un Montalbano uomo molto vero
(Andrea Camilleri Una lama di luce)
Andrea Camilleri Una lama di luce (Sellerio, 2012, € 14,00, pp. 260). È dal primo Montalbano che non ne perdo uno. All’inizio li aspettavo con l’ansia dell’innamormento, poi con la pazienza dell’amore maturo. A volte con l’indulgenza che si ha per i difetti di chi si ama. Non tutti i Montalbano sono stati all’altezza dei primi, ma non ho smesso di leggerli, un vecchio amico non è meno caro solo perché gli capita di ripetere qualche battuta. Le prime volte, in fondo al libro c’era il dizionario italiano-vigatese, ricordate? Poi quella lingua fantastica ci si è stampata dentro, la capiamo senza bisogno di grammatica, Camilleri stesso sembra reinventarla di volta in volta, e capita di capire senza saper tradurre, certe parole sono stati d’animo, situazioni, sfumature, li riconosciamo e basta. Come riconosciamo Montalbano: Montalbano non sono i racconti che Mondadori ha raccolto in qualche volume rubacchiando lo zucchero di un successo non suo; Montalbano è Sellerio, blu, elegante, i poetici risvolti di copertina di Salvatore Silvano Nigro, un titolo in quattro parole, una misura precisa, fra duecento e trecento pagine, non di meno non di più, due giorni di lettura, tre al massimo.
Montalbano è una liturgia che ti aspetti. Quale che sia l’indagine, l’intreccio, è il commissario che vive e si evolve nella metamorfosi lenta ma inesorabile delle esistenze adulte. Capita che nella sua routine che si srotola come un nastro conosciuto qualcosa batta il colpo più forte, imprima un’accelerata, tranci di netto. Succede qui, in questo romanzo, il ventiduesimo, che segna una piccola svolta.
Si trepida un po’ increduli, mentre Montalbano incontra una giovane gallerista, Marian, ovviamente beddra, e sembra che i suoi sentimenti per Livia, la fidanzata di una vita, siano a un punto di non ritorno; Montalbano ci stupisce con un batticuore al quale lui per primo non sa dire un netto sì né un netto no. Finché una delle indagini che scorre in secondo piano finisce per intrecciarsi ai suoi sogni e alla realtà con un finale a sorpresa che incide sulla vita di Montalbano e di Livia. C’è di mezzo François, Il ladro di merendine, ricordate? E in questo finale non è tanto lo sciogliersi del caso a lasciare il segno: è quello che accade a Montalbano. Ed è per questo che Camilleri è un grande: ha creato un uomo e, col sapere della sua vivace terza età, lo ha reso un uomo fatto, un uomo vero. Per questo continuiamo a leggerlo. Non per il giallo.
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Andrea Camilleri, Il ladro di merendine, Montalbano, Sellerio, Una lama di luce
francesca, sei proprio brava…sono andata indietro fino ad antonia pozzi!
guardando il tuo blog viene voglia di leggere, leggere, leggere…. un abbraccio
marina
Grazie Marina! Sto lavorando perché le recensioni raccolte in questo blog, le mie e quelle dei lettori (Scritto da voi!) siano tutte riunite in una libreria virtuale. Così per ritrovarle non occorrerà scorrere all’indietro: saranno raccolte su uno “scaffale” e subito pronte da consultare. La novità sarà pronta per i primi di agosto, per il secondo compleanno di Letto fra noi
Ho abbandonato Montalbano all’inizio della sua età matura, mi aveva stufato. Ma la tua recensione mi fa venire voglia di riprenderlo in mano!
E dire che ho scoperto il mitico commissario Montalbano quasi per caso: un libricino blu della Sellerio prestatomi da un’amica… che ho letteralmente divorato, in spiaggia, sotto all’ombrellone! Si intitolava, se ricordo bene, “La voce del violino”. Da lì è iniziata la mia ricerca forsennata a tutti i romanzi pubblicati da Camilleri riguardanti il Commissario Montalbano.
Hai ragione Francesca: Salvo Montalbano è diventato un vecchio amico del quale abbiamo imparato ad amare le debolezze ed anche le intemperanze: la passione per il buon cibo, per le belle donne, per la sua casa in riva al mare…, il suo carattere un po’ brusco ma sincero…
E poi… vogliamo parlare della comica goffaggine del buon Catarella? Del suo buffo ingarbugliarsi con le parole, i nomi, i cognomi?
E lo “slang” siciliano di cui i romanzi sono pieni che all’inizio parevano “tanticchia” incomprensibili ma che man mano diventavano sempre più familiari?
Chiaro che non mi perderò questa nuova avventura… Grazie per la recensione Francesca!
Leggendo ” Gita A Tindari” ho assaporato e gustato il paesaggio siciliano, abilmente descritto, ed ho sorriso nel soffermarmi sul ” travvagghiare” o sulle frasi del simpatico Catarella. Ho molto apprezzato le fiction del Commissario Montalbano; la sceneggiatura, la location, la colonna sonora. Anche la fiction de “Il giovane Montalbano” è stato bella! È un prequel de Il commissario Montalbano, in quanto vede protagonista un Salvo Montalbano in giovane età. La fiction è tratta dalle raccolte Un mese con Montalbano, Gli arancini di Montalbano e La prima indagine di Montalbano.
Giovane o maturo che sia……è sempre un amico, un personaggio nel quale ci si identifica, ci si ritrova, per la sua autenticità e la sua saggezza. E forse lo si legge perchè si ha il piacere, nel trascorrere di una giornata, di passare un pò di tempo con lui.
Io continuo ad aspettare le avventure di Montalbano con curiosità ed interesse. Ora di quest’ultimo mi mancano circa 50 pagine e non voglio finirlo anche se muoio dalla voglia di finirlo. E’ una strana sensazione ma e’ così …
Tipica sensazione, con Montalbano! E con i libri belli. A metà si corre e insieme si frena. Mi sta succedendo lo stesso con L’aiuto – The Help di Katherine Stockett…