un libro ci salverà
Roma, 30 novembre 2010: manifestazione degli studenti contro la riforma Gelmini. Mentre la polizia tira i lacrimogeni, il corteo avanza facendosi scudo di simboliche copertine di libri, Don Chisciotte di Cervantes, Satyricon di Petronio, Moby Dick di Melville, L’isola di Arturo di Elsa Morante, Gomorra di Saviano, Cent’anni di solitudine di Márquez, Ragazzi di vita di Pasolini, Il Principe di Machiavelli, Tropico del cancro di Henry Miller, Una donna spezzata di Simone de Beauvoir, Mille piani di Deleuze… Una raccolta di titoli che credevamo dei nostri tempi e invece sono anche la biblioteca del cuore di questi ragazzi. Una biblioteca-trincea, in questa forma di protesta che ho trovato così bella. Come dire: un libro ci salverà. Ma lo crediamo tutti?
La foto è di Remo Casilli (Reuters / Contrasto)
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Tags: protesta studenti, riforma Gelmini, scuola, università
No, non lo crediamo tutti. Molti credono che un libro li sconfiggerà! Lo crede chi cerca di convincere l’opinione pubblica che i soldi per la scuola siano buttati via. Chi sostiene che gli insegnanti siano perdigiorno mantenuti dallo Stato.
Chi crede che sia una perdita di tempo dedicare tempo allo studio, che sia la scuola dell’obbligo o la ricerca universitaria.
Io invece credo che fare l’insegnante in questo momento in Italia sia frustrante, e che farlo bene sia eroico. Forse se fossimo tutti più abituati ad aprire un libro avremmo più mezzi per farci un opinione. E “Lucignolo” non riuscirebbe a portarci così facilmente nel Paese dei Balocchi.
È per questo che i libri sono importanti. Cominciando con l’abbecedario per non finire mai.