mal di cemento e le foto di Bas Princen

17 settembre 2011

Non so se sia una malattia diffusa. Ho il mal di cemento. Non sopporto veder costruire a sproposito. Per quanto mi riguarda è più spesso a sproposito che a proposito. A Milano tirano su palazzi dentro ai cortili di altri palazzi, d’epoca e bellissimi. Ovviamente non li fanno simili ai vecchi, li fanno moderni, di pessima fattura, pessimo gusto e pessimi materiali. Continua a leggere »

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amare è volere o essere voluti?

28 luglio 2011

Durante un viaggio di lavoro, un famoso scrittore con un matrimonio stanco e una figlia di otto anni incontra una hostess e si innamora. Inizia a frequentarla di nascosto, finché la moglie non li scopre. Pazza di gelosia, la moglie si dibatte fra il tentativo di riprendersi il marito e il desiderio di assecondare l’orgoglio ferito: Continua a leggere »

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cronaca di un incendio di mezza estate

22 luglio 2011

Non avrei mai immaginato di chiamare i Vigili del Fuoco e sentirmi dire: Ci dispiace, gli uomini sono tutti impegnati con altri incendi. 21 luglio 2011, Salento, provincia di Lecce, comune di Corsano, marina di Funnuvojere, Italia. La strada scende verso un mare “piscinale” sotto scogli lunari. Penultimo giorno di vacanza, tardo pomeriggio, piccolo dramma a lieto fine, se si tralascia un pezzo di collina che resterà nera per chissà quanto; Continua a leggere »

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da Jane Austen alle donne
di “Se non ora quando?”

10 luglio 2011

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Una delle ragioni per cui ho sempre amato Jane Austen è che soddisfa due esigenze antitetiche, le concilia in un particolare e quasi paradossale gioco di ribaltamenti. Mi spiego. Leggendo i suoi romanzi (purtroppo troppo pochi) si appaga il gusto – confessiamolo – molto femminile per le storie romantiche e la conversazione arguta e seduttiva, e contemporaneamente si è indotti a sentire (non semplicemente capire: proprio sentire) che la miglior femminilità è quella che sa immergersi in questi romanticismi conservando una riserva mentale salvifica, una indipendenza di pensiero e di critica. Questo avviene, per fare solo un esempio e il più noto, grazie a donne magnifiche come Elizabeth Bennet di Orgoglio e pregiudizio: Continua a leggere »

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il confine tra noi e la nostra fame di gratificazioni
(Todd Buchholz Rush)

29 giugno 2011

Negli Stati Uniti Todd Buchholz, economista ed ex consigliere della Casa Bianca, ha appena pubblicato un libro che teorizza il superlavoro: i molti impegni, le tensioni sarebbero un’ottima cura alla moderna ansia di vita. Rush: Why you need and love the rat race. Io ho cominciato un paio d’anni fa. Prima il Pilates due mattine a settimana; Continua a leggere »

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il Giappone e i ciliegi in fiore

24 marzo 2011
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Sulla spiaggia di Enoshima un cartello mostra un’onda stilizzata, ricorda quella dipinta da Hokusai; terremoto = tsunami, c’è scritto, e una freccia dice di correre verso il punto più alto. Il 4 gennaio con un cielo azzurro primavera è difficile cogliere il senso di quell’avviso. Sugli scogli la gente è in gita, sopra le teste è tutto un volo, da noi sarebbero gabbiani, qui sono falchi. Una famiglia raccoglie granchi per cena, i giapponesi mangiano tutto quel che si muove nel mare. L’ho visto al mercato del pesce di Tokyo, un infinito catalogo di creature ignote alle nostre pescherie. La ferocia con cui ogni animale è sfilettato vivo mi atterrisce, non so conciliarla con le ciotoline da casa delle bambole in cui verrà servito con leggiadro senso estetico. Del resto come si concilia la violenza dei samurai e il loro vanto nella cerimonia del tè? Continua a leggere »

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la serratura del signor B.

