un romanzo epistolare… a senso unico
(Massimo Vitali L’amore non si dice)
Scritto da: Susy
A incuriosirmi di questo libro è stato proprio il titolo L’amore non si dice di Massimo Vitali (Fernandel, 2011, € ) e la curiosa copertina: un buffo omino che si tuffa in un mare di lettere e francobolli. Ed il libro alla fine è proprio questo. Un mare di lettere che Edoardo scrive a Teresa, donna della quale si è innamorato dopo che lei lo ha salvato da sicuro annegamento. Una specie di romanzo epistolare… a senso unico però.
Edoardo, dopo essere stato ripescato in piscina da Teresa che gli salva la vita, inizia a scriverle lettere.
Lettere d’amore e raccomandate per giunta!
Teresa, stanca di questa corrispondenza, gli intima di smettere. Non vuole ricevere più lettere d’amore né , tantomeno, raccomandate.
Edoardo inizia allora a scriverle delle lettere su argomenti i più disparati, senza mai parlare d’amore.
Le racconta quello che gli succede ogni giorno; le parla del suo lavoro, della sua famiglia, del suo barbiere, i vicini di casa, la vita di tutti i giorni.
Cose curiose, buffe, divertenti.
La maggior parte delle lettere che Edoardo invia a Teresa termina con una domanda. Perché una domanda presuppone una risposta. Chiedere è lecito, rispondere cortesia.
Più che una corrispondenza “non-amorosa”, le lettere che Edoardo scrive a Teresa sembrano le pagine di un diario.
Come se Teresa fosse una persona immaginaria alla quale Edoardo si racconta, con disincanto, ironia, un po’ anche con l’ingenuità di un adolescente che scrive una lettera con trepidazione ed il cuore in gola al pensiero di lei che l’aprirà, la leggerà e magari ne riderà, oppure la stapperà e getterà dentro al cestino senza conservare nel cuore una sola parola….o magari la conserverà, tra le pagine di un libro, dentro una vecchia scatola in cartone.
Alla fine il senso del libro sta proprio nel titolo: l’amore non si dice. Forse perché non serve parlarne di continuo, sbandierarlo ai quattro venti, infarcirlo di parole romantiche e sdolcinate…
Mi è piaciuto molto un brano nel libro in cui Edoardo descrive il motivo per cui invia così tante lettere a Teresa. Eccolo: “Cara Teresa, non oso immaginare la nivea espressione del tuo viso quando al mattino ti desti e ancora intorpidita ma curiosa, nella tua eleganza del mattino, ciabatti ad occhi chiusi verso la buchetta delle lettere per vedere se ti ho scritto.
E nemmeno oso immaginare l’esplosione di letizia che avvampa nei tuoi occhi quando scopri che la mia lettera c’è, è lì, e non è neanche raccomandata.
Ecco allora alcuni consigli prettamente tecnici su come godere appieno di queste mie parole, senza affaticarti gli occhi o stancare la mente.
Dicono che il modo migliore di leggere sia attraverso una luce abbastanza forte ma non troppo, possibilmente con lampadina azzurrata, il foglio tenuto in verticale davanti al viso, reggendosi a qualcosa per non stancare le braccia come ad esempio un leggio.
Tutte balle. Io penso che il modo migliore per leggere specialmente le mie lettere sia quello di leggerle d i giorno, con la luce naturale del sole, magari seduta all’aria aperta nella panchina del parco dietro casa tua: gli uccellini cinguettano e le farfalle si posano sui tuoi capelli e ti fanno aria svolazzando con le ali minute.
Tu scopri il capo distrattamente e di tanto in tanto sorridi, pensando a quanto è scemo questo qui, poi una volta finito di leggere baci la lettera proprio al centro e la ripieghi scivolando con le dita lungo le stesse pieghe che ho voluto dare io. Rinfilandola nella busta stai quasi per alzarti quando lieve s’insinua in te un capriccio, e ti accorgi che prima di andare via vuoi rileggere quell’ultimo verso che ti aveva particolarmente colpita.
Allora riapri la lettera sospirando sia a quel verso sia a tutti gli altri che nel frattempo sei tornata a rileggere perché non ne hai potuto fare a meno, e prima di impararla a memoria a malincuore la ripieghi e la riponi al sicuro dentro la borsetta.
Capisci ora come una e-mail rischierebbe di deluderti”
Non è questo il bello di ricevere una lettera in fondo?
Il piacere di scoprire chi è il mittente, l’ansia di conoscerne il contenuto?
Una cara, ormai obsoleta lettera, con la busta, il francobollo, l’indirizzo scritto a mano, poi i fogli all’interno pieni di una fitta calligrafia….
E non abbiamo, almeno una volta, tutti, letto e riletto il contenuto di una lettera fino ad impararla a memoria???
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Tags: Fernandel, L'amore non si dice, Massimo Vitali
Come hai ragione cara Susy!!
Quando mi capita di ricevere una lettera, già il semplice fatto di vedere la busta sul tavolo, la sera, quando torno da lavoro, lì che mi aspetta, è un’emozione davvero forte: sembra di tornare bambini di colpo, quando ricevi un regalo inaspettato e rimani di stucco! Guardo la grafia con cui è scritto l’indirizzo e, se appartiene a una persona che conosco, pregusto il contenuto ancora prima di aprire la busta…. E’ bellissimo leggere e rileggere le lettere che ricevi o hai ricevuto dalle persone importanti della tua vita!! Anche ricevere una mail o un sms che tanto aspetti e desideri è bello, ma lo stupore, la magia del gesto, si esaurisce in un attimo e non è la stessa cosa… Forse la spiegazione sta nel fatto che quando una persona ti sta scrivendo una lettera è concentrata solo e unicamente su di te, la penna scorre veloce sul foglio e non ci si rende nemmeno conto delle righe che vengono riempite: scrivere con una matita su un foglio di carta è una delle prime cose che ci insegnano a scuola, probabilmente la prima cosa “da grandi” che impariamo quando siamo ancora così piccoli, e poi diventa talmente naturale che nemmeno ce ne accorgiamo più! Quando scriviamo una mail, invece, siamo concentrati sugli errori di ditteggiatura, sulle faccine che vogliamo creare, sul fatto che dobbiamo essere concisi e veloci perché stiamo scrivendo in un ritaglio di tempo… E poi, che dire dei biglietti con gli auguri di Natale che arrivano per posta?? Io li ricevo (e li spedisco) a persone lontane, che vedo pochissimo, e il semplice fatto di vedere la loro scrittura sul biglietto le rende più vicine e presenti!!
Ciao Sara! Hai ragione…
Purtroppo in un’epoca dove la velocità, la sintesi rappresentano l’urgenza…dove la cara vecchia lettera è stata soppiantata dalle più veloci e-mail o, ancora peggio, dagli striminziti sms dove l’esigenza di essere rapidi, brevi, concisi porta persino a strorpiare le parole e coniare nuove sigle….scrivere una lettera sembra anacronistico.
Io però resto una nostalgica e mi piace pensare che qualcuno dedichi ancora del tempo per scrivere una lettera. E magari scelga con cura la carta dove scriverla, la busta, e poi comperi il francobollo e si rechi fino alla prima cassetta postale per spedirla….
Sarà anche fuori moda… ma ha un fascino che non passerà mai di moda….