Francia in bici / Carcassonne… è un gioco

11 agosto 2016

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DA CASTELNAUDARY A CARCASSONNE 40 km
La sera a Castelnaudary godiamo della luce rossa del tramonto sul bacino d’acqua, quella luce che fa le foto bellissime. Qualche autoscatto tutti insieme in attesa del ristorante e Luigi che, come sempre, racconta una storia. Stavolta è quella della Legione Straniera, l’esercito volontario francese famoso per le comiche di Stanlio e Ollio, che ancora oggi raccoglie ragazzi da tutto il mondo che vogliano rifarsi una vita e magari un’identità (dopo 5 anni di servizio nella Legione si può persino cambiare nome oltre ad avere cittadinanza francese) e li sottopone ad addestramento durissimo proprio qui, a Castelnaudary.

Leggere l’intervista a un convinto legionario italiano è un modo per entrare in una mentalità a noi sconosciuta, e questo è “viaggiare”.
La chambre d’hôtes a Castelnaudary (Villa des Roses) è tenuta da una coppia di britannici che, dopo dieci anni qui, parlano un francese comico e hanno arredato la casa con tutta la paccottiglia kitsch tipica delle case inglesi, inclusa una crosta a olio con Piccadilly Circus; ma la loro accoglienza sobria è piacevole e la colazione nella sala con vista sul giardino fa iniziare bene la giornata.
Verso Carcassonne, oggi, lungo un sentiero sterrato e pieno di radici affioranti degli alberi (ci avevano avvisati) che rallenta la corsa ma non fiacca lo spirito perché il paesaggio è bellissimo. Compaiono cipressi e vigneti, il Mediterraneo si avvicina.
Carcassonne è una cittadella fortificata nata sui resti di un accampamento romano e diventata nel Medioevo roccaforte dei catari. Una volta espugnata e annessa al Regno di Francia, ha smesso le sue funzioni di rocca e nell’Ottocento si è deciso di ristrutturarla nello spirito dell’architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc: “Restaurare un edificio non è solo mantenerlo ma è riportarlo a una condizione che potrebbe non essere mai esistita”.
Per noi italiani sostenitori del restauro conservativo, talvolta pedantemente filologico, sembra un’eresia, ma è pur vero che se qualcosa di simile fosse stato pensato per Pompei, oggi sarebbe lei ad avere 3 milioni di visitatori all’anno, non Carcassonne! Che, va detto, è più affascinante vista fuori: dentro, è un suq di negozi e ristoranti. La cosa più divertente è riconoscere le forme medievaleggianti che hanno ispirato un gioco da tavolo molto amato dai miei figli, che si chiama appunto Carcassonne…
Notte e colazione nella casa ottocentesca di Domisiladoré con giardino interno e serra piena di fascino: lì faremo colazione domain matin!

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