Marcela Serrano L’albergo delle donne tristi
Scritto da: Susy
Marcela Serrano L’albergo delle donne tristi (Feltrinelli). Devo riconoscere che ho faticato parecchio ad iniziare a leggere questo libro. Sostava sul mio comodino da un po’. Complice il titolo, con quell’aggettivo “Triste” non molto incoraggiante. Poi, alla fine mi sono decisa: un po’ perché non riesco a lasciare un libro non letto… un po’ perché magari, la storia, poteva riservare dei risvolti inaspettati! L’albergo delle donne tristi parla, come è prevedibile, di donne e delle loro cicatrici. Un albergo pensato da una donna per le donne, che si trova nel profondo sud del Cile, in una isoletta dell’arcipelago Cileno lontana dalla frenesia della vita moderna.
Un luogo dove tutto rallenta, dove tutto acquista un senso più naturale, più legato agli elementi: la terra, il mare ed ai loro ritmi.
Chi lo gestisce è Elena, una psichiatra che ad un certo punto decide di creare un luogo dove ospitare donne che hanno necessità di ritrovare loro stesse, di tagliare i ponti con dipendenze, fatiche, dolori, responsabilità e rifugiarsi per tre mesi in un posto dove possono concentrarsi solo su loro stesse.
Rigenerare loro stesse e curare le ferite.
Tra le pareti di quell’albergo si intrecciano le storie di Floreana, di Angelita, Costanza, Tona. Storie di dolori, di vita vissuta che vengono condivisi.
Storie di sentimenti principalmente, ma anche di paura, di sesso, di violenza e di morte.
Tutte queste donne, confrontando le loro storie, imparano a condividere la loro sofferenza, a ridimensionarla.
Soprattutto comprendono che non sono sole, abbandonate a loro stesse.
Capiscono che la capacità di amore è infinita nonostante le ferite e ancor più forte della forza di volontà, laddove il cuore prevale sulla mente e torna ad innamorarsi nonostante il terrore di soffrire nuovamente.
Un luogo completamente al femminile dove però si muove una sola presenza maschile: Flavian, l’affascinante medico del villaggio. Anche lui un animale ferito, con cicatrici profonde e mai totalmente rimarginate.
Non voglio svelare come evolverà questa storia.
Posso solo dire che nonostante l’aggettivo “triste” contenuto nel titolo, il libro si conclude con la vittoria della speranza e della capacità di ognuno di noi di ritrovare la forza e la voglia di fidarsi ed affidarsi ancora.
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Ciao Susy! Interessante questo libro! Non conosco ancora questa autrice, ma ho letto che è molto apprezzata. Un’amica mi ha prestato “Nostra signora della solitudine” che mi ha detto essere bello e molto profondo in alcuni momenti. I romanzi che “parlano di donne” sono il mio “genere” preferito perchè insegnano sempre qualcosa di estremamente utile per la vita: eccone un altro finito sulla lista dei desideri! Un libro che mi è tornato in mente dopo aver letto la tua recensione, perchè ne ricorda un po’ la trama, è “La lettrice bugiarda” di Brunonia Barry. Lì è May, la madre della protagonista Towner, ad ospitare donne sole, vittime di vite troppo complicate, oppure ragazze madri, a casa sua, e insegna loro un lavoro offrendo tempo per recuperare fisicamente e mentalmente l’equilibrio necessario. Grazie per la tua recensione e buone feste!
Ciao Susy,
scartabellavo fra le pagine virtuali del sito allorquando ho trovato la Tua recensione su questo libro. Credo che Tu abbia accolto la sfida che ti ho lanciato dopo aver commentato Dieci donne della Serrano. Hai letto il libro che tanto ci tormentava ( la famosa parola Triste….) e l’hai anche commentato ! Grazie, ed è dal Tuo commento che capisco che è arrivato il momento che anche io lo legga, visto e considerato che, anche in questo caso, il tema della speranza e della forza celata che è in ciascuno di noi emergono. E a farli affiorare, senza dubbio, la maestria e sensibilità dell’autrice. Grazie
Ciao Annalisa! Verissimo! Ho colto la sfida ed ho affrontato la lettura! Non nego che ci sono, nel libro, dei passaggi statici e che c’è un motivo per cui il titolo cita “donne tristi”.
Ma è anche vero che oguna di queste donne rivela dei lati del carattere che appartengono ad ognuna di noi!
E comunque….mi ha portato a fare una riflessione: è esatto sfatare il mito che le donne rappresentano il sesso debole!
Non è così! Siamo capaci di forza insospettabile! Non solo fisica perchè, diciamolo, sopportiamo meglio il dolore….ma anche psicologica ed emotiva perchè non ci perdiamo d’animo… Quindi a tutte le amiche di “lettura” si questo splendido blog AUGURI DI BUON ANNO! Che il 2012 ci porti successo, prosperità, buona salute, gioia e… amore! Un augurio speciale alla “Mamma” di questo blog Francesca Magni a tutti quanti lavorano dietro la home page di questo sito!