Margaret Mazzantini Splendore: chi la ama la amerà; chi non la ama non sarà conquistato
Margaret Mazzantini Splendore (Mondadori, 2013, € 20,00, pp. 309). La scrittura è quella di sempre: piena di immagini, lieve come acqua fresca. Eppure Splendore, 8° romanzo di Margaret Mazzantini, comincia in salita. Forse perché lo è l’infanzia di Guido, il protagonista: famiglia borghese, figlio unico, una madre misteriosa che non riesce mai a sentire vicina (personaggio sfuggente e poco credibile, ma tant’è).
Guido cerca un calore che gli manca. Così entra in scena Costantino, compagno di scuola e figlio del custode, con cui fa sesso, una notte in gita scolastica. Da quel momento i due sono segnati: crescono, mettono su famiglia, ma non si dimenticano. E a pagina 126 si ritrovano. Allora il romanzo inizia a correre con gli amanti e le loro acrobazie per incontrarsi. È un amore gay, ma ha gli stessi connotati di ogni sentimento che lotta per affermarsi, in vite che hanno preso un altro binario. È una storia di amanti, nient’altro.
La trama ha qualche colpo di scena e un segreto che si svela solo alla fine, lasciando un sapore amaro e dolce insieme. Dice la chiusa: «La vita non è un fascio di speranze perdute, un puzzolente ricamo di mimose, la vita raglia e cavalca nel suo incessante splendore».
Cosa significhi esattamente questa frase, al di là della profusione di parole saltellanti e immagini odorose, non saprei. Ma la lascio lì, per chi ama la Mazzantini, e di nuovo la amerà, e per chi non la ama, e non sarà questo libro a fargli cambiare idea. Perché una cosa proprio non si riesce a perdonarle: tutto quello stupore che zampilla fra le righe (suo malgrado?) per il fatto che una storia d’amore gay sia nient’altro che una storia d’amore. Raccontarlo è meritevole. Ma per essere convincente avrebbe dovuto esserne convinta anche lei.
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: amore, amore gay, gay, Margaret Mazzantini, Splendore
Piaciuto. Sono di quelle che la amano. La storia è bella ed è anche una bella storia d’amore. Ecco, il finale forse l’avrei voluto diverso senza questo colpo di coda che mi ha fatto rimanere male…. aspetto commenti e poi mi esprimerò più apertamente.
Ciao a tutti/e, sono nuova, sono anche io un’appassionata della sua scrittura, e volevo confrontarmi con voi. Concordo con te sulla bellezza della storia, ma ammetto, a malincuore che il suo ultimo romanzo mi ha un po’ deluso. Insomma niente a che fare con i più noti “Non ti muovere” che adoro e “Venuto al mondo”…. Non so bene come ma è come se non avessi riconosciuto la sua impronta stilistica… Aspetto altri pareri.
Mia figlia l’ha letto. L’ha chiuso e mi ha guardata. Non l’ha scritto lei. E poi non si diventa omosessuali perchè ti molestano o perchè vedi un esibizionista in riva al mare”
E poi, è diventato. “normale” grazie alla comunità?
Io ,invece, l’ho vista in un modo diverso. E’ una storia come sicuramente ce ne sono state. Saranno esistiti sicurmente uomini che hanno vissuto una vita di facciata, si saranno sposati , avranno avuto figli soffocando in fondo a se stessi il loro cuore. Il vero splendore sarebbe stato far finire il libro nel modo più scontato, l’amore , almeno gli ultimi anni della vita…. la vendetta di Costantino proprio non ci sta.
Ciò che posso dire è che la Mazzantini casca sempre nelle sue metafore forzate.
Non capisco perché s’incaponisca tanto nel tornire le frasi con gruppi di parole che insieme cozzano, urtano, sviliscono il periodo.
“… un puzzolente ricamo di mimose…”. Ma ricamo di cosa? Di mimose?
Da notare che poco prima dice: “… La vita non è un fascio di speranze perdute…”.
