Rachel Hore La figlia del decoratore

8 agosto 2012
Scritto da: Sara

Ho appena finito di leggere La figlia del decoratore di Rachel Hore (Corbaccio, 2010, traduzione di M. Frassi, pp. 421, € 18,60). È il primo libro che leggo di questa autrice e spero di poter leggere presto gli altri romanzi pubblicati in Italia. La storia è incentrata fondamentalmente su due protagoniste femminili, Fran e Laura. Fran è la voce narrante, colei che una sera, seduta alla scrivania del padre, decide di iniziare a scrivere tutta la sua storia; Laura è una giovane ragazza che visse in epoca vittoriana e che viene riscoperta da Fran tramite il ritrovamento del suo diario, scritto più di un secolo prima.
Costretta a tornare a casa improvvisamente dall’aggravarsi delle condizioni di salute del padre, Fran, giovane e talentuosa musicista, si ritrova di colpo a dover combattere nuovamente con tutte  le sfide che la vita nel quartiere in cui è nata le pone davanti e che aveva deciso di scansare viaggiando con le orchestre in giro per il mondo. Coraggiosamente riapre Minster Glass, la bottega in cui si fabbricano vetrate istoriate e preziosi oggetti in vetro decorato, situata a Greycoat Square, vicino a Westminster, e di proprietà della sua famiglia da più di due secoli. Così ritrova Zac, il taciturno e riservato assistente del padre, e Jo, una compagna di scuola che non vedeva da anni; conosce Amber, una ragazzina tanto misteriosa quanto appassionata, e Ben, affascinante organista dal carattere controverso. Il padre, che vive in uno stato di incoscienza a seguito di un ictus, rappresenta per Fran il grande enigma della sua vita: uomo schivo e talvolta duro negli atteggiamen
ti e nelle espressioni, è stato l’unico genitore per Fran, che ha perso la madre a soli due anni. Da sempre lei desidera sapere qualcosa in più su chi fosse sua madre, ma nessuno le racconta nulla; anzi, cercare di dimenticare sembra l’unica possibilità, ma questa nuova situazione obbliga in un certo senso Fran a fare i conti con il passato, per sapere finalmente non solo chi fosse sua madre, ma anche chi sia veramente suo padre. Il restauro di un’antica vetrata andata in frantumi e il ritrovamento del diario di Laura, poi, intrecciano la storia presente con quella passata in modo coinvolgente e trascinano il lettore nella lettura. La trama è appassionante e lo stile scorrevole. E’ un bel libro di narrativa che consiglio quando si ha voglia di leggere per evadere dalla vita di tutti i giorni. Io l’ho apprezzato anche per la sua ambientazione spazio-temporale: Londra è uno dei luoghi che amo ritrovare nei libri, perché le descrizioni delle sue vie, dei giardin
i e del tipico clima piovoso mi fanno sempre pensare a un posto in cui desidererei vivere; inoltre mi è piaciuto saltellare tra passato e presente, tra la storia contemporanea di Fran e quella vittoriana di Laura. Ogni capitolo è introdotto da piccole citazioni che hanno sempre lo stesso soggetto, ma non voglio svelare quale! Unica pecca: l’edizione che ho acquistato ha parecchi refusi e qualche errore di ortografia, ma forse in edizione Corbaccio (l’editore presso cui è uscito il libro originariamente, prima di passare in edizione tascabile) non si ritrovano.

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