Il ricordo d’infanzia:
Giulio Mozzi vuole scrivere un romanzo collettivo. Chi vuole partecipare?
Lo scrittore Giulio Mozzi lancia un’idea: scrivere un romanzo collettivo dal titolo Il ricordo d’infanzia. E chiede a tutti di inviargli i loro ricordi. In poche righe, massimo dieci. Lui li raccoglierà e cosa ne uscirà lo vedremo. Ciò che mi stuzzica di questa iniziativa è che coglie in qualcosa di intimo e personale come un ricordo d’infanzia una dimensione universale che appartiene a tutti. Non mi stupirei se molti ricordi avessero un sapore simile. Come un respiro collettivo. Io parteciperò. Se volete farlo anche voi (entro fine settembre) leggete tutti i dettagli cliccando qui.
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Tags: Giulio Mozzi, Il ricordo d'infanzia, romanzo collettivo
Che bellissima iniziativa! Mi piace tanto… inizio subito a pescare tra i miei ricordi!!!!
Grazie della segnalazione Francesca!
1945. Abitavo ancora a Trieste. Avevo cinque anni. Una mattina di sole vedo passare sotto il balcone di casa un camion con il cassone coperto da una bandiera tricolore. Scendeva dalla montagna, dal Carso. Doveva essere pieno di povera gente recuperata pietosamente da sotterrare in cimitero. Pochi giorni dopo mi vedo in braccio a mia madre a far festa ai soldati inglesi che distribuiscono della cioccolata.
Bello, potrei partecipare!!
Notte d’inverno. Io a letto. La mia zia Assunta – come una dama dell’Ottocento – davanti allo specchio si mette i bigodini e la retina (rosa) recitando in continuazione – come un mantra – le litanie. La luce è fioca. Lei entra nel letto. La luce si spegne. Comincia la mia paura. Del buio. Delle macchine che passano e lasciano scorrere sul soffitto trattini di luce. Mi avvicino al suo braccio e mi attacco. Ho paura ma lei – come sempre – comincia a raccontarmi una macabra storia. Dai piedi sale un freddo strano e spero che Morfeo mi porti il sonno ma non arriva mai. Dormo per sfinimento. Oggi. Sono grande. La notte mi blocco, come un tappeto arrotolato.
la cosa m’intriga… sì… parteciperò anch’io… grazie per la segnalazione Francesca!
Per alcuni, raccontare l’infanzia è come ripercorrere un deserto radioattivo che rischia di contaminarci col ricordo. E se il tempo ci ha graziati una prima volta, è più prudente lasciare il passato nel buio della coscienza, irraggiungibile come Minotauro nel labirinto.
La mia storia potrebbe cominciare così…