quale vita è degna di essere vissuta?
(John Williams Stoner)
John Williams Stoner (Fazi, 2012, traduzione di Stefano Tummolini, € 17,50, pp. 332). «William Stoner si iscrisse all’Università del Missouri nel 1910, all’età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato in filosofia e ottenne un incarico presso la stessa università , dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956». L’incipit di questo romanzo è anche la sua sintesi. È la storia storia ordinaria di un uomo ordinario, eppure si legge con famelica passione e se ne resta segnati in modo indelebile.
La vita di Stoner è marchiata dalle sue origini (figlio di contadini che approda all’università per caso, facoltà di agraria, finisce per laurearsi in letteratura e diventare professore).
È piegata da un matrimonio frettoloso e superficiale (la moglie Edith è di una freddezza quasi luciferina e i suoi comportamenti sottilmente vessatori rasentano la crudeltà).
È definitivamente scolpita da una natura incline alla resilienza più che alla lotta (Stoner si adatta alle angherie della moglie e allo stesso modo a quelle del suo superiore all’università, che finisce per distruggergli la vita accademica).
È deprivata degli affetti importanti da una debolezza mista a pigrizia (Stoner non trova il modo di coltivare appieno il rapporto con la figlia, che pure ama moltissimo).
È risarcita da un’unica passione, vissuta in quell’età in cui si è capito già troppo della vita per potersi illudere ancora (il sentimento per Katherine Driskoll, sua allieva).
Non è facile dire perché una storia del genere desti e abbia destato nel pubblico americano (uscì per la prima volta nel 1965 e fu subito un caso) una tale passione. Io so che l’ho letto come assetata e ne sentivo la mancanza in ogni pausa. Forse è perché non è un romanzo che dà risposte ma che ne pone. Una, in particolare. La più essenziale: qual è una vita davvero degna di essere vissuta?
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Fazi, John Williams, Stoner
Sei sicura, cara Francesca, che sia da leggere? A me dà tanto l’impressione che il protagonista sia uno sfigato! O sono io a essere di fantozziana memoria………..Non si capisce perchè il genere umano si immedesimi così bene in tali personaggi. Sta a vedere che nel dna di tutti noi c’è un atomo di sfiga, o forse sono io che ne ho l’allergia.
Ma Stoner non è uno sfigato! È un uomo comune. Lo sento molto più affine di tanti eroi. Certo, se vuoi evadere e sognare, forse non è il libro giusto. Se vuoi ritrovarti, invece sì.
Wow! Anche stavolta hai centrato in pieno. E adesso sta a me vedere se voglio ritrovarmi o se sono troppo paurosa per fare il passo. O forse è solo il caldo che mi sconnette la mente. E’ il caso di pensarci.