quando un sì fa crescere

18 agosto 2010
Tempo di lettura: 4 minuti

Qualche giorno fa, mia figlia Costanza mi assillava perché le affidassi una scatola di confettini da cui era attratta. Per un po’ sono state promesse e suppliche: «Dopo cena te ne do qualcuno», «No, dammeli tutti, voglio tenerli io!». Nella sfida con una figlia di tre anni il rischio di avere la peggio è alto, nessun adulto sa più resistere a oltranza. Così una sera, mentre ero impegnata a percorrere col dito la libreria a caccia di qualcosa, le ho detto sì. Costanza è corsa a nascondere il suo tesoro, mentre io cercavo il mio: un libro già letto, che quando lo apri la seconda volta ha sempre una perla da regalare – ne prendo uno ogni volta che resto orfana di quello appena terminato e non ho ancora deciso cosa leggere dopo. Quella sera, delle cento pagine di Una nuvola come tappeto di Erri De Luca, si è aperta la 71. È il capitolo sul Deuteronomio, uno dei testi della Bibbia a cui De Luca ha dedicato i suoi suggestivi commenti. La storia è questa: 1.200 anni prima di Cristo, il popolo ebraico combatteva per conquistare la terra promessa e, con pochi soldati, otteneva sorprendenti vittorie. Il segreto di quella forza lo svela, appunto, il Deuteronomio, in cui si raccomanda di godere dell’amore e della paternità prima di andare in guerra. Stupefacente tanta attenzione alla vita di ognuno, se si pensa che gli ebrei erano un piccolo popolo in guerra permanente. Ma il segreto è proprio lì: preoccupati che sia felice nella sua vita privata, e avrai il migliore dei soldati. Di più: lascia ogni uomo libero di assumersi il suo dovere, lasciagli l’onore di sceglierlo. Ecco la perla che rotola fuori dal libro, una storia di tremila anni fa che potrebbe ispirare una lezione di politica, un cartello da appendere in Parlamento, un manuale per manager. Sembra riaffiorata apposta, ora che le libertà di scelta sono quotidianamente minacciate dalla paura. Paura che l’uomo, lasciato libero, ecceda.

A proposito, che fine ha fatto Costanza? Corro a spiarla: è in camera sua, la scatola di confetti è sul comodino. Chiusa. Torno a sgranare i miei pensieri. Il coraggio della libertà suggerito dalla Bibbia potrebbe funzionare nel complesso mondo di oggi? Cerco esempi. C’è l’Olanda, dove le droghe leggere sono legali e la percentuale di tossicodipendenti è la metà che in Italia (dati Onu); ci sono gli aborti, che da quando sono consentiti, in Italia sono calati di un terzo rispetto alle stime di quelli clandestini (dati dell’Istituto Superiore di Sanità). C’è la Spagna, dove, pur esistendo una legge per le coppie di fatto, la gente si sposa più che in Italia (fonte The Economist). Mi viene in mente anche l’azienda californiana Google, il motore di ricerca Internet. I suoi lavoratori sono i più coccolati al mondo, hanno palestra, lavanderia, menu su richiesta, uno spazio per il cane e la possibilità di dedicare il 20 per cento dell’orario di lavoro a progetti personali. Il suo fatturato è raddoppiato in un anno, i dipendenti adorano l’azienda e nessuno vegeta alla scrivania.

Forse sì, può nascere un piacere della responsabilità. E una prova, che vale più delle statistiche, ce la danno i bambini, seme della pianta che noi siamo. Dopo cena, Costanza arriva con i confetti e mi dice serissima alzando un dito: «Ne prendo solo uno». Io gliene avrei concessi anche due o tre, lei si è data una regola più severa. E ogni sera, quando apre quella scatola, mi spiega orgogliosa: «La tengo io, perché ormai sono grande».

Pubblicato su Donna Moderna n. 10, 2007

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