Delphine de Vigan Gli effetti secondari dei sogni

6 giugno 2016

Gli effetti secondari dei sogni

scritto da: Susy

Delphine de Vigan, Gli effetti secondari dei sogni (Mondadori, 2009, pp. 207, €9,50). È la storia di un’amicizia tra Lou Bertignac e No. No sta per Nolwenn, una senzatetto. Lou Bertignac ha tredici anni, è una ragazzina prodigio con un q.i. di 160, ragione per cui frequenta una classe  due anni avanti rispetto alla sua età. Curiosa, molto intelligente, studiosa ma poco incline ai rapporti interpersonali. Vive nel suo guscio,  ha difficoltà a farsi accettare dai suoi coetanei che la vedono diversa da loro, “strana”. No e Lou si incontrano  in una stazione della Metropolitana di Austerliz. Lou  ama osservare le persone, No passa il suo tempo in stazione, si relaziona con altri senzatetto come lei, elemosina cibo e soldi, spende il tempo tra un centro di accoglienza ed un altro dove poter dormire, quando lo trova.
Lou è incuriosita da questa ragazza di 18 anni che conduce una vita così diversa dalla sua. Vorrebbe aiutarla, vorrebbe prendersi cura di lei, salvarla da quella vita precaria e disagiata. No ha una storia complicata: figlia di una violenza sessuale ai danni della madre adolescente, perciò respinta e rifiutata dalla madre che l’ha sempre trattata come un oggetto piuttosto che una figlia. Cresciuta in parte dai nonni, data in affido… centri di accoglienza e poi la strada. Ha una visione del mondo disincantata e prova una strana curiosità per questa ragazzina che le fa un sacco di domande, che pensa un sacco, che vuole prendersi cura di lei. Nasce così un rapporto in cui le due ragazze cercano, in un certo senso, di salvarsi a vicenda.
Anche Lou non ha una situazione famigliare semplice: la madre vive da anni chiusa in un bozzolo, completamente apatica, passa le sue giornate chiusa nel suo dolore dopo la morte della sorellina di Lou avvenuta in culla. La madre di Lou non si è mai ripresa, ha chiuso fuori di sé il mondo compresa Lou  che sentirebbe invece un enorme bisogno di  un abbraccio, una coccola, un cenno di considerazione o approvazione. Il papà invece le ha fatto da madre e da padre, ed ha con lei un rapporto protettivo, dolce, di complicità.
Loro due difronte alla tristezza di quella casa dopo la disgrazia. Ad un certo punto Lou decide di fare un “esperimento”,   uno dei tanti che la mente brillante di Lou  e l’inesauribile curiosità la spinge a fare,  invita No a vivere a casa loro. Cerca di metterle un tetto sopra alla testa, senza che debba girare Parigi alla ricerca di un posto dove dormire, abiti puliti, pasti caldi e garantiti. Convince i suoi genitori ad ospitarla;  con l’aiuto di Lucas, compagno di scuola di Lou, l’unico che non la schiva, che pare invece  interessato a lei, la ripulisce, le procura vestiti puliti, le sistema i capelli…
Inizia così la vita in famiglia di Lou e No. All’inizio tutto sembra andare nel migliore dei modi.
La presenza di No in casa riesce a scuotere persino la Madre di Lou che  esce dal suo bozzolo. Riprende a parlare, ad interagire, ricomincia a vestirsi, truccarsi, pettinarsi, persino il rapporto con il marito e la complicità si rinsaldano.
Ma le cose belle, si sa, prima o poi precipitano.
Ora non vi rivelerò come finisce la storia.
Gli effetti secondari dei sogni mi ha conquistata, ho letto il romanzo in due giorni
L’ho apprezzato moltissimo come moltissimo mi era piaciuto “Le ore sotterranee”  della stessa autrice.
La frase centrale del romanzo , che secondo me esprime benissimo il  senso della storia , è la seguente:
«Siamo capaci di spedire aerei supersonici e missili nello spazio, identificare un criminale grazie a un capello o un minuscolo lembo di stoffa, creare un pomodoro che resti tre settimane in frigorifero senza raggrinzirsi, contenere miliardi d’informazioni in un microchip. Siamo capaci di lasciar morire la gente per strada».
Il contenuto del romanzo, per certi versi, è estremamente attuale: l’indifferenza con la quale i ns occhi si posano su persone che vivono per strada, non hanno niente, senza conoscere le storie che si nascondo dietro le loro scelte.
Ma anche quanto sia difficile e complicato che mondi completamente diversi si fondano, come insiemi che non potranno unirsi mai.

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