felicità e malattia
(Silvano Agosti Il ritorno di Pinocchio)

21 agosto 2010
Tempo di lettura: 30 secondi

Silvano Agosti, Il ritorno di Pinocchio (Salani, 2010, € 12,00). «I grandi si ammalano perché fumano o mangiano male, o lavorano troppo o a casa litigano sempre, insomma non sono felici e allora prendono le malattie, così poi dicono che sono infelici perché sono malati» (pag. 43). Lo dice un Pinocchio-bambino che nelle pagine di questo libro torna a spiegarci il mondo. Certo, è una frase un po’ ingenua, chi ha provato la Malattia con la maiuscola si risentirà. Però, a leggerla e rileggerla, qualcosa punge. Viene prima l’infelicità o la malattia? Quale delle due è l’uovo, quale la gallina? La frase resta in testa come un sassolino nella scarpa. Perché una cosa è vera: chi riesce a essere felice, si ammala di meno.

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quando un sì fa crescere

18 agosto 2010
Tempo di lettura: 4 minuti

Qualche giorno fa, mia figlia Costanza mi assillava perché le affidassi una scatola di confettini da cui era attratta. Per un po’ sono state promesse e suppliche: «Dopo cena te ne do qualcuno», «No, dammeli tutti, voglio tenerli io!». Nella sfida con una figlia di tre anni il rischio di avere la peggio è alto, nessun adulto sa più resistere a oltranza. Così una sera, mentre ero impegnata a percorrere col dito la libreria a caccia di qualcosa, le ho detto sì. Costanza è corsa a nascondere il suo tesoro, mentre io cercavo il mio: un libro già letto, che quando lo apri la seconda volta ha sempre una perla da regalare – ne prendo uno ogni volta che resto orfana di quello appena terminato e non ho ancora deciso cosa leggere dopo. Quella sera, delle cento pagine di Una nuvola come tappeto di Erri De Luca, si è aperta la 71. È il capitolo sul Deuteronomio, uno dei testi della Bibbia a cui De Luca ha dedicato i suoi suggestivi commenti. La storia è questa: Continua a leggere »

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un’amica di 89 anni

17 agosto 2010
Tempo di lettura: 2 minuti

Ogni tanto riprendo in mano i libri già letti, corro alle pagine con l’orecchio piegato, so che lì qualcosa mi aveva colpita. Ogni citazione risuona in modo nuovo secondo il momento in cui la rileggo. Certe parole di Diana Athill (Da qualche parte verso la fine, Bur, 2010, € 9,00), per esempio: di lei ho già scritto in la libertà dei vecchi, ma è da leggere e rileggere ancora e ancora, pensando che questo libro lo ha scritto a 89 anni. Qualche frase vale la pena di raccoglierla e tenerla da parte. Per le citazioni: Continua a leggere »

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stupore
(Banana Yoshimoto Delfini)

12 agosto 2010
Tempo di lettura: 30 secondi

Banana Yoshimoto, Delfini (Feltrinelli, 2010, € 10,00). «Ogni volta che mi svegliavo, vedevo il soffitto di una stanza a me poco familiare e una bambina piccolissima, e mi stupivo regolarmente» (pag. 158). Kumiko, la protagonista del romanzo, è appena diventata mamma, e la scrittrice giapponese dal tocco leggero riesce a dire in due parole cosa si prova alla nascita di un figlio. Uno stupore che chiede tempo per abituarcisi. Lo stesso stupore felice che, in piccolo, ci prende di fronte a ogni cosa che facciamo nascere. Continua a leggere »

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doposbornia emozionale
(Michael Zadoorian Second Hand)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 1 minuto

Michael Zadoorian, Second Hand (Marcos y Marcos, 2010, € 16,00). Il mattino dopo aver fatto cilecca con la nuova fidanzata, Richard, il protagonista, commenta: «Sono in pieno doposbornia. Non di tipo alcolico, perché non ho bevuto. È un doposbornia emozionale. Quando mi espongo, o faccio qualcosa di imbarazzante o dico qualcosa di stupido […] mi sveglio con un martellante, paralizzante doposbornia emozionale, di quelli che vorresti non pensarci, ma non puoi fare a meno di pensarci» (pag. 134). Ecco come si chiama, quella sensazione orribile! La proviamo tutti, ogni tanto, per i motivi più diversi. Vale la pena di annotarselo. Dare il nome giusto alle cose che ci disturbano le contiene un po’. Se uno dice a se stesso “ho un doposbornia emozionale”, credo gli passi più in fretta. Richard (come lo scrittore Michael Zadoorian) è bravissimo a dare nomi alle sensazioni. Per questo alla fine del libro vorresti averlo come amico.

