Gabriel García Márquez Dell’amore e di altri demoni
Scritto da: Sara
“E senza lasciare tempo al panico si liberò della materia torbida che gli impediva di vivere. Le confessò che non passava un istante senza pensare a lei, che tutto quanto mangiava e beveva aveva il sapore di lei, che la vita era lei a ogni ora e ovunque, come solo Dio aveva il diritto e il potere di esserlo, e che il godimento supremo del suo cuore sarebbe stato morire con lei.” Come potete immaginarvi, se avete già letto qualche altra recensione scritta da me, questa frase sicuramente non appartiene a un romanzo rosa, genere a cui non sono molto appassionata! Lo scorso mese ho letto un libro che mi ha fatto riavvicinare a uno scrittore di cui sapevo pochissimo e la recensione che scrissi cominciava con una citazione dal romanzo. Ora, visto che l’autore è lo stesso, ho deciso di cominciare questa nuova recensione allo stesso modo. A qualcuno è venuto in mente di aver già letto queste frasi? Bellissime, come quelle del precedente romanzo. Appartengono a Dell’amore e di altri demoni di Gabriel García Márquez (Oscar Mondadori, € 8,40, pp. 131). In questo breve romanzo ci si ritrova rituffati in un mondo tanto reale quanto strano e sconclusionato. Partendo da una vicenda realmente accaduta all’autore, si ricostruisce la storia di Sierva María, una ragazzina dodicenne che viene fatta rinchiudere in convento dal padre, il marchese di Casalduero, perché si credeva fosse posseduta dal demonio, in seguito al morso di un cane rabbioso. In realtà il morso del cane probabilmente non fu così profondo da trasmettere la malattia a Sierva María, ma i comportamenti “particolari” della ragazza (che, a seguito del rifiuto ricevuto da parte dei genitori, per anni aveva vissuto assieme alla schiavitù domestica, apprendendone i diletti africani e i riti pagani yoruba) e la sua folta chioma rossa, destavano troppi sospetti nella mentalità bigotta ed estremamente ignorante di persone “pilotate” esclusivamente dai precetti della Santa Inquisizione.
Durante il periodo di permanenza in convento a Sierva María viene assegnato un esorcista, un sacerdote che con le preghiere e con i riti appropriati doveva allontanare i demoni che sconvolgevano il suo corpo e la sua mente. Entra così nella storia Cayetano Delaura. Il giovane prete, già dal primo incontro con Sierva María, capisce che lei non è posseduta da nessun demone: è semplicemente una ragazzina spaventata, maltrattata da tutte le persone che la circondano e schiava di volontà maggiori che la sovrastano e che non capisce. Tra i due nasce una contrastata amicizia, che poi sfocerà in una relazione sentimentale segreta ed alquanto tormentata. Cayetano Delaura si innamora perdutamente di Sierva María, nutre per lei un amore che sa di non poter provare, un sentimento così forte che lo fa pensare all’amore stesso come a un demone, un’altra creatura del diavolo che entra nell’anima delle persone, fino a far loro del male.
E, a pensarci bene, l’amore non corrisposto, ad esempio, non potrebbe diventare una specie di “demone” per chi non vuole rinunciare? Con la fantasia si continua a costruire un mondo mentale che invece lo contempla, creando una realtà parallela che permette una sorta di doppia vita e, per alcuni istanti, consente di allontanarsi dalla realtà vera, agendo, quindi, come quelli che anticamente venivano definiti demoni.
Il romanzo è in sé per sé unico: lo stile di Gabriel García Márquez mi affascina sempre più e lo trovo semplicemente perfetto, in tutte le stranezze, gli accostamenti impossibili e i flashback che a una prima lettura confondono il lettore, ma poi fanno combaciare tutti i pezzi come nel più preciso dei puzzle. Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che la sua narrazione appartiene alla corrente definita “realismo magico”. Al di là di tutti i dettagli tecnici, però, credo che la magia più grande sia quella di possedere una fantasia così possente e doti narrative così spiccate da ammaliare il lettore trasmettendo sensazioni talmente forti e uniche da trascinarlo veramente in altra dimensione, in un altro mondo. Pur parlando di un sentimento di cui si disquisisce da secoli.
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Tags: Dell’amore e di altri demoni, Gabriel García Márquez, Mondadori
E’ un bellissimo libro d’amore! mai, però, come ‘L’amore al tempo del colera’, che ti consiglio vivamente di leggere( non potrà non piacerti ); il linguaggio, poi, è speciale, ci si chiede come Marquez possa giocare con le parole in maniera così naturale e far uscire sorprendentemente dal libro le situazioni, i sentimenti, gli interni e anche massime preziose, come quella giustissima che recita ” Non c’è medicina che guarisca quello che non guarisce la felicità”.
Ciao Sara! Sono d’accordo con Eugenia su “L’amore ai tempi del colera”.. io l’ho amato moltissimo (forse te l’avevo già detto!Lo consiglio sempre….) come ho amato tutti i libri che ho letto finora di Marquez compreso “Cent’anni di solitudine”… per memorizzare il complicato albero genealogico e i vari Aureliano Buendia e la numerosissima discendenza… sono stata costretta a ricorrere a carta e penna e farmi una mappa!!!!!!
Bella recensione! Grazie!
Ciao Susy! Pensa che “L’amore ai tempi del colera” mi è stato regalato per il compleanno da un’amica che sapeva della mia recente passione per i romanzi di Marquez, quindi non vedo l’ora di cominciarlo! Ho ricevuto in dono anche “Più alto del mare” di Francesca Melandri: oggi ho letto la recensione di Francesca B. e ora vorrei leggere entrambi i libri contemporaneamente!!
Dopo aver letto questo libro, ho letto, su consiglio, anche L’amore ai tempi del colera.
E’ un libro bellissimo dalla prima all’ultima pagina. Ogni volta ho fatto fatica a staccarmi per interrompere la lettura. Catapultati in un mondo tanto lontano, è facile lasciarsi dondolare dalle emozioni di queste pagine. Tra l’altro è scritto benissimo, senza interruzioni e i passaggi da un personaggio all’altro, da una storia all’altra sono memorabili. Emozioni allo stato puro. Bello, bello, bello.
dopo aver letto CENT’ANNI DI SOLITUDINE tre volte nell’ultimo anno (anche per inquadrare la complessa genealogia dei Buendia ) ho letto tre volte anche L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA ……..oggi leggo i vostri commenti su questo DELL’AMORE….e domani me lo procuro…..da quello che scrivete penso che farà la stessa fine (letto tre volte ) . Ho cominciato l’anno scorso a leggere Marquez e , dopo la prima lettura dei CENT’ANNI , non capivo se Lui fosse un genio o un casinista…….direi che la risposta me la sono data da solo . Per me , specialmente L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA , è come una droga……penso che lo rileggerò prima di Natale (lo brucio in una settimana ) . Ho 72 anni e sono arrivato un po’ tardi a Marquez …….devo recuperare il tempo prduto