nobiltà perduta
(Rosa Matteucci Tutta mio padre)
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Rosa Matteucci, Tutta mio padre (Bompiani, 2010, € 17,50, pp. 286). Per me Rosa Matteucci (classe 1960) è la miglior scrittrice italiana di oggi. Morti i genitori e il cane, Rosa – chiaro alter ego dell’autrice – ripercorre la propria vita, trascorsa fino agli otto anni in una famiglia nobile e ricchissima di Orvieto, e dagli otto in poi in una famiglia che ha sperperato tutto e vive tra il dileggio del popolino su cui un tempo dominava. Parte del merito è stato di suo padre, dedito a spiritismo, occultismo, astrologia, lotterie e gioco d’azzardo, ma non al lavoro. È con la sua perdita che Rosa fa i conti tra amore, nostalgia e rabbia, mentre dipinge i vezzi della nobiltà andata, i piatti d’oro, i “canini” di razza, la madre che pensa in tedesco. Ma il piacere più intenso che questo romanzo regala, è per lo stile: zeppo di termini desueti, si lancia in volute barocche e alte per poi mescolarsi a un gergo basso e schietto che non disdegna odori, putrefazioni, irriverenza. Solo la Matteucci è in grado di descrivere con parossistica dovizia di particolari una crosta di formaggio che ammuffisce sul davanzale della cucina (a pagina 178, un passo irresistibile). E a tratti si ride alle lacrime.
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Tags: Bompiani, citazioni, recensione, romanzo, Rosa Matteucci, Tutta mio padre
Ho conosciuto Rosa nel 1975 quando sua sorella Fran, la bella, mi ha presentato ai suoi genitori nella casa di Canale.
Ignoravo completamente la storia della famiglia, ma di quella casa ho riportato un vivo ricordo per le strane cose che vi aleggiavano.
Il libro di Rosa ha dato risposta a molte delle domande che allora mi ero posto e mi ha rigettato indietro nel tempo, gravandomi di un senso di colpa per non aver capito che in quella casa non ero io il solo a farmi delle domande e a provare disagio………….Ma perché ha atteso tanto a scrivere la sua biografia ?
Ora vorrei esserle amico. Claudio1945.
Mi fa piacere che qualcuno torni a commentare questo libro bellissimo. La Matteucci ha una scrittura singolare che vale la pena “assaggiare” almeno una volta. Non è un piatto leggero: è barocca, succulenta e impegnativa, a tratti indigesta. Ma in una panorama letterario come quello italiano in cui il linguaggio narrativo assume troppo spesso la forma stereotipata del “letteraturese”, fortemente sospetta di lavoro di pialla editoriale, una autrice come Rosa Matteucci regala l’avventura di uno stile nuovo, sorprendente, intelligente, fuori da ogni schema e stilema. Vivaddio, ho voglia di dire!
[…] Le donne perdonano tutto tranne il silenzio (Giunti, 2012, 12,00, pp. 142). Ho già scritto, in questo blog, della mia passione per Rosa Matteucci. Ed ecco il suo nuovo romanzo che affronta un tema cruciale […]