Sembra invertire, sostituire il termine “ricamo” con “fascio”.
ho scoperto la Mazzantini solo l’anno scorso, iniziando con “Venuto al Mondo”. ho molto amato quel libro.
finito da poco “Splendore” e ho trovato piuttosto ridondante, sopratutto all’inizio, le sue descrizioni. Immagini allungate troppo che portano alla dispersione e alla non attenzione su impressioni e emozioni che lei vorrebeb trasmettere.
Ma cio’ che mi ha lasciato davvero perplessa e’ il finale.
Mi riallaccio alla figlia dell’altra lettrice che ha commentato il libro qualche riga piu’ su…Una persona diventa omosessuale perche’ subisce uno stupro? non lo credo affatto. O peggio ancora, quella di Costantino e’ una vendetta che poi si trasforma in amore? ancora meno plausibile come strada.
ad ogni modo la Mazzantini ha pero’ affrontato un tema molto delicato dell’amore fra due uomini ( attenzione “uomini” non donne) con grande coraggio e questo merito non glielo toglie nessuno.
y
Francesca scrive. “Chi la ama la amerà; chi non la ama non sarà conquistato.”
E invece no. Io l’ho amata tantissimo in “Non ti muovere” e l’ho amata molto in “Venuto al mondo”, l’ho amata persino nel più contorto e duro “Nessuno si salva da solo”, ma questa volta no, non mi ha convinta.
Forse la storia, le descrizioni lunghe, un po’ di lentezza e poi il finale, che credevo dirompente, e invece nulla toglie e nulla aggiunge, a parer mio, alla storia.
Se hai dovuto spolverare un libro sul comodino vuol dire che non l’hai amato.
2 Aprile 2014
Una tormentata storia d’amore omosessuale – e basta? Un finale che convince parzialmente – e basta? Un linguaggio selvaggio, stupendo ed eccessivo – e basta? Ho trovato molto di più in questo romanzo della Mazzantini che conosco solo attraverso “Venuto al mondo”. La Mazzantini sa diventare un bambino solo e disperato in un modo di adulti strani, lontani, ipocriti, un maschio adolescente in tumulto, un giovane che cerca di scappare dalla vita ma che poi ci si tuffa in modo arruffato ancorché vincente, un uomo che cresce col suo segreto d’amore. E la Mazzantini è una donna!!!! Come avrà fatto a penetrare così bene l’universo maschile? Forse grazie al contatto con la sua numerosa prole… E poi la riflessione sull’amore in tutte le sue forme, non da ultima quella matrimoniale. Sia Costantino sia Guido vivono anche in qualità da mariti e sono, almeno nel caso di Guido, palesemente attratti dalle loro partner. Costantino ritorna nelle braccia della moglie e ci resta alla fine, per Izumi Guido mostra un grande amore e tanta dedizione, fino all’ultimo, nonostante tutto. E poi l’amore filiale, verso figli di sangue e figli d’altri, ma amati tantissimo. “Ma tu non vergognarti del viaggio”: grande messaggio finale, un inno alla vita mentre Guido la lascia volontariamente in una scena che ricalca il finale di “La Morte a Venezia” di Thomas Mann. Secondo me uno splendido romanzo.
ma nessuno si è accorto che la storia è un po’ plagiata dal film “I segreti brokeback mountain”??
J’écris en français plus facile pour moi mais j’ai lu le livre en italien. J’adore Margaret Mazzantini, j’ai vu les films et lu ses livres. Celui ci m’a laiss* perplexe quant au final et à la soi disant declaration verité de Costantino. Quelle déception de penser qu’il s’agissait de vengeance.
SPOILER ALERT!
À la fin, Guido se suicide ou je me trompe?
Non amo particolarmente la Mazzantini, ma due cose su questo libro che ho appena finito di leggere vorrei dirle. Lo stile è snervante, compiaciuto e narcisista. Perchè quell’abbondanza di metafore, di aggettivi, di immagini che stemperano la forza dei sentimenti? Forse perchè voleva dare maggiore credibilità ad una storia d’amore omosessuale. Non poteva lasciarla così come una storia d’amore e basta? Il finale (la vendetta di Costantino) suona falso, come falsa sembra la sua redenzione da credente. Molto più convincente e in linea con il resto della vicenda la scelta di Guido.