in viaggio da sola: Madrid

2 maggio 2011

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Strana sensazione essere in giro da soli, puoi finalmente decidere tutto ma non senti particolare voglia di niente. Come se i desideri specifici, a volte ostinati e fonte di conflitti, nascessero solo quando sai di dover mediare con altri e non nascessero affatto in assenza di limiti. Mi trovo per la prima volta a viaggiare da sola. Madrid si rivela il posto perfetto per questa esperienza. È una città in cui il fuori sembra solo l’altra faccia del dentro, una città salotto senza con questo intendere snobismi da provincia bene: qui si sta molto per  strada e perciò non ci si sente soli nemmeno quando lo si è. Mi colpisce la bellezza dei palazzi, i balconcini a ogni finestra, le ringhiere in ferro battuto, il lato sottostante dei balconi coperto di piastrelle che li rende dei festoni sopra la testa di chi cammina per strada. Sbuco dal metro La Latina all’ora di pranzo di sabato, i negozi sono chiusi, salvo qualche bugigattolo cinese, i locali affollatissimi, mai visto tanta gente mangiare nei bar, perlopiù hanno un bancone e servono tapas: pesce, polpette, tortillas, funghi fritti, bruschette, piatti di prosciutto e formaggio, entro ed esco solo per sbirciare cosa servono, cibo a volontà e spesso in esposizione; sopra a tutto fiumi di birra, si parte con la caña, un bicchiere piccolo, il piatto di tapas viene di conseguenza, due euro, a volte tre. Leggendo Una donna in bilico di Lucia Etxebarría faticavo a credere ai pellegrinaggi della protagonista di bar in bar, Madrid, quartiere di Lavapiés, già dalla mattina e poi fino a notte. Ora sono  qui e mi è chiaro che i madrileni benché rimpiangano la movida degli anni Ottanta, ebbra palestra di creatività e terreno di coltura di talenti, non hanno mai veramente perso quella voglia di vedersi, bere, parlare, stare insieme, fuori. Oggi al Parque del Retiro ho visto una specie di parco giochi per adulti: spalliere, attezzi a cui appendersi e sollevarsi, una marea, tutti affollati di ragazzi seriamente vestiti da palestra, seriamente intenti a rassodare addominali e bicipiti. Una palestra vera e propria, all’aperto, fra gli alberi secolari di questo parco incantevole nato nel XVII secolo. (continua)

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