Elizabeth Strout: «Per diventare scrittore devi trovare la vita divertente»
(intervista su I ragazzi Burgess)

30 ottobre 2013

Elizabeth Strout ha 57 anni e non un filo di trucco. Niente, nei suoi modi semplici, fa pensare che abbia vinto un premio Pulitzer e che sia una delle più raffinate scrittrici americane, in corsa per diventare un classico. Mi guarda con occhi curiosi dietro una montatura squadrata, «Che belli i tuoi occhiali» dice, ed è subito come chiacchierare con un’amica. Il tema che le sta a cuore sono le relazioni. I suoi romanzi raccontano storie minute ma capaci di trascendere il tempo e lo spazio in cui sono circoscritte per diventare parabole universali. Al centro dell’ultimo romanzo (il quarto), I ragazzi Burgess (Fazi), ci sono Jim avvocato spregiudicato, Bob avvocato fallito, Susan madre separata e intristita rimasta a vivere nel Maine. Tre fratelli segnati dalla morte del padre in un incidente quando erano piccoli. Uno di loro ne è stato la causa e, in modi diversi, il senso di colpa ha determinato le vite di onguno. I tre si ritrovano quando Zac, il figlio di Susan, adolescente ombroso e sofferente per la mancanza del padre, lancia una testa di maiale surgelata nella moschea della comunità somala di Shirley Falls, l’immaginaria città del Maine in cui la Strout ambienta i suoi romanzi. Continua a leggere »

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incontro con Khaled Hosseini

13 ottobre 2013

Barba di 3 giorni, camicia scura, scarpe appuntite. Un po’ Antonio Banderas un po’ Colin Farrel. Khaled Hosseini, lo scrittore da 38 milioni di libri (4 dei quali venduti in Italia), è a Milano per la tappa clou del tour europeo: «Siete il Paese che mi ama di più» scherza dandomi una vigorosa stretta di mano nella hall del lussuoso albergo che lo ospita. Con E l’eco rispose ha venduto più di 800.000 copie in tre mesi. Da cosa nasce il “feeling” coi lettori italiani? «Speravo me lo potessi spiegare tu» ribatte ridendo. Continua a leggere »

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il sesso in un mondo più civile del nostro
(Cheryl Cohen Greene Sessioni d’amore)

13 marzo 2013

Quando Cheryl Cohen Greene incontra il giornalista e poeta Mark O’Brien, lui ha 38 anni, vive in un polmone d’acciaio, è paralizzato, è vergine. Mark, nella vita a scartamento ridotto a cui la poliomielite lo ha costretto da quando aveva 6 anni, sente mancare qualcosa di più vitale persino del movimento: gli manca l’eros, quello spazio dell’essere in cui dalla carne si sprigiona l’anima. È Cheryl a fargli scoprire il corpo femminile, il brivido del primo bacio sul petto. Cheryl Cohen Greene è una “partner surrogata”, il suo incontro con Mark O’Brien è raccontato nel film The Sessions. È storia vera: nel 1986, dopo sei sessioni di sesso terapeutico, Mark si innamora di una donna che diventa sua compagna fino alla morte, nel ’99.

Il film commuove e scuote: per capire il valore di un mestiere che da noi non esiste, bisogna accettare che i perbenismi vacillino. Cheryl ha 68 anni, ha lavorato con più di 900 persone. Con l’80 per cento ha avuto rapporti sessuali. Oggi ne ha in cura tre. Continua a leggere »

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l’arte di immedesimarsi nel proprio opposto
(Matteo Cellini Cate, io)

11 marzo 2013

Cate, io di Matteo Cellini (appena uscito per Fazi, € 16,00, pp. 216) è la storia di una ragazza obesa. Brava a scuola, amata in famiglia, ma infelice. Alla vigilia del 18esimo compleanno, terrorizzata all’idea della festa, del vestito e degli sguardi dei compagni, Caterina si lancia in un’abbuffata epica (non vi svelo cosa mangia, ma è indimenticabile!). I suoi pensieri di adolescente grassa sono così credibili che viene da dire “Chapeau!” all’autore: esordiente, 35enne, maschio. Per giunta filiforme.

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Venuto al mondo di Margaret Mazzantini: esce il film (di Castellitto)

7 novembre 2012

Al giornale mi chiedono di intervistare Margaret Mazzantini per l’uscita del film tratto da Venuto al mondo (Mondadori 2009). Non ho letto quel libro, e i tre suoi che ho letto non mi hanno convinta. Mi ci butto per necessità. E finisco nella rete, impigliata nelle immagini continue, nella frase che interpreta vissuti di tutti, nella storia piena di dolore, nella descrizione della guerra. Convincente. Mi piace. Un libro di quelli che ti si appicciano addosso. Poi la chiamo. Margaret è cortese, parla un po’ come scrive. Ma gioca tutto in difesa.Vuole che si parli solo del film… è di quelle persone che i giornalisti detestano intervistare. Non ti sorprende, attacca un disco e dice a tutti le stesse cose. Una parte di me la capisce. Forse al suo posto mi difenderei nello stesso modo. Però i grandi, quelli veramente grandi, non hanno bisogno di schermarsi così. Possono essere come sono, uscire dalla traccia, guizzare senza paura. O no? Ecco l’intervista.