28 febbraio 2011
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Il portone del mio palazzo è dotato di una serratura elettrica automatica: devi essere rapido a passare dalla porta perché, pochi secondi dopo che hai premuto il bottone o girato la chiave, si richiude da sola. Suggerita dal signor B. e approvata a maggioranza dai condomini, ci tutela nel caso in cui qualche buontempone schiacci il pulsante pur non dovendo uscire. Purtroppo, come spesso capita ai congegni sofisticati, è delicata. Soffre l’umido. Ogni volta che piove, non si apre. Puoi premere il tasto con le più serie intenzioni, lei resta serrata. Se la perturbazione atmosferica si prolunga, a furia di imprecazioni e strattoni, capita che ceda, ma a quel punto non vuole più richiudersi. Così nella brutta stagione il nostro portone o non si apre o non sta chiuso. In materia di sicurezza ognuno ha le sue idee: rischiereste più volentieri l’ingresso di estranei o l’impossibilità di fuga in caso d’incendio? E cos’è una porta: una barriera per tenere fuori chi è indesiderato o un passaggio da cui entrare e far entrare? Continua a leggere »

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perché i miei figli non leggono?

23 febbraio 2011
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Stasera ho finito di leggere ai miei bambini quello che loro chiamano Harry Potter 6, ovvero Harry Potter e il Principe Mezzosangue (Salani). Prima leggiamo il libro, poi vediamo il film, che loro trovano pazzescamente bello ma al confronto con la lettura è ben scialba cosa. Da quando ho iniziato a leggere per loro la sera, non c’è minaccia più efficace che quella di non farlo: funziona  meglio del classico niente tv. La metto in pratica in casi gravissimi, privarmi di quel momento è una punizione soprattutto per me. Ho cominciato che lui aveva 5 anni e lei 3 e mezzo, Io la giraffa e il pellicano di Roald Dahl (Salani) è stato il nostro primo libro insieme, Continua a leggere »

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l’invisibile dottor B.

27 gennaio 2011
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Una domenica di gennaio dell’anno scorso mia figlia si sveglia con un occhio gonfio e rosso che non si apre. Corriamo al pronto soccorso. Nel giro di sei ore è visitata da tre medici di specialità diverse, fa una tac, riceve una diagnosi, viene ricoverata e inizia la terapia in un reparto pediatrico dove ogni mamma ha una brandina per la notte e dottori e infermieri sono bravissimi a trattare con i bambini. Il secondo giorno di ricovero mi viene offerta una stanza singola. Dei parenti medici l’hanno chiesta a mia insaputa, o forse è stata offerta per il semplice fatto che avessi dei parenti medici. Sento le infermiere mormorare infastidite, iniziano a guardarmi di traverso, Continua a leggere »

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essere fiore

25 gennaio 2011
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[1927, Alma, mia nonna, a 5 anni nella sua prima foto. Aveva paura che la camera la catturasse lasciandola per sempre incollata su quel cartoncino].

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Il giorno del funerale di suo padre, lei aveva già perso l’abitudine a uscire di casa: da anni un figlio malato l’aveva inchiodata alla villa di famiglia. Infilato il cappotto, si accorse di non avere pronta una borsetta; rovistò nell’armadio, prese la meno malandata e la imbottì di fogli di giornale, tra le risa mie e di mia sorella: «Cosa c’è da ridere, sciocche! Non posso mica portarla vuota». Si diede due pizzicotti sulle guance, surrogato del fard ai tempi di guerra, e fu pronta. Era abituata ai funerali, la nonna Alma. Prima un bambino nato morto. Poi il marito: se n’era andato che lei non aveva 50 anni, lasciandole quattro figli e una montagna di lettere spedite dalle petroliere su cui aveva navigato per tutto il loro matrimonio. Infine i genitori, accuditi fino a  una vecchiaia centenaria. Forse per questo, ora che il funerale era per lei, la nonna era così bella. Diritta nella bara come nella vita, Continua a leggere »

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