la sciocca guerra della razza
(Danzy Senna Caucasia)
Danzy Senna Caucasia (Dalai, 2011, traduzione di Chiara Vatteroni, € e 20,00, pp. 411). In questo libro la prima cosa che conquista è la storia. Birdie ha padre nero, mamma bianca, sorella nera. Lei ha la pelle chiara. Cresce a Boston negli anni Settanta quando la questione razziale è tutt’altro che pacifica. La famiglia della madre discrimina la sorella, la scuola per neri discrimina Birdie. Ma le due sorelle hanno un rapporto di affetto strettissimo, elaborano persino un linguaggio in codice tutto loro con cui parlarsi nelle notti trascorse insieme nello stesso letto. È come se avessero capito fin da piccolissime che sono un amore viscerale e gratuito come è quello fra loro può resistere a certe umane e irrazionali follie. I genitori di Birdie e Cole, invece, non riescono ad amarsi altrettanto. Entrambi attivisti per i diritti degli afroamericani, sono in guerra col mondo e con se stessi, la madre non è capace di pettinare i capelli della figlia scura, il padre non trova gli argomenti giusti per parlare con la figlia chiara: ignorare la razza sembra utopia, in casa come fuori. I due si separano e si dividono le figlie per colore: Birdie cresce con la madre, Cole con il padre. A questo punto (siamo circa a un terzo del libro) il dolore per quella separazione – benché il romanzo non sia mai retorico né indugi sui sentimenti dei protagonisti, piuttosto li lascia essudare dalle loro azioni, traspirare sulla loro pelle – dicevo che il dolore ti colpisce come fosse il tuo e continui a leggere incredulo e, insieme, perfettamente convinto che in quella scelta di dividere la famiglia tra bianco e nero una ratio ci fosse. Insieme alla madre convinta di essere ricercata dalla polizia federale per la sua militanza politica, Birdie trascorre sei anni vagando per l’America, cambiando casa e identità. E soprattutto viene cresciuta come se fosse bianca: le resta solo una “scatola di negrobilia” con le foto e i ricordi della sua famiglia bianconera. Ci vorranno anni (e 370 pagine) perché ritrovi la propria identità e la sorella. Ora guardate la foto dell’autrice: di che colore è? La risposta non è scontata: Danzy Senna ha padre nero e mamma bianca e la storia di Birdie è ispirata alla sua (e non è un caso che abbia sposato uno scrittore di colore, Percival Everett). Il romanzo a volte eccede in descrizioni, ma è bellissimo. La cosa speciale è che ci fa sentire tutti un po’ razzisti ma anche un po’ neri (con il cruccio dei capelli crespi e della pelle delicata che si screpola sempre). E molto stupidi a non avere ancora abolito la parola razza.
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Caucasia, Dalai, Danzy Senna
grazie grazie per questa recensione! Aspettavo con ansia di sapere cosa ne pensavi! Ho letto un’ intervista dell’autrice su una rivista. Mi è parsa interessate lei ed interessante il libro per cui ora….questo titolo è nella lista dei libri da leggere!! E la tua recensione lo ha catapultato ora tra i primi in classifica! grazie
Sì, lo consiglio senza riserve. Danzy Senna è una che sa come costruire un romanzo, ha i giusti tempi della narrazione e riesce a disseminare il percorso di elementi ricorrenti che tracciano un mondo: in particolare ci sono i vestiti di Birdie e Cole, segno di appartenenza a una classe e al mondo della prima adolescenza ma anche schermo tra la loro pelle e il mondo. In tutto il romanzo l’aspetto estetico riveste una certa impirtanza non per vanità ma per identità. Ho trovato bellissime certe notazioni sulla tipologia della pelle nera, che devi spalmare di oli di continuo o diventa secca, screpolata e bianca; e sui capelli afro: saperli pettinare è un po’ “sapere essere neri”… Aspetto un tuo parere, Susy!
Concordo pienamente con Susy! Dopo “La sfuriata di Bet” anche questo romanzo è finito nella mia lista di libri da leggere (che si allunga sempre più!). Dopo due commenti positivi non posso far altro che comprarlo al più presto e penso anche che mi piacerà perchè leggendo la recensione ho capito che questo romanzo possiede le due caratteristiche che adoro di più nei libri che leggo:1-racconta una storia molto verosimile;2-è la storia di una famiglia! Grazie di nuovo Francesca!
Ho iniziato stamane il libro che penso mi piacerà. A presto.
Ho finito di leggere il libro, mi è piaciuto molto. Ben costruito ben scritto e coinvolgente. Come non condividere con Birdie il suo smarrimento, la sua rabbia ed il suo dolore per la separazione dalla sorella e dal papà o sentire il suo disagio per l’esclusione dal rapporto tra Cole e la nuova compagna del padre e spesso dal padre stesso? Come non sentire tristezza per il difficile rapporto con i compagni di scuola. Bello, ed è vero ci mette di fronte alla stupidità di chi ancora ci vede tutti divisi per razza. Ciao