L’Aquila non torna a volare
(Giuseppe Caporale Il buco nero)

6 giugno 2011
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Scritto da: Elvia Grazi

Giuseppe Caporale, Il buco nero (Garzanti, € 14,50). Le 3 e 32 del 6 aprile 2009, un boato sveglia la città che dorme. La terra trema, il destino di settantamila persone sta cambiando, all’Aquila. Alcune, bambini, uomini, donne, studenti, non si sveglieranno più. Un buco nero inghiottirà per sempre le loro vite. Un buco nero  che adesso è come un neo, una macchia scura sulla mappa dell’Italia. Cose che capitano, fatalità, cui l’uomo deve arrendersi. La vera calamità però è un’altra: la corruzione. Quanti sono stati gli sprechi nella ricostruzione? Perché la Casa dello Studente è crollata? C’è qualcuno che ha approfittato della situazione per arricchirsi? Speculazioni politiche e mediatiche, le grinfie infette della criminalità organizzata. Tutto questo si poteva e doveva essere evitato. E la storia si ripete. Se c’è chi ha costruito risparmiando sul cemento, dando il via alla tragedia, adesso pensa già di mettere le mani, e forse ce le ha già messe, sul più grande appalto pubblico in Italia.
Con questo libro Giuseppe Caporale, giornalista di Repubblica, cerca di fare il punto della situazione e denuncia: se lo sgombero delle macerie dal centro storico dell’Aquila dovesse procedere con i ritmi attuali, si completerebbe nel 2079. Ma nessuno pare più risentirsene. I riflettori si sono spenti sull’Aquila, adesso che lo show televisivo, dalle tendopoli ai cantieri, alla consegna delle prime case, si è concluso, del capoluogo abruzzese non sembra più occuparsi nessuno.
Non fa più notizia e nell’oblio, nella dimenticanza, nelle tangenti, la città, davvero, muore.

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