26 dicembre 2010
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Ho ricevuto in regalo un Reader della Sony e dopo un pomeriggio ad aprire account su librerie on line e a scaricare ebook (qualcuno gratis, qualcuno a pagamento), me lo sono portato a letto. È lì che amo leggere. Piego in due il cuscino e mi stendo, la posizione è collaudata. Il Reader è grande come un tascabile, anche se l’area leggibile è un po’ più piccola; però puoi settarla delle dimensioni che preferisci e quella giusta per te la trovi senz’altro. La prima cosa che noto è che lui è un po’ freddo; metto un lembo di coperta tra il suo bordo metallico e la mia mano, ma immagino che in estate mi piacerà così. La lampada sul comodino deve essere accesa, il Reader non ha illuminazione, se c’è luce lo leggi, se è buio no, come un libro, e penso che questo risparmierà i miei occhi provati da troppe ore al computer. Ho scaricato gratis da feedbooks.com Wuthering Heigths, ovvero Cime tempestose di Emily Bronte, uno dei miei romanzi preferiti, sono secoli che vorrei rileggerlo in inglese. E qui scopro il primo vero grandioso vantaggio di un reader: bastano due colpetti sulla parola che non conosci Continua a leggere »
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3 dicembre 2010
Roma, 30 novembre 2010: manifestazione degli studenti contro la riforma Gelmini. Mentre la polizia tira i lacrimogeni, il corteo avanza facendosi scudo di simboliche copertine di libri, Don Chisciotte di Cervantes, Satyricon di Petronio, Moby Dick di Melville, L’isola di Arturo di Elsa Morante, Gomorra di Saviano, Cent’anni di solitudine di Márquez, Ragazzi di vita di Pasolini, Il Principe di Machiavelli, Tropico del cancro di Henry Miller, Una donna spezzata di Simone de Beauvoir, Mille piani di Deleuze… Una raccolta di titoli che credevamo dei nostri tempi e invece sono anche la biblioteca del cuore di questi ragazzi. Una biblioteca-trincea, in questa forma di protesta che ho trovato così bella. Come dire: un libro ci salverà. Ma lo crediamo tutti?
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3 dicembre 2010
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Ermanno Bencivenga è un filosofo, insegna in California, ha scritto saggi di logica, di filosofia del linguaggio, e qui raccoglie capitoletti che sono come i guizzi di un pesce che si diverte a saltare dentro e fuori dall’acqua. Da Parole in gioco – il linguaggio stralunato della filosofia (Mondadori, 2010, € 9,00) vi riporto questo brano, a mio avviso bellissimo. Dopo vi racconterò perché. «Il significato si legge fra le righe. Non il significato ovvio, banale, quello che c’è sul dizionario. “Cane” vuol dire cane, “porta” vuol dire porta e, Continua a leggere »
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1 dicembre 2010
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Un gruppo di ricercatori americani ha stabilito che ogni cosa ha una scadenza: tre mesi lo spazzolino da denti, tre anni lo shampoo, otto il materasso, uno il cuscino. Nell’era in cui la spazzatura ci sommerge e in India e Africa i bambini giocano tra i resti dei nostri computer, l’esito dello studio è inquietante. Sono cresciuta in una famiglia in cui buttare era sacrilegio. Mia madre si vantava di cucinare “alla Lavoisier”, dal chimico francese che nel Settecento enunciò più o meno questa legge: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Lei trasformava ogni avanzo in un piatto anche più sfizioso dell’originale. Mentre mio padre trasformava qualsiasi cosa si rompesse in una cosa che si poteva usare ancora. Alla fine degli anni Settanta l’auto di famiglia era una Mini Minor di terza mano; motore perfetto, solo la carrozzeria dava segni di fatica. Un giorno papà offrì un passaggio al suo capo, e quello sedendosi si ritrovò con un piede sull’asfalto, ma lui mica si arrese: ripavimentò la Mini con una tapparella usata. Accettò di darle l’estremo saluto solo dopo che un vigile aveva fermato la mamma per dirle che le usciva un ombrello dalla fiancata. Non era la necessità di risparmiare, Continua a leggere »
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20 novembre 2010
