I mostri di Pietro. E quelli di Filippo #dislessia
(Erri De Luca, Alessandro Mendini Diavoli custodi)

8 ottobre 2017
diavoli-custodi-138119-3   Diavoli Custodi, Erri De Luca Alessandro Mendini

 

Scritto da: Francesca Magni

Erri De Luca, Alessandro Mendini, Diavoli custodi (Feltrinelli, 2017, € 14, pp. 89).
«Un bambino dislessico disegna minuziosamente pagine di mostri. Metterli in una forma li riduce d’immensità, d’intensità e di angoscia. Il foglio coi suoi bordi li imprigiona. Più nitidi sono, più stanno domati. Il bambino dislessico è un domatore, scende in ogni ora dentro la gabbia delle belve. Fuori dall’arena e dalle alte inferriate stanno al sicuro i suoi coetanei, che a scuola vanno per gioco diligente, senza rischio di vita».

“Introduzione ai mostri”, scrive Erri De Luca. Ovvero, genesi di questo libro: Pietro, un ragazzino dislessico caro tanto allo scrittore quanto all’artista, fin da piccolo disegna mostri in bianco e nero, che le sue maestre non amano affatto. Alessandro Mendini conosce quei mostri, «si coinvolge negli incubi accurati del bambino» e inizia a disegnare creature a sua volta, ora mostruose ora primigenie, e le invia a De Luca che davanti ad esse dischiude i propri «mostri sbrigliati»: per ogni disegno un racconto – il dono della vista, il primo racconto che De Luca scrisse a 11 anni, il suo formarsi per contrasto («Ammiro le persone di valore, ma imparo dalle altre»), il terrorismo e le lotte armate, temi come la caduta, la nostalgia, il primo passo verso una discesa…

Ogni pagina un frammento di senso rubato al cosmo, come è da sempre arte di Erri De Luca. Questo libro, una cosmogonia. Due artisti, con parole e immagini, «come Adàm, [ribrevettano] il mondo e le sue cose».

Per tutto il libro i mostri di Pietro, il bambino dislessico che tanto Erri De Luca quanto Alessandro Mendini hanno visto crescere, restano sullo sfondo (e in copertina…). Non si parla di dislessia, in Diavoli custodi, eppure le si rende il miglior omaggio e servizio: coglierla nella sua essenza più pura, come scintilla creatrice. Un caos dolente, un’angoscia che attanaglia il bambino costretto a farsi domatore nelle ore di scuola. Una fatica da cui può nascere qualcosa di essenziale.

Anche Filippo disegnava mostri, ne ho una valigetta piena. Nemmeno per scrivere il libro, ho avuto il coraggio di aprirla. Il senso di colpa è vigliacco. Ma oggi, spinta dai Diavoli Custodi di Erri De Luca e Alessandro Mendini (avete mai trovato un titolo più bello?), ho preso coraggio. Ne sono uscite decine di disegni a cui Filippo chiedeva che scrivessimo il titolo scelto da lui: sotto dettatura, grafie diverse, la mia, quella di suo padre, quelle delle nonne, trattengono per sempre le incredibili storie con cui lui spiegava i suoi disegni.

“Il libro dei draghi” mi trafigge: sette pagine spillate sul lato lungo. 22 maggio 2008, 6 anni, fine della prima elementare. In copertina il Drago Vecchio: «visse 1.960 anni e aveva una barba lunga e due baffi taglienti». Segue il Drago Cobra: «visse 1.900 anni e aveva due ali da drago e tutto il corpo da cobra e si chiama il drago cobra. Viveva nell’Oriente». La carrellata continua un drago dopo l’altro, colori pazzi, forme all’incrocio fra l’incubo e il sogno. Diavoli custodi, appunto. Uno mi atterra, il Drago da 6 Ali: «era buono, aiutava la gente e viveva in America e aiutava gli uccelli a cui gli uomini hanno tagliato le ali, gli dava due delle sue che poi gli ricrescevano, e aiutava la gente a leggere».

IL BAMBINO CHE DISEGNAVA PAROLE Francesca Magni

 

 

È troppo spesso sottovalutato, il peccato di omesso ascolto. Uno dei peggiori crimini dell’amore.

Questa bizzarra recensione finisce con una serie di grazie o di dediche, fate voi.
Ad Alessandro Mendini che ha disegnato come solo un bambino dislessico saprebbe fare.
A Erri De Luca che ha accettato questa avventura in cui, dice, «Non abbiamo debellato questi mostri, li abbiamo denunciati davanti all’assemblea di noi stessi».
A Pietro, a Filippo, a ognuno di noi.
Ai nostri diavoli custodi.
A Silvia Giuli.

 

 

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(Erri De Luca, Alessandro Mendini Diavoli custodi)”


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