una bella favola sul calcio
(Giorgio Faletti Tre atti e due tempi)
Avendo ormai dichiarato la mia scarsa frequentazione con i libri gialli, non mi vergogno di dire che non ho mai letto Giorgio Faletti (e ne approfitto per chiedere a chi lo ha fatto se ha voglia di mandare una recensione per “Scritto da voi!”). Ma questo Tre atti e due tempi (Einaudi, 2011, € 12,00) non è un thriller e si fa leggere in due ore. Raccontato in prima persona da Silver, all’anagrafe Silvano, ex pugile ed ex carcerato, ha una scrittura magnetica che lascia cadere uno dopo l’altro nelle prima venti pagine gli indizi di una storia intrigante, senza bruciarne i colpi di scena. Serrato ma non ansiogeno, ti mette voglia di sapere. Anche se il mistero, in fondo, non è la cosa più grande. La cosa grande, secondo me, è che stiamo leggendo una favola. Una favola d’oggi con un finale che tutti vorremmo e che ci permette di immaginare – e di vivere surrettiziamente per il tempo della lettura – una redenzione collettiva dei peccati. Della corruzione. Della debolezza morale che ci fa inclini a venderci per il pegno più banale. Soldi. Facili, abbondanti, immeritati. La vicenda che Faletti racconta è ambientata nel mondo del calcio: risaputa e scioccante nella sua semplicità. Giocatori che si fanno comprare, che vendono la propria squadra, i compagni, i tifosi, «c’è in atto il tradimento di un’idea collettiva, di un sogno che non è di nessuno perché appartiene a tutti». Ma in questo caso il sogno che Roberto Masoero detto il Grinta (campione di provincia in odore di serie A ma che ha perso fiducia nel gioco) sta per tradire non è solo quello di un calcio gioioso e pulito: è anche il sogno privato di suo padre, Silver, appunto, che per analoga debolezza si è giocato la vita intera. Silver sa che «L’esperienza è una cazzata, una cosa che non esiste, un bacio che non sveglia da nessun sonno. È utile per cambiare una lampadina o imbiancare una stanza o prendere un gatto senza farsi graffiare. Per il resto, è sempre la prima volta». Però sa anche che «l’esperienza serve a capire in che modo si soffrirà o quanto soffriranno le persone che hai vicino». E tanto gli basta per decidere di mettersi in gioco, in un match rischioso e geniale. In palio, per lui e per tutti noi, la speranza di dimostrare che certi meccanismi corrotti si devono (e si possono) spazzare via.
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: calcio, Einaudi, favola, Giorgio Faletti, Tre atti e due tempi
E’ solo un piccolo inizio, forse…
Spero che ti venga voglia di provare a leggere un vero giallo di Faletti, come Io Uccido. Per me è nei gialli che Faletti dà il meglio, come scrittura, come capacità di catturarti e portarti con sé nelle pagine che finisci per divorare, con la foga di scoprire cosa accadrà.
Non mi cimento in una recensione, ma davvero lo consiglio.
Sottoscrivo in pieno il commento di arcanimaghi. Io uccido è il giallo che in assoluto mi è piaciuto di più di Faletti. Sarà perchè in genere il primo….è quello che lascia maggiormente il segno. Ho apprezzato anche “Niente di vero tranne gli occhi” e mi ha un po’ deluso invece “Fuori da un evidente destino”, ma forse non l’ho letto nel momento giusto e non mi ha trascinato come è avvenuto con i primi due romanzi. Faletti tesse trame avvicenti, scrive con un ritmo serrato, buona suspence… “Io Uccido” l’ho letto di getto: non vedevo l’ora di riaprire le pagine del libro dopo gli impegni della giornata per riprendere la lettura da dove ero rimasta…esattamente come vedere un giallo a puntate! Decisamente consigliato..Magari, se trovo un po’ di tempo, una recensione degna di essere definita tale proverò ad inviarla….è passato del tempo da quando l’ho letto e tanti particolari del libro mi sfuggono!
Mah, scusate se mi permetto di dissentire ma a me Faletti non è proprio piaciuto. Ho letto solo “Io uccido” e poi ho smesso quindi non posso certo definirmi una conoscitrice dello scrittore. Però “Io uccido” l’ho trovato veramente inverosimile nella parte finale, troppo troppo piena di colpi di scena.
Ciao Adele, è proprio questo che mi piace di questo blog: il fatto che ci si può confrontare sulle letture, su quelle che piacciono e su quelle che non piacciono affatto. Si commenta, si critica a volte, si esprimono pareri unanimi o discordanti!! In questo momento sto leggendo Gianrico Carofiglio….Vi farò sapere!!! Buona lettura a tutti!
Ho letto “Niente di vero tranne gli occhi” di Faletti e “Il passato è una terra straniera” di Carofiglio: null’altro di entrambi questi autori. Sono due tipi di scrittura fortemente diversi: a fare la differenza è la percezione delle cose, che varia nel lettore a seconda dello stile creativo, secondo me. In “Niente di vero tranne gli occhi” le immagini sono più immediate, ma confesso di aver preferito lo stile di Carofiglio: forse può sembrare un po’ meno lineare; tuttavia, psicologicamente, penso che coivolga di più!
[…] Sara: Ho letto "Niente di vero tranne gli occhi" di Fale… […]
Insuperabile Faletti lo adoro, è il mio scrittore preferito!!!!!