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baricentro
(Elizabeth Strout Resta con me)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 45 secondi

Elizabeth Strout, Resta con me (Fazi, 2010, € 18,50). «[…] nessuno di noi possiede un baricentro. Siamo continuamente strattonati qua e là da forze in conflitto e resistiamo meglio che possiamo» (pag. 351). Sono le parole sorprendenti che Tyler, pastore protestante di un paesino nel Maine, sente dal suo maestro. Era andato a chiedergli aiuto per ritrovare un equilibrio, per tornare a sentirsi sicuro di sé come all’inizio della carriera, prima che morisse sua moglie, prima che i suoi parrocchiani iniziassero a essere delusi da lui. La risposta è tutt’altro che rassicurante, pensa Tyler. Eppure è la chiave di volta di questo incantevole romanzo: storia di un roccioso uomo di fede che nel corso degli anni si scopre in balia dei propri conflitti interiori; e proprio questo significa che è diventato un Uomo.

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luoghi di calma
(Tonino Guerra La valle del kamasutra)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 30 secondi

Tonino Guerra, La valle del kamasutra (Bompiani, 2010, € 22,50). «Abbiamo bisogno di luoghi che siano uno specchio per le nostre riflessioni. Luoghi che ci allontanino dalla vita che stiamo facendo. Luoghi che ci facciano camminare lungo sentieri creati dalla nostra fantasia. […] Bisognerebbe creare luoghi per fermare la nostra fretta e aspettare l’anima» (pag. 179). Tonino Guerra, poeta bambino di novant’anni, scriveva queste parole nel suo diario, due anni fa. Forse nei momenti di riposo è più semplice trovarne, di luoghi così. Allora, buone vacanze.

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Non-lo-so
(Erma Bombeck Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me solo i noccioli?)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 1 minuto

Erma Bombeck, Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me solo i noccioli? (©Tea, 2008, € 8,60). La dedica dice: «A Gladys Carr, che cura i miei libri, e ha il coraggio di ridere solo quando ne vale la pena». Io, a differenza di Gladys, rido sempre. È uscito nel 1980, ma è umorismo eterno. Lo trovo riedito in libreria, lo afferro con un grido, apro a caso: «Per quanto ricordi, la nostra casa ha sempre ospitato un quarto bambino… Non-lo-so. Tutti lo vedono tranne me. Io so soltanto una cosa, che è odioso. “Chi ha lasciato aperta la porta d’ingresso?”. “Non-lo-so”. “Chi ha lasciato il sapone a mollo nell’acqua?”. “Non-lo-so”. […] Sinceramente, Non-lo-so mi farà diventare matta. Ha perso due ombrelli, quattro paia di stivali e una bicicletta. […]. Stamattina a colazione ho detto a mio marito: “Chi vuole il fegato per cena?”. Lui ha alzato gli occhi e ha detto: “Per-me-è-lo-stesso”. Questo può significare soltanto una cosa. Non-lo-so ha un fratello». (pag. 27). Se la combinata marito+figli vi ha portate sull’orlo di una crisi di nervi, leggetelo di corsa!

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necrologio per un gatto
(Claude Ansgari Piuma)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 45 minuti

Claude Ansgari, Piuma. Lettera a un gatto scomparso (Iacobelli, 2010, € 10,00). Quando è morta la gatta Piuma, l’autrice voleva spedire agli amici delle foto come partecipazione per la scomparsa. Non l’ha fatto: per paura dell’incomprensione, più che del ridicolo, dice. Poi a Piuma ha scritto una lettera, cioè questo libro. «Abbiamo passato tante ore felici, tu e io, nell’intimità della camera, in fondo al letto, al colmo della nostra tenerezza! Fuori poteva piovere, tirare vento, nevicare. Gli elementi scatenati capitolavano dinanzi alla nostra dolcezza, acciambellata nel segreto delle lenzuola. La freddezza del mondo fondeva al calore delle nostre carezze» (pag. 26). Da leggere per non sentirsi ridicoli in quella nostalgia che conosce solo chi ha perso, chi ha amato un gatto.

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la libertà dei vecchi
(Diana Athill Da qualche parte verso la fine)

3 agosto 2010
Tempo di lettura: 1 minuto

Diana Athill, Da qualche parte verso la fine (Bur, 2010, € 9,00). «Quando si tratta di marito e moglie, penso che le parole chiave dovrebbero essere gentilezza e rispetto, non fedeltà, e non è detto che l’infedeltà sessuale debba necessariamente offuscarle. […] Ci sono cose, tra cui le infedeltà sessuali, che non fanno male se restano sconosciute o al massimo sono conosciute e accettate» (pag. 29, 31). La donna che scrive queste parole ha 89 anni. Dal punto a cui è arrivata, da qualche parte verso la fine, racconta cos’è invecchiare. Ne escono ricordi di vita goduta, le cose che a una certa età non si ha più voglia di fare. E soprattutto le verità scoperte lungo il cammino. Il passare degli anni non è semplice declino: è aprire, uno dopo l’altro, i lucchetti che ci tengono in gabbia. Evadere dalle prigioni della mente e della società. Da anziani non si è più saggi, come si dice per retorica, ma più liberi.

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