dalla strage di Srebrenica al senso della guerra e della colpa
(Marco Magini Come fossi solo)

15 gennaio 2014

Marco Magini, Come fossi solo (Giunti, 2014, € 14,00, pp. 224). Sono passati più di due anni da quando Marco Magini mi mandò un capitolo del libro che stava scrivendo. Avevo conosciuto i suoi genitori in un agriturismo toscano in cui cercavo aria buona per mia figlia convalescente, uno di quei posti in cui trovi gente appassionata, cucina indimenticabile, profumo di famiglia vera e bellezza. Solo poche pagine, Marco – virtù rara – mostrava di conoscere il valore del tempo altrui. Le lessi con timore, come sempre in questi casi: non so mentire, e di rado capita di leggere cose veramente buone. Ma quello era il caso. C’era da passare un po’ di lima ma valeva la pena di continuare a scrivere. La storia (vera) di Dražen Erdemović doveva essere raccontata. L’unico tra gli assassini della strage di Srebrenica a essere stato condannato perché reo confesso: ma reo di che cosa, esattamente?
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niente di nuovo sul fronte afghano
(Paolo Giordano Il corpo umano)

21 ottobre 2012


Paolo Giordano Il corpo umano (Mondadori, 2012, € 19,00, pp. 309). Ho iniziato a leggere il secondo romanzo di Paolo Giordano il 12 ottobre, giorno in cui è uscito, e ho finito oggi. Un tempo lunghissimo per i miei ritmi. Sono andata avanti a colpi di reni. Non è un libro che trascina. La storia è ormai nota, ma ve la riassumo: un plotone di soldati italiani parte per l’Afghanistan. Il libro descrive le emozioni prima della partenza, il primo mese nel campo in mezzo al deserto del Gulistan, le operazioni di pattugliamento, la vita nelle tende, un’epidemia di dissenteria per della carne che ha intossicato tutti. I personaggi sono, come già ne La solitudine dei numeri primi, caratteri nitidamente scolpiti, ma poco elaborati. Continua a leggere »

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una bella intervista a Arturo Pérez-Reverte

9 novembre 2010
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Tempo di lettura: 1 minuto

Non ho mai letto Arturo Pérez-Reverte, ma ho sempre nutrito una certa curiosità per uno scrittore che è stato, per 21 anni, inviato di guerra – e, mi dicono, non c’è romanzo in cui non attinga a piene mani a quella esperienza. Ho cominciato Il giocatore occulto (Marco Tropea, 2010, traduzione di Roberta Bovaia, € 20,00): la prima pagina si apre con un pestaggio descritto con tecnica da film. Forte. Duro, durissimo. Scritto in modo così serrato che pur soffrendo non riesci a fermarti. Il  comissario Tizón e un suo scagnozzo stanno massacrando di botte un  barbone, chiaramente innocente. Indagano su un mistero. Siamo nel 1811, la Spagna combatte contro Napoleone, e sulla spiaggia di Cadice continuano a comparire cadaveri di donne massacrati a colpi di frusta. Il fatto è che proprio nei luoghi dove si trovano i cadaveri delle ragazze  cadono i colpi di cannone francesi. Non so dirvi altro, al punto in cui sono, ma so che lo stile di Pérez-Reverte è magnetico. E che su la Repubbica è uscita una sua intervista interessantissima (oggi che tutti vengono intervistati da tutti e su tutto è raro che le interviste dicano qualcosa): Continua a leggere »

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