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La matematica? È il regno della fantasia…
intervista con un matematico che ama i bambini

28 agosto 2012

Quando chiedo agli amici dei miei figli che materia preferiscono, si dividono: chi ama l’italiano, chi la matematica. E chi sceglie l’italiano aggiunge: «La matematica è bruttissima». La stessa tifoseria da derby calcistico si ritrova fra gli adulti. Eppure Bruno D’Amore, matematico con un curriculum più lungo di questa intervista (nonché autore di meravigliosi libri per far amare i numeri ai bambini), giura che l’istinto a contare è una cosa naturale. E in un libretto prezioso scritto con Federico Taddia e intitolato Perché diamo i numeri? (Editoriale Scienza, € 11,90) lo dimostra. Nell’attesa che lo compriate e lo leggiate (sì, lo caldeggio: è un libro intelligente e sta per ricominciare la scuola…), ecco una chiacchierata fatta con lui via etere, Milano-Bogotá. Continua a leggere »

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3 bambini e 2 papà
(Claudio Rossi Marcelli Hello daddy!)

19 settembre 2011

Claudio Rossi Marcelli, Hello daddy! (Mondadori, 2011, € 17,50). Questo librò è di quelli che scivolano via, scritti senza intoppi. La curiosità di entrare nel mondo che dischiude fa il resto: lo attacchi e non smetti, vuoi sapere, capire: cosa significa il desiderio di paternità per una coppia gay, come è possibile, oggi, realizzarlo, che tipo di famiglia ne nasce. Come sempre quando le cose le si guarda da vicino (dall’interno, in questo caso), perdono la loro forma generica e stereotipata, si spogliano dei pregiudizi e diventano quello che sono. In questo caso: la storia di una famiglia. La chiamano famiglia omoparentale. Ce ne sono molte più di quante si creda. Claudio Rossi Marcelli e Manlio, il suo compagno, sono papà e papà di tre figli. Il libro è da leggere perché allarga gli orizzonti e cura la paura della diversità. Poi nascono molte domande: cosa racconteranno ai loro figli? Chi dei due fa la “mamma” e chi il “papà”? Come li guarda la gente? Una collega che stimo molto, Antonella Trentin, è andata a Ginevra a conoscere Claudio Rossi Marcelli, il suo compagno e tutta la baby tribù, l’intervista (secondo me bellissima e con un servizio fotografico altrettanto bello) è pubblicata su Donna Moderna n. 38, in edicola fino a mercoledì. Antonella mi ha chiamata dopo averli incontrati, Continua a leggere »

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intervista con Lucía Etxebarría:
«Il mondo è machista perciò sono femminista»

16 marzo 2011
Tempo di lettura: 5 minuti

Pamuky, cantante rock in piena ascesa, muore in una pineta per un colpo di pistola alla testa. Suicidio? Omicidio? Il cuore “giallo” dell’ultimo romanzo di Lucía Etxebarría, Il vero è un momento del falso (Guanda, traduzione di Roberta Bovaia, pp. 300, € 17,00), sembra più che altro un pretesto: qualcuno indaga e 13 personaggi sono chiamati a raccontare il loro rapporto con Pamuky. Ne esce un catalogo di vite, soprattutto femminili, genere in cui la 45enne scrittrice spagnola è maestra.
Come nascono le donne dei suoi romanzi?
«Sarò sincera, non lo so. Una volta un veggente mi ha detto che sono mie reincarnazioni; sulla mia mano e ha visto molti solchi, segno che mi sarei reincarnata tante volte… Chissà! Di certo so che la storia di Iria l’ho sognata una notte e al mattino l’ho trascritta. Tutti i personaggi per me sono un po’ come un sogno, Continua a leggere »

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una bella intervista a Arturo Pérez-Reverte

9 novembre 2010
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Tempo di lettura: 1 minuto

Non ho mai letto Arturo Pérez-Reverte, ma ho sempre nutrito una certa curiosità per uno scrittore che è stato, per 21 anni, inviato di guerra – e, mi dicono, non c’è romanzo in cui non attinga a piene mani a quella esperienza. Ho cominciato Il giocatore occulto (Marco Tropea, 2010, traduzione di Roberta Bovaia, € 20,00): la prima pagina si apre con un pestaggio descritto con tecnica da film. Forte. Duro, durissimo. Scritto in modo così serrato che pur soffrendo non riesci a fermarti. Il  comissario Tizón e un suo scagnozzo stanno massacrando di botte un  barbone, chiaramente innocente. Indagano su un mistero. Siamo nel 1811, la Spagna combatte contro Napoleone, e sulla spiaggia di Cadice continuano a comparire cadaveri di donne massacrati a colpi di frusta. Il fatto è che proprio nei luoghi dove si trovano i cadaveri delle ragazze  cadono i colpi di cannone francesi. Non so dirvi altro, al punto in cui sono, ma so che lo stile di Pérez-Reverte è magnetico. E che su la Repubbica è uscita una sua intervista interessantissima (oggi che tutti vengono intervistati da tutti e su tutto è raro che le interviste dicano qualcosa): Continua a leggere »

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