24 gennaio 2011
Tempo di lettura: 1 minuto
Certe volte entro in libreria e scorro le novità con gli occhi. È una specie di celo celo manca: verifico di quali titoli non sono al corrente, quali ho ignorato nei bollettini delle novità spediti dagli uffici stampa, quali non mi hanno attratta. C’è sempre qualcosa che, dallo scaffale della libreria, mi chiama in modo particolare e diverso. Soprattutto se è una libreria di quelle che dispongono i libri come piace a me – ma di questo parlerò un’altra volta. Ieri mi è successo con il libro di Giulia Carcasi, Tutto torna (Feltrinelli, 2010, € 11,00). Continua a leggere »
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20 gennaio 2011
Tempo di lettura: 2 minuti
Non ho mai avuto troppa passione per i gialli, i thriller, i noir e qualunque storia di delitti e crudeltà. Come diceva Flannery O’Connor, per il male basta la realtà, non c’è bisogno della letteratura. Tuttavia ammetto che i gialli, come i videogiochi, hanno il salutare potere di distrarti proprio dalla realtà, quando essa lo richiede. Quando ne leggo, è per necessità di far vagare la mente in luoghi non sospetti, ove abbia certezza di non trovare specchi rivelatori né pungoli sapienti. Eppure qualche volta questo può succedere anche con un giallo. È il caso di Tua (Feltrinelli, 2010, traduzione di Michela Finassi Parolo, € 10,00), della scrittrice argentina Claudia Piñeiro, Continua a leggere »
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12 gennaio 2011
In Giappone ho ammirato la gentilezza delle persone , in particolare di chi esercitava un ruolo (commessi, impiegati delle ferrovie, camerieri, bigliettai). Ho ammirato l’accoglienza predisposta per chi ha dei bambini (in tutti i bagni trovi dei seggiolini appesi al muro su cui sedere i bimbi piccoli, e c’è sempre un fasciatoio per cambiarli) e le facilities per disabili (nelle stazioni gli ascensori, numerosi e capienti, hanno un doppio pulsante, uno ad altezza di chi sta in sedia a rotelle). Ho ammirato l’ordine, la pulizia, il rispetto: anche in mezzo a una folla non vieni calpestato, c’è sempre una bolla d’aria attorno a te, una distanza rispettata. Ho ammirato l’allegria delle miriadi di chioschi che per la strada vendono cibi di ogni tipo. Poi ho letto Un viaggio chiamato vita di Banana Yoshimoto (Feltrinelli, 2010, traduzione di Gala Maria Follaco, € 13,00). La scrittrice giapponese racconta sensazioni e ricordi dei suoi viaggi, di cui molti in Italia: Continua a leggere »
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9 gennaio 2011
Scritto da: Maria Teresa Verdirame
Isabel Allende, La somma dei giorni (Universale Economica Feltrinelli, 2010, traduzione di Elena Liverani, € 8,50). Cronaca familiare delle vicende vissute da Isabel Allende, dal marito, dai familiari e dagli amici nell’arco di tempo che va dal 1993 al 2006, dopo la morte di Paula, la figlia tanto amata. La Allende domina su tutta la tribù, che ha riunito in California, come una regina, Continua a leggere »
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23 dicembre 2010
Scritto da: Roberta Diliddo
Alessandro Baricco, Emmaus (Feltrinelli, 2009, € 13,00). Diciassette anni, un’età terribile. Non sei più bambino, ma non puoi dirti adulto. Ancora non sai cosa diventerai da grande, ma tutto ti sembra possibile. Basta volerlo, basta crederci. La forza che ci sostiene fuori dalla tana sono i valori che i nostri genitori ci hanno passato, ma che allo stesso tempo mettiamo in discussione. Le figure di riferimento del mondo adulto non sono così comprensibili, molti tormenti non si capiscono, il peso che portano sulle loro spalle sembra ingiustificato, se fossi io al loro posto… Che vertigini, che ansia! Bobby, Luca, il Santo e la voce fuori campo che racconta. Un gruppo d’amici molto uniti. Fanno parte della media borghesia di una città italiana non dichiarata. A saldare la loro unione un’educazione cattolica, che li porta a sentirsi migliori, più giusti. Continua a leggere »
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6 dicembre 2010
Tempo di lettura: 30 secondi
Harper Lee, Il buio oltre la siepe (Feltrinelli, 1990, € 8,00). «Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta si vince» (pag. 127). L’avvocato Atticus Finch accetta di difendere un nero accusato di aver stuprato una ragazza bianca, la più classica delle battaglie perse, nell’Alabama degli anni Cinquanta. Ma anche perdendo si vince qualcosa: Continua a leggere »
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24 novembre 2010
Scritto da: Adele D’Amato
Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?
Il libro stava lì, sulla libreria, da quando mi ricordo di aver iniziato a distinguere un titolo dall’altro. Verde, alto, copertina rigida e sgualcita: Il buio oltre la siepe. Non ho mai avuto il coraggio di aprirlo, pensavo ad uno di quei romanzi sull’America di Doris Day, con le gonne svolazzanti e i cocktail party. No, non faceva per me. Fino a quando, 30 anni dopo, leggo che To kill a Mockingbird di Harper Lee è il classico più amato dai lettori statunitensi. Bene, questo mi manca, ma come è stato tradotto in italiano? Sì, sì era proprio lui: Il buio oltre la siepe. E Harper Lee è pure una donna. Continua a leggere »
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18 novembre 2010
Come un romanzo di Daniel Pennac, il più bel libro che sia stato mai regalato a genitori e insegnanti assillati dal problema di indurre i ragazzi alla lettura, comincia così: «Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”… il verbo “sognare”….». Ma se quell’imperativo diventa negativo, come è stato tipico di una generazione e di un’epoca, ecco che tutto cambia: Continua a leggere »
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16 novembre 2010
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Domani arriva in libreria La settima onda di Daniel Glattauer (Feltrinelli, 2010, traduzione di Leonella Basiglini, € 16,00). L’ho letto due sabati fa, grata del privilegio di averlo in anteprima: aspettavo il ritorno di questo autore (classe 1960, giornalista e scrittore viennese) da febbraio, dopo il suo primo libro, Le ho mai parlato del vento del Nord. Mi aveva colpita per la capacità di penetrare le dinamiche di relazione fra un uomo e una donna e di calarle nella più contemporanea delle declinazioni, quella del corteggiamento via e-mail. Continua a leggere »
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4 novembre 2010
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Borìs Pasternàk, Il Dottor Zivago (Feltrinelli, 2007, € 9,00). «Appartenere a un tipo significa la fine dell’uomo, la sua condanna. Se non si sa invece come catalogarlo, allora possiede già la metà dei requisiti desiderabili, è libero da se stesso, con un granello in sé di assoluto» (pag. 242). Questa di Zivago, mentre parla con Lara, è una frase-aforisma che ci raggiunge da un tempo lontano. Una verità molto poco di moda, oggi, mentre tutti sembrano voler essere uguali, possibilmente tipi da tivù. Ma a leggerla e rileggerla torna la voglia (e il coraggio) di essere solo se stessi. Continua a leggere »
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