il lato oscuro del matrimonio
(Adam Ross Mr Peanut)

22 giugno 2012

Adam Ross Mr Peanut (Einaudi, 2012, traduzione di Cristiana Mennella, € 22,00, pp. 359). Adam Ross è newyorkese, quarantenne, sposato con una compagna di università da vent’anni. Felicemente, sostiene, e dedica questo suo romanzo d’esordio (e di immediato successo) alla moglie Beth. Ma cos’è un matrimono felice? «Il matrimonio può salvarti la vita o è l’inizio di un lungo duplice omicidio?» scrive Ross. No, il libro non dà la risposta. Eppure, in un certo senso, la dà. Lo fa inoltrandosi nel lato oscuro della relazione, senza timore di infrangere tabù. A cominciare dalla fantasia che il coniuge muoia… 
David Pepin, creatore di videogiochi di successo, ama Alice da 13 anni, non sono riusciti ad avere figli e lei è obesa a periodi alterni: quando dimagrisce, però, lui la sente sfuggire; la preferisce grassa. David ama Alice nel modo in cui ci si ama dopo 13 anni. Eppure continua a immaginarne  la scomparsa. «Le prime volte che David Pepin sognava di uccidere sua moglie, non era lui a ucciderla. Sognava sciagure mandate da Dio». La violenza è esclusa. Però, quando Alice muore davvero, David stesso non sa capire se sia stato lui a ucciderla. Inizia un giallo, più che altro psicologico.
Entrano in gioco due investigatori: entrambi sono sposati da anni, entrambi a volte fantasticano la morte della moglie. Hastroll ha una consorte che da cinque mesi si è messa a letto e  rifiuta non solo di alzarsi, ma di spiegargli le ragioni (magnifico il momento in cui Hastroll finalmente sembra capirle). Sheppard  si è rifatto una vita da poliziotto dopo essere stato uno stimato medico ed essere stato accusato, e poi assolto, dell’omicidio della moglie – una caso di cronaca vera che ha ispirato il film Il fuggitivo e che allo scrittore serve per introdurre di nuovo l’ambiguità che vive anche David Pepin: è il marito o non è il marito che ha ucciso la moglie, della quale sognava l’accidentale scomparsa?
Le vicende dei due investigatori aprono altrettante parti del libro, che alla fine è composto da tre storie di tre uomini (Pepin, Hastroll, Sheppard) e di tre matrimoni. Più che intrecciarsi, le vicende si giustappongono quasi che Adam Ross volesse catalogare il lato oscuro di ogni vita matrimoniale. Se c’è un difetto, in questo romanzo, è che mette molta carne al fuoco.

Però ci sono pagine memorabili, relazioni e tradimenti descritti con raffinata sensibilità. C’è il degenerare dell’amore in consuetudine, quel processo per cui più l’amore-passione scema, più l’amore-bisogno si consolida, si fa cemento, colla, sostegno, putrella. Chiunque fantastichi di tornare libero e rigettare i dadi della propria vita dopo la fine di un matrimonio sa quanto costi il solo pensiero; conosce il dubbio: e se quel legame fortissimo, a tratti asfissiante, con il compagno di una vita, fosse un’espressione dell’amore altrettanto autentica dell’amour fou? Risposta non c’è. Se non quella personalissima di ogni singola storia.

Scritto da: Francesca Magni

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