Clandestini ? Ovvero tutti i romanzi che abbiamo letto di nascosto. Vi va di aiutarmi? Cliccate su commenta, aspetto i vostri amarcord!

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