Tatiana De Rosnay La chiave di Sara
Scritto da: Elisa
Tatiana De Rosnay, La chiave di Sarah (Mondadori, 2007, traduzione di Adriana Colombo e Chiara frezza Pavese, 17,00, pp. 321). Se la De Rosnay si fosse fermata un po’ prima, forse l’avrei apprezzato di più. L’ultima parte mi è sembrata inutile e quasi scontata. Detto questo, la storia è bellissima, e la formula dei capitoli alternati tra il 1942 e i nostri giorni è molto funzionale e accattivante, dà ritmo e tiene con il fiato sospeso. Il libro affronta un argomento sicuramente non nuovo in letteratura, quello dello sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale; ma lo fa ricordando un evento che forse pochi ancora conoscono, il rastrellamento del Vel d’Hiv. Il 16 luglio del 1942, migliaia di famiglie ebree furono portate via dalle loro case dalla polizia francese, su ordine dei tedeschi, e spedite in parte al campo di Drancy, a nord di Parigi, in parte al Vélodrome d’Hiver. Per cinque giorni, settemila persone vissero all’interno del velodromo in condizioni disumane fino al successivo trasporto al campo di sterminio di Auschwitz.
La De Rosnay fa partire il suo romanzo proprio da qui, dalla notte del 16 luglio 1942. Sarah, 10 anni, viene svegliata dall’irruzione della polizia francese e portata via con il padre e la madre. Il fratellino si nasconde nell’armadio segreto usato per i loro giochi. Sarah lo chiude a chiave per rendere più sicuro il nascondiglio e mette la chiave in tasca. Non se lo perdonerà mai.
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Tags: ebrei, giorno della memoria, La chiave di Sarah, Mondadori, olocausto, shoah, Tatiana De Rosnay
Ho visto il trailer del film tratto da questo libro per caso, soffermandomi a guardarlo più che altro perchè avevo visto il mio nome nel titolo del film, e ora vorrei vedere il film e leggere anche il libro perchè mi sembra una storia che valga la pena di essere conosciuta e anche perchè si avvicina il Giorno della Memoria e sarebbe una buona cosa ricordare e ripensare a questa triste pagina della nostra Storia… Leggerò il libro, sperando di non trovare l’ultima parte troppo scontata, anche se io, personalmente, credo fermamente che nessuna parola, frase o pagina scritta sia inutile: ho troppo rispetto per i libri per pensarlo, perchè mi hanno regalato molti più momenti belli che brutti o noiosi!
Questo libro ce l’ho a casa… nella lista dei libri da leggere assolutamente!
Ho visto i trailer del film anch’io e… no so, a trattenermi dal leggerlo subito era l’argomento: triste, duro… che suscita emozioni forti di sdegno…vergogna per una pagina che tutti vorremmo dimenticare…
Grazie della recensione…. lo leggerò non appena avrò terminato L’idiota di Dostoevskji e Le trame del matrimonio di Eugenides Jeffrey, Tatiana & Alexander della Simmons……
Buona lettura a tutte!
Sara, spero anch’io che per te l’ultima parte del libro non risulti inutile e quasi scontata. io ho semplicemente espresso il mio parere, nel pieno rispetto dei libri che, come te, anch’io ho.
Susy, leggilo assolutamente, merita davvero. E grazie a te del commento.
Ciao a tutte!! Ho letto questo libro qualche mese fa e mi è piaciuto molto. Non l’ho trvato affatto banale e nemmeno il finale lo è. Oltre al rastrellamento e all’olocausto, parla anche della vita della protagonista, dei suoi problemi e delle sue speranze. Io lo consiglio.
Anch’io l’ho consigliato, infatti. Fare una critica o esprimere un parere non vuol dire sconsigliare un libro.
Ciao a tutte. Ho visto di recente un film del quale ignoravo l’esistenza
Si intitola “Vento di Primavera” e parla del rastellamento al Velodromo d’Hiver a Parigi nel 1942. Titolo originale “La Rafle”.
La stessa ambientazione del libro di Tatiana de Rosnay.
La stessa storia. Ho iniziato ora a leggere “La chiave di Sara” spinta anche da questo film che mi ha davvero colpita, commossa, sconvolta, indignata per tutto questo orrore
Non posso fare a meno di chiedermi come hanno potuto degli esseri umani arrivare a tanto, ad una tale livello di crudeltà e bestialità.
E’ per me inconcepibile…
Se avete visto il film “La chiave di Sara” e vi è piaciuto, vi consiglio anche “Vento di primavera”
Cara Susy, Alice Miller, psicanalista polacca, ha scritto un saggio sulla pedagogia nera nella Germania di fine Ottocento e sull’influenza che avrebbe avuto nel determinare coscienze ferite, inclini a riprodurre su larga scala il male subito. Questa chiave di lettura (che qui ho semplificato fino alla banalizzazione, ma che il saggio argomenta in modo illuminante) getta una luce sulla domanda: come poté il popolo tedesco aderire al progetto nazista?
Il saggio è contenuto nella raccolta LA PERSECUZIONE DEL BAMBINO (Bollati Boringhieri).
Michael Haneke, regista austriaco, si è ispirato a questo saggio straordinario per il suo film Il nastro bianco, che ha vinto Cannes nel 2009.
ho letto il libro per le vacanze estive . questo libro mi ha colpito per il suo essere veritiero e per la forza ed il coraggio della bambina con cui mi passo solo 2 anni mi sono ritrovata al suo posto ed ho provato ha mettermi nei suoi panni avendo anch’io un fratello minore ! comunque LO CONSIGLIO VIVAMENTE daato che io nn amo leggere deve essere proprio un bellissimo libro per avermi colpito cosi tanto ! ottima lettura scolastica 😉