日本 preghiera a Buddha

6 gennaio 2011

(Nella foto: un cassetto delle preghiere a tempio di Asakusa, a Tokyo)

Kamakura. Il parco del tempio di Hase-Dera è arrampicato sulla collina non lontano dal Buddha, è pieno di piante fiorite anche in inverno, in particolare le camelie che qui raggiungono forme e dimensioni di veri alberi (ne ho vista una grande quanto un pino marittimo), e la pianta dell’ume, una prugna aspra da cui si ricava un delizioso liquore, l’ume shou. Il tempio principale guarda il mare ed è sorvolato da falchi numerosi come gabbiani; un cartello avverte di fare attenzione quando si mangia, perché i falchi attirati dal cibo potrebbero ferire con gli artigli. Non ho mai visto uno spettacolo simile: sono animali che fanno soggezione, aprono la coda e la usano come timone per galleggiare sulle correnti del vento. Li guardo intimorita mentre mangiamo i tango, spiedini con infilzate tre palline di una pasta di riso liscia e gommosa coperte di uno sciroppo vagamente dolce. Qui si mangia ovunque, specie vicino ai templi, e si mangiano soprattutto dolci. Il tempio principale contiene una statua alta nove metri di una Kannon, divinità buddista dotata di molte mani; è dorata e ha undici teste oltre a quella principale, ognuna con un’espressione diversa a significare che la divinità ascolta i desideri di ogni tipo di persona.

Ma il punto più suggestivo è la grotta della dea Benzaiten, l’unica donna fra le sette divinità buddiste della fortuna. La si vede raffigurata in altorilievo nella grotta, e in altre piccole grotte laterali ci sono decine di statuette di Benzaiten in miniatura: i fedeli le comprano per 300 yen (circa tre euro), sul retro, che è piatto, scrivono una preghiera, e poi le depositano in un angolo della grotta. Buddha si prega così, fuori dai templi si comprano tavolette di legno, ci si scrive una preghiera e si appendono; oppure si comprano preghiere già scritte su foglietti da piegare e annodare ad appositi fili. A Tokyo, fuori dal tempio di Asakusa, c’e una piccola statua di Buddha: offri una moneta bucata e lo strofini nelle parti del corpo corrispondenti ai tuoi mali, e guarirai. Preghiere veloci, due inchini, mani giunte e sempre, immancabile, un’offerta. Ci sono riti propiziatori in ogni religione, la religione stessa si può intendere come un gigantesco rito propiziatorio; ma qui, a guardare da fuori, la componente scaramantica è davvero imponente. Imponente quanto le dimensioni dei Buddha. Quanto la ripetizione delle statue – i Jizo in file di centinaia, le mille Kannon dorate nel tempio di Sanjusangen-do a Kyoto (meravigliose!). Grandezza e moltiplicazione. Deve essere questo a emozionare anche noi che guardiamo “da fuori”.

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