in bici sul Danubio
Tempo di lettura: 2 minuti
Paolo Rumiz, È Oriente (Feltrinelli, 2005, € 7,50). «In un viaggio lento tutto si riempie di simboli: la salita è penitenza, il bivio è scelta, il rettifilo introspezione. Il ponte è passaggio sicuro sull’acqua, sul pelago dell’incognito». Rumiz, che fa il giornalista ma è un viaggiatore, racconta i suoi seicento chilometri in bici col figlio, da Trieste a Vienna. Li ho percorsi anch’io, per un tratto. Passau, Inzell, Linz, Enns, Grein, Melk, quattro adulti, quattro bambini, otto biciclette lungo il Danubio, diretti a Vienna, per il fiume o tra campi di soia, orzo, mais, cavoli e frumento con le spighe gonfie ripiegate all’ingiù. Ultima settimana di luglio, cinque giorni ai pedali duecentouno chilometri, riva nord, riva sud, i battelli per traversare, tre magliette, tre paia di calze, un impermeabile e una felpa. Le bici «sono state macchine da presa, rosario di orazioni, miscelatore di immagini e memorie, fabbrica di pensieri e di sogni straordinari». Provavo qualcosa di simile all’affetto per la mia, noleggiata a Passau, robusta e con il manubrio a corna che la faceva quasi alta come me; la mattina era una gioia ritrovarla, montare le sacche sul portapacchi, e sorprendersi ogni volta di essere leggeri grazie a quel peso che ci rendeva liberi. A Inzell, prima tappa, dove il Danubio fa un’ansa e strizza la terra in un panettone boscoso, mi chiedevo cosa avesse di così speciale quel posto da farmi provare l’emozione del “primo viaggio”. Era il modo in cui ci ero arrivata. Andare in bicicletta non è spostarsi, è viaggiare.
Post letto 742 volte
Tags: bicicletta, danubio, racconti, viaggio
L’emozione che hai provato la trasmetti tutta a noi che leggiamo il tuo racconto. La viviamo insieme a te.
Che bell’idea questo blog! E tantissimi auguri!
Vi ho pensato e ammirato in quel viaggio che voglio fare da sempre e per cui non sono stata brava, finora, a trovare alleati. Forse l’anno prossimo? Chissà. Per ora mi sono accontentata di Vienna e Salisburgo in bici: che meravigliosa sensazione di libertà scivolare sotto i ponti della Salzbach e del Donau Kanal nelle sere d’estate, più preziose al Nord data la rarità. Quando abbiamo restituito le bici a Pedal Power a Vienna ci siamo sentiti come privati di un arto leggero, veloce, mobile. Non è stato facile tornare pedoni.
Ora Salento (senza bici).
Ho fatto una pedalata con voi. E mi sono sentita giovane e leggera!
17.10.2010-24.10.2010
Passau-Vienna 300 km, la classica con Zeppelin. Noi otto di Roma
(www.vediromainbici.it)… io, andata quasi per caso, partita all’ultimo momento, dopo aver disdetto una settimana al mare. Un viaggio emozionante, bellissimo, quando ho lasciato la bici, mia fedele compagna di una settimana, ho lasciato una parte della mia libertà. Si facevano anche 60 km al giorno, ma le gambe hanno sempre risposto bene, spesso ci sembrava di non essere mai stanchi, o forse lo eravamo ma tanta era la gioia di poter girare senza obblighi di parcheggi, vestiti anzi coperti pure dal pannolone….imbottito…Si pensava:” Ci vedessero al lavoro…” Si mangiava dove capitava, si rideva, si stava insieme senza tanti orpelli..
Nelle foto….mi rivedo rilassata, contenta, mi stava tutto bene…. L’ultima sera a me e a Gabriella veniva da piangere… perché eravamo state proprio bene. A Roma, i ciclisti non sono ben visti, spesso, al nostro passaggio, riceviamo epiteti vari; quindi girare per quelle piste larghe, senza macchine, con tutto quel verde che ti riempiva gli occhi era quasi miracoloso! Spero l’anno prossimo di poter ripartire; oggi sono andata a scuola in bici, che tristezza..quasi quasi l’ho dovuta nascondere perché non poteva stare nel cortile!!!!! Per Lisa, la settimana dopo sono andata anch’io nel Salento (Serra degli Alimini, vicino Otranto) dove andiamo da tanti anni, ed anche lì con mio marito, tutte le mattine, facciamo dei giri molto belli in bici. Provare per credere. Ciao
[…] in bici sul Danubio (125) […]
[…] in bici sul Danubio (159) […]
[…] in bici sul Danubio (159) […]