una scrittura leggera come il respiro
(Amos Oz Tra amici)

1 giugno 2012

Amos Oz Tra amici (Feltrinelli, 2012, €14,00). C’è qualcosa nella lettura che ha a che vedere con il respiro. L’ho sentito distintamente con l’ultimo romanzo di Amos Oz. Ne ho letti (e amati) diversi altri suoi. Da La scatola nera a Non dire notte a La vita fa rima con la morte fino a Una storia d’amore e di tenebra saga familiare e autobiografica, che è tra i miei libri preferiti in assoluto. Ricordo, in non so quale di questi – una scena al bar: la cameriera che passa la spugna sul tavolino lasciando aloni umidicci. Amos Oz fa vedere quello che descrive, che siano azioni o sentimenti. Ma quello che lo rende così “naturale” da leggere è che la sua prosa va al passo col respiro. Una frase sale, inspirazione, una scende, espirazione. In mezzo un battito, un’irregolarità, un breve soffio. E si riparte. Il passo è quello giusto, non si sforza mai.
Tra amici è ambientato in un kibbutz israeliano, che Amos Oz conosce bene per averci vissuto per e averci  incontrato la moglie e messo al mondo i figli. Un microcosmo di aspirazioni utopistiche, pacifismo, comunismo, uguaglianza. Un laboratorio di convivenza perfetto perché le nature individuali, i caratteri ricorrenti, i parossismi del genere umano si declinino e si intreccino a paradigma. Il racconto si incentra su singole storie di abitanti del kibbutz. Quella dell’uomo che ama dare le cattive notizie che sente alla radio, per esempio. Quella di due uomini dai destini diversi che simboleggiano l’universale capacità o incapacità di identificarsi con il luogo in cui si vive. Quella di una moglie che abita accanto alla donna per la quale suo marito l’ha lasciata.
Ecco, questa storia di due donne, Osnat e Ariela, vale da sola il prezzo del libro. È il secondo capitolo, vi consiglio di leggere anche solo questo. Le due donne, la moglie abbandonata e la nuova fidanzata, si ritrovano a condividere, in una dimensione sotterranea e inespressa, più cose di quante ciascuna condivida con l’uomo che hanno in comune. E Amos Oz, un signore di 73 anni dalla faccia rugosa e buona, riesce a cogliere il sentimento senza nome che due donne sono in grado di provare una per l’altra anche nella rivalità suprema. Coglie l’anelito di ogni donna a inseguire e coltivare la passione d’amore, e la consapevolezza che presto o tardi raggiunge tutte, dell’illusorietà di quell’inseguimento. Coglie una verità che gli uomini non sanno: il legame fra donne ha profondità ataviche che a loro saranno sempre negate. Tutto questo in 8 pagine che si leggono con la leggerezza di pochi respiri.
Che bel libro, anche questo! Ha ragione la fascietta di copertina, inutile come la maggior parte delle fascette (e anche un po’ ridicola): non ha saputo dire altro che “il nuovo Amos Oz”.

Scritto da: Francesca Magni

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(Amos Oz Tra amici)”


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