crescere vuol dire abbandonare
(Ester Armanino Storia naturale di una famiglia)

7 giugno 2011
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Ci sono due ragioni per cui questo libro mi ha incuriosita. La prima è che è scritto da una 28enne genovese di professione architetto. La seconda è l’insetto di copertina, legato a un filo rosso – e chi mi segue sa che ho un debole per gli insetti. Sono proprio gli insetti il filo metaforico che cuce le pagine del romanzo, fortemente sospetto di autobiografismo, ma ce ne fossero di autobiografisti così! Ester Armanino ha una scrittura molto particolare, poetica, evocativa e insieme capace di rompere ogni schema: salta da un’immagine a un’emozione come una cavalletta in un percorso che trova il senso se ti abbandoni e lo segui fiducioso. La fiducia è ripagata. Storia naturale di una famiglia (Einaudi, 2011, € 16,50) è un libro intelligente, è l’analisi scientifica di una famiglia infelice, e infelice a modo suo. Bianca è una bambina e poi un’adolescente appassionata al mondo degli insetti e capace di usarlo come similitudine espressiva: le amanti del padre, fedifrago impenitente, sono come mantidi che depongono le uova sulla tazzina del caffè; le formiche sotto il tavolo di cucina sono presagio della famiglia che si sta scomponendo in schegge inconciliabili; la crisalide che si spacca per sprigionare la farlalla è sua madre, che dopo un matrimonio infelice, lasciata dal marito, trova la forza di rinascere proprio nell’abbandono. «Crescere vuol dire abbandonare», dice la mamma di Bianca, e Bianca ne è terrorizzata, il padre che se ne va di casa la lascia in una solitudine devastante che congela il suo sbocciare di adolescente; la morte con cui deve confrontarsi troppo giovane sancisce l’abbandono definitivo, supremo. Ma proprio da lì parte la metamorfosi, la nuova vita, radicalmente diversa. Abbandonare ciò che si era per diventare ciò che si è.

Il romanzo finisce con ottimismo e rilancio. Quel che resta è la commozione per la storia di una famiglia specifica, unica, ma potrebbe essercene qualsiasi altra al suo posto. E ho trovato molto realistica e piena di dolcezza la descrizione del rapporto fra Bianca e suo fratello Andrea, di poco maggiore di lei. Forse perché mi ha ricordato i miei figli, e la solidarietà che spero non perdano.

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Scritto da: Francesca Magni

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(Ester Armanino Storia naturale di una famiglia)”


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