se mi perdessi in una tazza di tè

14 dicembre 2010
Scritto da: Francesca Verde

Non tutti sanno, ma forse è la dolce inconsapevolezza a guidarci, che il tè è una bevanda che riguarda l’esistenza ed il modo di stare di ciascuno di noi sulla Terra. Il significato di queste due lettere, messe in relazione attraverso una delle infinite formule alchemiche del linguaggio, ci conduce, in maniera imprevista, alla scoperta di una risposta alla domanda che ognuno, almeno una volta nella vita, si è posto ma a cui non ha dato peso. Ancora una volta, si tratterrebbe del dolce cullarsi nell’inconsapevolezza dell’essere. Il perché, poi, è cosa inutile se si sente che per vivere non è importante pensare.
Tuttavia le scoperte vanno comunicate ed è ciò che ho intenzione di fare, anche se, dopo aver chiuso questa rilegatura di pagine, ognuno ritorna alla sua vita. A volte, la riflessione sembra essere un gioco solitario per fermare il tempo.
Ho letto da qualche parte, non ricordo esattamente dove, che nonostante tutti pensino sia la razionalità a guidare le nostre scelte, spesso ci si ritrova uniti e legati indissolubilmente a persone che, ragionevolmente, sono incompatibili con la propria visione del mondo. Forse è la dolce inconsapevolezza dell’essere che guida le nostre scelte. Ma come mai sto parlando di amore?
Ero piuttosto partita dal dirvi che il tè è una bevanda che riguarda l’esistenza ed il modo di stare di ciascuno di noi sulla Terra e non sembrerebbe carino lasciar fluire le parole trascurando ciò di cui volevo parlarvi. E allora torno a capo.
La parola cha, con cui si indica comunemente la bevanda (e dal cui termine, insieme a t’e, tay, derivano le varie parole attualmente usate nelle diverse lingue del mondo) somiglia graficamente al termine tu. Sembra strano che proprio io, non avvezza a parlare di me, abbia scelto di scrivere del tè, cullandomi nella dolce inconsapevolezza che una semplice bevanda non potesse avere a che fare con me. Poi, capire pian piano che le sensazioni provate mentre sorseggio una tazza di tè, dove le parole lasciano spazio al silenzio che riempe la stanza e pesa di una leggerezza simile ad una bolla di sapone, mi conduce per mano fino alla conclusione che tu è la risposta alla domanda che ognuno si pone in uno specifico momento della vita.
Il tu, chi sta leggendo in questo momento, chi sta davanti a queste pagine piene di parole. Non è una tazza di tè ma, come lei, mi conduce pian piano a capire chi sono e, forse, dove sto andando.
Se mi perdessi in una tazza di tè non capirei la differenza tra me e te ma a volte non riesco a farne a meno. Riuscirete mai a perdonarmi?

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