la libertà dei vecchi
(Diana Athill Da qualche parte verso la fine)
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Diana Athill, Da qualche parte verso la fine (Bur, 2010, € 9,00). «Quando si tratta di marito e moglie, penso che le parole chiave dovrebbero essere gentilezza e rispetto, non fedeltà, e non è detto che l’infedeltà sessuale debba necessariamente offuscarle. […] Ci sono cose, tra cui le infedeltà sessuali, che non fanno male se restano sconosciute o al massimo sono conosciute e accettate» (pag. 29, 31). La donna che scrive queste parole ha 89 anni. Dal punto a cui è arrivata, da qualche parte verso la fine, racconta cos’è invecchiare. Ne escono ricordi di vita goduta, le cose che a una certa età non si ha più voglia di fare. E soprattutto le verità scoperte lungo il cammino. Il passare degli anni non è semplice declino: è aprire, uno dopo l’altro, i lucchetti che ci tengono in gabbia. Evadere dalle prigioni della mente e della società. Da anziani non si è più saggi, come si dice per retorica, ma più liberi.
Pubblicato su Donna Moderna n. 27, 2010
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[…] di Diana Athill (Da qualche parte verso la fine, Bur, 2010, € 9,00). Di lei ho già scritto (la libertà dei vecchi), ma è da leggere e rileggere ancora e ancora. Pensando che questo libro lo ha scritto a 89 anni […]
Anch’io l’ho letto e, essendo anziana, ho trovato nelle parole di questa “giovanissima autrice” la conferma alla mia convinzione che la vecchiaia si può vivere in tanti modi e che, oltre ai ricordi, che non sono solo quelli “del buon tempo antico” esiste un modo diverso per vivere pienamente una vita più libera, godendo delle grandi e delle piccole cose, finalmente liberi dai mille condizionamenti che negli anni della piena attività ci hanno assillato a da cui ci siamo lasciati condizionare.A proposito della lettura, mi sono sottolineata quanto l’autrice scrive a pag.137 “I romanzi hanno diversi modi di conquistare il lettore……………..Possono proporsi di far ridere, far piangere, togliere il fiato dallo stupore. Oppure, quando danno il meglio di sè, riescono a trasportare in un mondo assolutamente verosimile in cui è possibile provare tutte quelle sensazioni” La sensazione che ho provato io, leggendo questa autobiografia piacevolissima è stata quella che ” della vita in fondo non c’è niente da buttare” anche quando ci interroghiamo sulla strada non presa.