gioie di mamma

9 gennaio 2011
Scritto da: Annalisa

Le gioie di una mamma iniziano  da subito, fin da quando hai l’impressione che un piccolo minuscolo esserino sta crescendo dentro di te e forse a poco a poco si sta impadronendo della tua pancia.

Alcuni dall’occhio clinico o dalla bocca grande ti fanno subito mille complimenti e si accorgono che la tua pelle e’ piu’ bella sembra piu’ fresca, e tu che hai passato tutta la notte a viaggiare tra il letto ed il bagno e sono tre mesi che non chiudi occhio e che non riesci a mangiare niente perché lo riporti subito a miglior vita, ti chiedi dove la vedono sta pelle di rosa, boh forse avranno ragione loro forse quando il cuccioletto sarà nato sarà tutto diverso.

Ed il fatidico giorno arriva, ti senti pronta, hai fatto il corso preparto e ti hanno spiegato tutto, come respirare, come focalizzare il dolore, come spingere, solo si sono dimenticati di dire una cosuccia piccola, piccola, fa male da morire, di un male che dimentichi ma dopo anni di terapia.

E stringi i denti, e stringi la mano di tuo marito fino quasi a stritolarla e con lo sguardo lo uccidi e gli mandi un messaggio subliminare ma nenche tanto del tipo se ti viene in mente di farne un altro di mando a raccogliere neve in siberia per un anno intero, e dopo ore quella minuscola testolina fa capolino, e senti un urlo di dolore, un urlo di gioia e ti chiedi come fara’ ad avere dei polmoni così grandi questa faccina così innocente.

E mentre sei stremata e vorresti solo dormire cominciano ad arrivare amici e parenti che neanche ti ricordavi di avere e ti chiedono “com’è andata” e come cavolo vuoi che sia andata, una passeggiata di salute, piu’ o meno come far uscire un’oca da una bottiglia. Ma sei troppo educata e stanca per sollevare polemiche e allora replichi con un “tutto bene, grazie” sperando che abbiano la cortesia di andarsene subito ma invece restano li’ con te per i tre giorni previsti dopo il parto.

Lo hanno visto attraverso il vetro e gia hanno capito a chi assomiglia, è avvolto fin sopra le orecchie dalla copertina ha subito 10 ore di travaglio e loro tutti hanno già visto che ha gli occhi del papà, il mento del nonno, le orecchie della zia, la bocca dello zio, “oddio ho partorito un mostro”, ma l’espressione e no quella è proprio la tua, ah be’ meno male dopo tutta sta fatica almeno l’espressione.

Eccolo lì il bebè, te lo porta l’infermiera e lo tiene con una facilita’ disarmante e ti dici “se lo fa lei che ci vuole” ma quando te lo porge hai paura quasi di romperlo, sei impacciata e lo tieni quasi sollevato per aria, non sai se sollevargli la testa o stringerli le mani, insomma il primo impatto non è proprio come te l’eri immaginato, e pensi quasi, quasi assumo l’infermiera come aiutante a vita, soprattutto dopo che hai provato a fargli il bagnetto ma l’unica cosa che sei riuscita a lavare sono i tuoi piedi.

O ma questo sicuramente viene meglio, l’attamento è la cosa piuùbella e naturale del mondo, già al 60 % dei casi ma tu ovviamente fai parte del restante 40%, si attacca ogni mezz’ora e non fai neanche in tempo a riprendere le forze che sta gia’ piangendo come se non mangiasse da un mese, di notte oramai dormi con le tette al vento, tanto a che serve coprirle , hai scelto di portare il piccolo a dormire con te, cosi’ forse riposi meglio, non sai pero’ che restera’ li’ con te finché non si formerà una sua famiglia.

Il latte scarseggia ma tu sei forte e tenacie e vuoi per tuo figlio il meglio ed allora cominci a seguire tutti i consigli che ti arrivano, birra, finocchio, sale pepe, olio d’oliva, camminare all’indietro ma nulla, ti resterebbe il biberon ma se poi non si attacca sufficientemente a te? Si attacca, si attacca anche se gli dai il biberon, l’attak a questo cucciollotto gli fa un baffo.

Crescerà sano e forte e se quei fiori che hai piantato con tanto amore hanno resistito al freddo ed al gelo si arrenderanno alle manine magiche di un piccolo contadino in erba………………………………….

e questo è solo l’inizio di una bellissima, infinita , storia d’amore……………….

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