Kerstin Gier In verità è meglio mentire
Scritto da: Susy
Kerstin Gier In verità è meglio mentire (Corbaccio, 2012, traduzione di Leonella Basiglini, € 12,90, pp. 217). Carolin ha un quoziente di intelligenza altissimo: tre lauree, una passione smodata per i numeri ed una capacità innata di fare calcoli anche molto complessi, un calcolatore elettronico nel cervello, ma non è tutto: una invidiabile abilità con le lingue straniere e talento musicale! Un piccolo genio tanto da meritarsi fin da bambina il nomignolo di “Alberta Einstein”. Un solo piccolo neo: Carolin non pare molto portata per i rapporti umani, diciamo che ha una obiettiva difficoltà ad instaurare legami. Non ha una amica del cuore, fatta eccezione per Mimi, la sorella, e la mamma che si vanta di essere la sua migliore amica. Ma Mimì è la sorella, mamma è mamma. L’amica del cuore è un’altra cosa e Carolin ne è perfettamente consapevole. Come è consapevole che la sua bravura, la sua intelligenza, sono qualcosa che più spesso allontana le persone piuttosto che avvicinarle. Le persone non la apprezzano per quello che è, la vorrebbero diversa ed anche Carolin, spesso, vorrebbe essere diversa: magari più “normale”, non una Alberta Einstein! Ecco perchè quando incontra Leo, bellissimo, ricco,un tantino snob ma decisamente perfetto, Carolin decide che non farà nulla che possa rovinare questa relazione.
In cima alla sua lista di cose da “non fare” c’è sicuramente rivelare che è un piccolo genio, che riesce in tutto quello che fa senza apparente fatica, che è intelligente, fin troppo intelligente! E la tattica pare funzionare, almeno fino a che Carolin non viene invitata dal suo perfetto fidanzato ad una perfetta festa di famiglia dove conosce la perfetta madre di Leo (terribilmente snob e stronza…), le perfette sorelle di Leo (stronze pure loro), il viscido zio Thomas attaccatto ai soldi come la cozza è strenuamente attaccata allo scoglio e soprattutto incontra Karl, il suocero, il fedifrago padre di Leo che ha lasciato la madre, che vive in Spagna e che apparentemente se ne frega della famiglia e dei suoi figli.
Da qui in poi la vicenda si complica, non ho intenzione di rivelarvi come…
Dirò solo che In verità è meglio mentire parla di un lutto, di un grande amore, di una eredità contesa. Il tutto raccontato con grande ironia. Difficile pensare che un libro che parla di un lutto possa essere divertente. Eppure lo è: spassoso. Del resto in seconda di copertina riporta “Il miglior antidoto contro la luna storta” e garantisco che lo è.
Carino, divertente. Da leggere quando avete bisogno di guardare la parte piena del bicchiere, di pensare che non tutto il male viene per nuocere e che c’è sempre un altro punto di vista da considerare anche quando il mondo intero sembra franarci sotto ai piedi. E quando avete bisogno di un sorriso!
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Tags: Corbaccio, In verità è meglio mentire, Kerstin Gier
Per pura coincidenza (o forse no?) il giorno stesso in cui ho letto la tua recensione ho trovato questo libro sugli scaffali della mia biblioteca comunale, ovviamente l’ho preso in prestito. Sono arrivata a metà del libro e per il momento mi sto divertendo, prima di commentare oltre aspetto di finirlo ma posso dire subito che trovo assolutamente originali e interessanti gli incipit dei capitoli; anzi, alcuni me li sto trascrivendo in un quadernetto a parte per poterli rileggere in altre occasioni.
Con i libri non esistono coincidenze, solo magie
Hai ragione Manuela, ogni capitolo si apre con una citazione dal sapore di aforima. La mia preferita è «Alcuni, per trovare il cuore, prima devono perdere la testa» Friedrich Nietzsche
Anche io le ho diligentemente annotate sulla mia Moleskine!!!
…Ops… nella mia Moleskine!!!
Beh allora cara Francesca siamo telepatiche perchè la frase di Nietzsche è anche una delle mie preferite! E di volata ho letto l’ultima metà. Confermo quello che ho già scritto però vorrei far notare che intelligenza dell’animo e cultura intellettuale non sempre vanno di pari passo, e la nostra protagonista (simpaticamente pasticciona) di cultura letteraria, universitaria, ecc. ne ha a bizzeffe ma l’intelligenza che viene dalla mente e dal cuore la dimostra solo alla fine del libro.
Verissimo quello che dici! La dimensione intellettuale è necessaria ma non sufficiente a farci persone degne di questo nome. C’è un’intelligenza del cuore che può essere negata a chi pure vanta crediti d’intelletto