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In Francia circola un appello: togliamo i voti alle elementari. Già firmato da varie personalità della politica e della cultura, ha tra i promotori più entusiasti Daniel Pennac, scrittore, per 27 anni insegnante e vero somaro nei suoi anni di scuola. L’ossessione della classifica, del numero, crea una forte pressione scolastica, spiegano i sostenitori di questa piccola rivoluzione francese. A giugno mio figlio ha portato a casa la pagella di seconda elementare: tutti 10. Sua sorella, in prima, ha preso tutti 9. In realtà i loro risultati sono uguali, perché il consiglio di interclasse delle prime aveva accolto la novità ministeriale dei voti decidendo di dare come massimo 9, mentre il consiglio di interclasse delle seconde aveva deciso di usare i numeri fino al 10. Sono passati mesi da quella pagella, e mia figlia, se le chiedono come va a scuola, risponde Continua a leggere »
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13 novembre 2010
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Scarpe! a cura di Ilaria Danieli e Rosa Chiesa (Rizzoli, 2010, € 19,90): 544 pagine di modelli dagli anni ’40 a oggi, con commenti, date, stilisti, curiosità. È uno di quei libri che si sfogliano, si risfogliano e poi da capo. Credo che non esista una donna capace di guardarlo con indifferenza. Per spiegare la passione femminile per le scarpe in genere si scomodano le categorie della seduzione, e questo lo trovo davvero riduttivo. Qualche tempo fa un’amica in crisi, che comprava compulsivamente tacchi sopra i 12 centimetri, mi ha confessato: non riesco a stare nella realtà, mi sento distaccata da tutto e da tutti, se potessi volerei via; sembrava volerlo fare materialmente, scollandosi da terra. Questo mi ha fatto pensare una volta di più che nei pur ragionevoli elenchi di motivi per cui le donne amano le scarpe, ne manca sempre uno Continua a leggere »
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12 novembre 2010
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È arrivato in libreria un estratto della Grande enciclopedia della Donna pubblicata a fascicoli dal 1962 al 1966. Dedicata a fidanzate, spose e madri, era un rosario di consigli prêt à porter («nei luoghi pubblici la donna di buon gusto sarà sempre ordinata»), pillole di autocritica («se la donna al volante è spesso maldestra, ha però una scusante: essa guida in condizioni psicologiche di inferiorità») e concessioni alla modernità («non è più sconveniente che una signora entri da sola in un bar, purché mantenga un contegno appropriato»). Di quell’opera ciclopica Rizzoli pubblica la versione libretto, un “come eravamo” con più ironia che nostalgia. L’idea può divertire quanto lasciare indifferenti, ma accende una domanda: perché qualcuno, 40 anni fa, si è preso la briga di vivisezionare e catalogare il mondo femminile, nonché di compilare 3.200 pagine di regole per discipliarlo, ma nessuno, né prima né dopo, si è prestato ad analoga opera per l’universo maschile? Continua a leggere »
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8 novembre 2010
Ho scoperto un blog di racconti brevi, uno, due minuti al massimo, nato con un nobile scopo: risollevare l’umore del giorno più lunatico della settimana. Si chiama Lunastorta non a caso. Li leggi (un racconto nuovo ogni lunedì) e ti portano via per un attimo, c’è sempre un guizzo che ti impedisce di smettere prima dell’ultima riga, e dopo ti sembra di aver respirato un po’. Uno dei miei preferiti comincia così: il bello di quel paese erano i nomi dei taxi. Il lunedì è dura per tutti, almeno per tutti quelli che la domenica riposano. Io di lunedì mi sento come una tenda alla fine della vacanza, la smonti, la pieghi e non rientra mai nella custodia. Continua a leggere »
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7 novembre 2010
Ieri ho raccontato che da piccola leggevo, nascosta in solaio, Signorinette di Wanda Bontà, un romanzetto assolutamente casto, grondante buoni sentimenti, ma che mia nonna, chissà perché, giudicava inadatto a una bambina. Ora Adele mi scrive raccontando che da piccole lei e sua cugina leggevano di nascosto Gli anni in fiore della signorina Brodie di Muriel Spark, e non ricorda cosa avesse di così piccante… Una cosa è certa, i divieti hanno reso indimenticabili quelle letture. E allora ho pensato perché non creiamo La Biblioteca dei Libri Clandestini ? Ovvero tutti i romanzi che abbiamo letto di nascosto. Vi va di aiutarmi? Cliccate su commenta, aspetto i vostri amarcord!
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