pillole per il lunedì

8 novembre 2010

Ho scoperto un blog di racconti brevi, uno, due minuti al massimo, nato con un nobile scopo: risollevare l’umore del giorno più lunatico della settimana. Si chiama Lunastorta non a caso. Li leggi (un racconto nuovo ogni lunedì) e ti portano via per un attimo, c’è sempre un guizzo che ti impedisce di smettere prima dell’ultima riga, e dopo ti sembra di aver respirato un po’. Uno dei miei preferiti comincia così: il bello di quel paese erano i nomi dei taxi. Il lunedì è dura per tutti, almeno per tutti quelli che la domenica riposano. Io di lunedì mi sento come una tenda alla fine della vacanza, la smonti, la pieghi e non rientra mai nella custodia. Eppure quando l’hai comprata ci stava a pennello! Dopo essere stata montata, espansa, riempita di aria di vita di cose di persone, niente da fare. Non che sia più grossa, certo che no, la stoffa è quella. È il fatto di aver respirato che la rende più larga. Incomprimibile. Il lunedì la tenda che sono io si accartoccia alla bell’e meglio nella custodia, con qualche falda che spunta e la stoffa stropicciata e compressa malamente. Il martedì va un po’ meglio, il ricordo si affloscia, la tela anche. Ma ogni lunedì cerco antidoti a quel senso di stretto: riaprirmi come la tenda non posso, non posso far entrare aria vita cose persone, il lavoro lo impedisce (e di lunedì, come se non bastasse, ho le chiusure al giornale). Ariavitacosepersone possono entrare in forma di piccole cose belle. Un pensiero, una lettura, una distrazione, una fantasia. Un racconto arguto e lieve come quelli di Lunastorta.

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