la crisi (anche interiore) in un racconto di sapore “neorealista”
(Marco Di Porto Nessuna notte è infinita)

15 ottobre 2012

Marco Di Porto, Nessuna notte è infinita (Lantana, € 15,00, pp. 140). Questo libro mi ha fatto pensare a una nuova forma di neorealismo. Racconta una realtà attuale e cruciale. Glauco, Karen e la piccola Lina sono una famiglia che fino a poco fa avremmo definito “ceto medio”, ausiliario del traffico lui, diplomata e impiegata in un’impresa di pulizie lei. Lo sfratto li raggiunge insieme alla crisi, i prezzi che lievitano, il mutuo inaccessibile, anche un affitto non agevolato non potrebbero permetterselo. Sono i nuovi poveri, famiglie come noi che si ritrovano dall’altra parte della crepa nel terreno sociale, la crepa che ci sta dividendo, come un sisma, fra salvati e nuovi poveri.
Glauco e Karen hanno lo sfratto. Sanno che un mattino arriverà l’ufficiale giudiziario a buttarli fuori. E infatti arriva. Marco Di Porto sa di cosa parla: a dieci anni, figlio di genitori separati, ha vissuto lo stesso calvario, il pellegrinaggio sui divani in casa di amici e parenti, prima di ritrovare un affitto popolare.
Ma questo libro, fresco e davvero nuovo, racconta anche un’altra crisi. Quella personale di Glauco, vittima di un padre aggressivo e depresso, di una famiglia come tante incapace di elaborare le relazioni, rimasta insieme contro ogni logica, facendo pagare il prezzo più alto proprio al figlio. Glauco è diventato adulto senza gli strumenti per analizzare la propria sofferenza, si è ridotto a viverci dentro annaspando, psicofarmaci, rapporti difficili con i colleghi, solitudine, ostilità verso Lina, che pure gli è dedita oltre misura.
La storia precipita in un climax discendente fino alla frattura più dolorosa, che apre alla rinascita. La catastrofe del presente offre nuovi indizi per interpretare il passato personale e, come accade in molte vite, la chiave di lettura che illumina la propria storia è, insieme, un tramonto e un’alba. Come dice il bellissimo titolo, nessuna notte è infinita.

Scritto da: Francesca Magni

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(Marco Di Porto Nessuna notte è infinita)”


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