se la maternità diventa follia
(Marco Franzoso Il bambino indaco)

29 febbraio 2012

Marco Franzoso Il bambino indaco (Einaudi, 2012, € 16,00, pp. 132). La cosa che colpisce fin dalle prime righe è la scrittura scarna, quasi una cronaca. Via via che ci si immerge nel racconto, si capisce che è proprio questo: cronaca di una maternità volta in follia. Una storia che si potrebbe trovare sui giornali. Una coppia aspetta un figlio; appena resta incinta, lei precipita in un’ossessione: vuole che sia tutto perfetto. Si ciba in modo ascetico, segue terapie alternative, persegue una purezza esasperata, controlla ogni dettaglio. Il figlio nasce, una curatrice ha preannunciato che sarà un “bambino indaco”, creatura dalla sensibilità speciale mandata a migliorare il mondo. La madre continua nel delirio di purificazione: lo nutre solo di verdure, lo affama, il bimbo rischia la vita, il padre e la nonna sono spettatori impotenti di un dramma che non si può fermare, se non con un gesto estremo. Si arriva alla fine del romanzo senza trovare, fra le righe, alcun giudizio e senza riuscire a esprimerne. Si sospetta che la storia sia effettivamente vera, scatta il riflesso condizionato del “sospetto autobiografismo”, ma si preferisce non indagare, non chiedersi. Perché questo romanzo tocca un lato profondo di noi, quella sottile linea che divide l’amore dalla follia, confine che tutti custodiamo silente e al quale non ci affacciamo se non a timorosa distanza quando libri come questo ce lo impongono. Il bambino indaco si legge fremendo di ansia, perché parla di come l’amore a volte imbocchi strade malate e l’orrore si radichi propro nel luogo della tenerezza: la maternità.

Scritto da: Francesca Magni

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(Marco Franzoso Il bambino indaco)”


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