la felicità della bicicletta (diario di un viaggio)

4 settembre 2011

Te ne rendi conto quando arriva il momento di lasciarla: la bicicletta è un pezzo della tua libertà. Moltiplica la forza dei muscoli e consente il lusso di una velocità non motorizzata. È uno strumento naturale. È come cosa viva. Le borse sul portapacchi fanno parte dell’incanto: contengono il necessario. Una particella dell’abituale, un fondo di bottiglia nel mare del superfluo. Nonostante sia fine estate non serve granché, pantaloncini imbottiti per pedalare, tre magliette, una felpa pesante per la sera, un impermeabile. Il bucato steso sulla bici, la stessa t-shirt che torna come una seconda pelle, poi è l’aria a vestirti, il colore dei campi di soia e cavoli, il cappotto del granturco altissimo, le foglie di vite larghe e morbide, i meli carichi di frutti rossi. Eccoci di nuovo a pedalare lungo il Donau, il Danubio. Stavolta da Linz a Tulln, in uno scorcio di fine estate insperatamente azzurro. Continua a leggere »

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in bici sul Danubio

5 agosto 2010

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Paolo Rumiz, È Oriente (Feltrinelli, 2005, € 7,50). «In un viaggio lento tutto si riempie di simboli: la salita è penitenza, il bivio è scelta, il rettifilo introspezione. Il ponte è passaggio sicuro sull’acqua, sul pelago dell’incognito». Rumiz, che fa il giornalista ma è un viaggiatore, racconta i suoi seicento chilometri in bici col figlio, da Trieste a Vienna. Li ho percorsi anch’io, per un tratto. Passau, Inzell, Linz, Enns, Grein, Melk, quattro adulti, quattro bambini, otto biciclette lungo il Danubio, diretti a Vienna, per il fiume o tra campi di soia, orzo, mais, cavoli e frumento con le spighe gonfie ripiegate all’ingiù. Continua a leggere »

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