Lentamente muore
13 dicembre 2010
Scritto da: Annalisa Liuzzi
Elenco delle cose che renderebbero migliori le donne e gli uomini se tutti le mettessimo in pratica.
Un titolo malinconico per una perla poetica che è in realtà un Inno alla Vita.
Lentamente muore di Pablo Neruda
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.
Post letto 5826 volte
Tags: Lentamente muore, poesia
Bellissima.
Un giorno, credo due anni fa circa, presa da un momento di sconforto (sai quelle crisi che ci vengono e poi, da sole, ci facciamo passare ) ho fatto trovare a mio marito, sulla consolle dell’ingresso, una serie di messaggi/poesie tra cui Lentamente muore. Volevo capisse attraverso queste slendide parole come piccole cose e piccoli gesti possono cambare la vita, la propria e quella degli altri. Bah non so se l’ha capito. La poesia è stupenda e Neruda pure.
Splendida poesia, una iniezione di vitalità, dovremmo ricordarla ogni mattina per vivere diversamente le difficili incombenze della quotidianità!
In realtà, a dispetto del titolo che evoca quello di una raccolta di Neruda (Odi elementari), questi versi non sono del grande poeta cileno, benché girino sul web da anni attribuiti a lui. L’autrice è Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana.
Gentile Francesca, ti ringrazio per la Tua segnalazione, al punto che mossa da grande curiosità mi sono cimentata su internet e sulle fonti; orbene, non mi sembra che l’attribuzione a Martha Medeiros sia anch’essa di assoluta certezza!
Autorevoli studiosi sostengono che il contenuto del testo sembra essere un estratto di un discorso di Neruda.
A me non interessa minimamente la querelle sull’autore certo di questa poesia. E’ semplicemente una poesia meravigliosa, un inno alla vita celebrato attraverso ciò che non dobbiamo fare o dobbiamo fare per non morire giorno per giorno, per evitare quindi l’agonia della vita con la morte.
E’ una celebrazione della passione che bisogna avere nel fare ogni cosa e quindi nel vivere. Senza passione, cioè senza partecipazione emotiva, non diamo colore, nutrimento, lievito a ciò che facciamo e in ultima analisi alla vita.
Ogni parola della poesia è molto forte, è densa di significato, ma il concetto che mi piace di più è “Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge…” perchè viaggiare e leggere hanno lo stesso valore e indicano entrambi movimento dell’anima oltre che del corpo; viaggiare e leggere ci fanno muovere, andare oltre noi stessi, ci fanno evadere, ci allontanano la noia, ci arricchiscono in ogni senso.
Mi piace anche molto il verso “Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo”.
E’ un verso che mi suggerisce di non scoraggiarmi al pensiero delle difficoltà che posso avere per un progetto da iniziare; ogni progetto ha i suoi ostacoli e affrontarli fa parte del progetto stesso.
E’ un verso che mi dice anche di non essere apatico, cioè senza progetti, senza pensiero e senza emozioni.
Non avevo mai considerato di non vergognarmi del fatto che ogni tanto mi arrabbio così tanto che butto per aria il tavolo soprattutto quando lo vedo colmo di cose.
Ed ecco che mi cade sotto gli occhi e mi arriva nel cuore questa viva e ricca poesia di Neruda che mi incoraggia, anzi mi autorizza a farlo per non “Morire lentamente”.
Voglio continuare perciò a capovolgere il tavolo apertamente, allo scoperto, senza più vergognarmene e senza aspettarmi rimprovero e/o approvazione dagli altri.
Voglio capovolgere il tavolo contro il malcostume civile, contro le escort che umiliano e offendono se stesse ma anche la morale comune; contro la televisione che non educa più ma diseduca; contro l’immondizia di Napoli con cui identificano tutta una regione che si sente perciò umiliata e ingiustamente accusata di non essere pulita.
Voglio capovolgere il tavolo contro le ingiustizie di ogni genere e in ogni dove; contro le violenze soprattutto ai bambini/e e ai giovani; contro la povertà che fa abbassare troppo la testa a chi la subisce e innalzarla a chi la determina.
E una volta che il mio tavolo sarà vuoto di tutto ciò, butterei via anche il tavolo per evitare che possa essere ricoperto dalle medesime cose e pianterei un albero al suo posto su cui possano crescere i valori contrapposti a queste e ad altre brutture.
Ho letto questa poesia è veramente meravigliosa.
Io sono una nonna,mi sono commossa di quanto è bella e sensata
questa poesia.
Grazie un saluto
elisabetta
Recentemente è stato assodato che questa poesia E’ di Martha Medeiros scrittrice e giornalista portoghese, e non di Neruda come si è sempre pensato. Detto questo io me la sono stampata e incorniciata tempo fà e ora è appesa in camera mia dove ho modo di vederla al mattino quando mi alzo. Per cominciare bene la giornata è un tocco di ottimismo.