Nicoletta Salomon Non chiedermi niente

5 aprile 2013
Scritto da: Susy

Nicoletta Salomon, Non chiedermi niente (Ed. Aisara, 2012, pp. 254, € 16,00).

Britta è una ragazzina adolescente, vive in un paesino di provincia, ha un buon rapporto con i suoi genitori, anche se preferisce il papà rispetto alla mamma. La mamma è insegnante, il papà giornalista e pittore. Un artista, come lei. Britta sogna di diventare uno scrittore. “Uno scrittore” non una scrittrice perché: “le donne scrittrici si suicidano, diventano matte, amano altre donne, non fanno figli. Io voglio essere donna e scrittore senza confondere le due cose, sennò si generano creature mostruose. La letteratura non ha sesso, “scrittore” non è maschile, è neutro”.
Studia con profitto e cerca continuamente di soddisfare le altrui aspettative.
Per quasi tutto il libro si ha la sensazione che Britta viva la sua adolescenza con il freno a mano tirato.
Non è impulsiva, non è incosciente. Anzi è pacata, matura, controllata. Fin troppo. Combattuta tra il desiderio di non deludere i genitori soddisfacendo le loro aspettative ed il timore di diventare come la mamma: “Non ti esponi mai. Sempre preoccupata di fare le cose nel modo giusto. Non rischi”.
Vive la sua prima storia d’amore con Pim, un ragazzo più grande di lei,  ma pare quasi respingerlo, lo tiene a distanza, non si lascia andare, non perde il controllo, mai.
Mentre le sue amichette non fanno che parlare dei loro fidanzatini, disegnano cuoricini, collezionano peluches con scritto forever  e si rendono ridicole starnazzando come oche giulive dietro ai ragazzi, Britta di Pim non parla mai. Nega quando le dicono “Pim ti piace” oppure “tu piaci a Pim”. Lo evita, non permette a nessuno di capire cosa prova, cosa sente. Una statua. Ma non è vero che lei non prova sentimenti, che è fredda ed insensibile.
Le sue emozioni, le sensazioni,i sogni  gli affida solo ai preziosi quaderni che custodisce in un baule in soffitta.
I compagni di scuola, gli amici la definiscono “strana” per il suo modo di essere sempre distaccata e lontana e  scostante.
Trova un sacco di contraddizioni nel modo di pensare degli adulti e non capisce come facciano a non rendersene conto. “La mamma dice sei troppo controllata, molla un po’. La mamma vuole spesso da me cose contradditorie: essere controllata, ma non esserlo; mollare ma tenere”.
“La mamma ha due preoccupazioni simultanee: 1. Che io non senta. 2. Che io senta. Ma non vede contraddizione”.
Britta  è un essere pensante. Ama leggere, ama scrivere. Soprattutto scrivere.  I suoi migliori amici sono i libri e nella scrittura lei trova la sua libertà: un luogo magico e segreto dove può essere quello che vuole, può dire quello che vuole, può lasciare libero spazio alle sue emozioni ed ai suoi pensieri senza la preoccupazione di deludere le aspettative di qualcuno.
“I pensieri sono l’unica cosa che mi fa sentire al sicuro.(…) Lì posso fare tutto quello che voglio. I pensieri sono le mie condutture dell’aria, la stilografica è la mia lima.(…) La mamma sa benissimo che uso la stilografica per scavare il cunicolo da cui un giorno scapperò, e mi lascia fare perchè io la libertà me la conquisti con le unghie, e sia una libertà che nessuno mi può rubare, meno che mai un maschio: la libertà del pensiero”.
Arriverà il momento per Britta di affrontare le sue emozioni: l’affetto per Astrid, la sua vera prima amica del cuore, straniera, diversa come anche Britta si sente rispetto ai suoi coetanei. E l’amore adolescenziale con Pim al quale non è mai riuscita a dire “Ti voglio bene”
Un libro molto carino, forse con un linguaggio troppo colto per una adolescente… ma…  Britta non è una adolescente comune: lei diventerà uno scrittore!

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