la felicità… della polenta
(una poesia di Paola Mastrocola)

4 aprile 2011
Tempo di lettura: 1 minuto

Ci sono libri che non se ne vanno mai dal comodino. Uno di questi è La felicità del galleggiante di Paola Mastrocola (Guanda, 2010, € 13,00), una raccolta di poesie da aprire e riaprire. Stavolta la perla che ne è rotolata fuori sono questi versi dedicati al gesto semplice di preparare la polenta. E colgono la sensazione speciale di essere vivi che si sprigiona da ogni piccolo fare per gli altri. Continua a leggere »

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tagliarsi in due per rinascere:
una poesia di Wislawa Szymborska

29 marzo 2011
Tempo di lettura: 3 minuti

Leggo il blog di un’amica, oggi parla di Wislawa Szymborska, poetessa polacca Premio Nobel, poetessa magnifica, quasi quint’essenza di poesia, quasi Rilke. Nel disordine della mia libreria, fra le doppie file che disperano, non trovo la raccolta che cerco (era Discorso all’ufficio oggetti smarriti, Adelphi), ma rintraccio di lei un volumetto Scheiwiller (2003, traduzione di Pietro Marchesani, € 11,00). Ogni caso, s’intitola, ed è a caso che lo apro, come sempre, annuso, lascio uscire, e una poesia mi trafigge, di una precisione chirurgica, in questo attimo. Ve la regalo. Ma leggetene altre, leggetela ancora. Continua a leggere »

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essere fiore

25 gennaio 2011
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[1927, Alma, mia nonna, a 5 anni nella sua prima foto. Aveva paura che la camera la catturasse lasciandola per sempre incollata su quel cartoncino].

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Tempo di lettura: 3 minuti

Il giorno del funerale di suo padre, lei aveva già perso l’abitudine a uscire di casa: da anni un figlio malato l’aveva inchiodata alla villa di famiglia. Infilato il cappotto, si accorse di non avere pronta una borsetta; rovistò nell’armadio, prese la meno malandata e la imbottì di fogli di giornale, tra le risa mie e di mia sorella: «Cosa c’è da ridere, sciocche! Non posso mica portarla vuota». Si diede due pizzicotti sulle guance, surrogato del fard ai tempi di guerra, e fu pronta. Era abituata ai funerali, la nonna Alma. Prima un bambino nato morto. Poi il marito: se n’era andato che lei non aveva 50 anni, lasciandole quattro figli e una montagna di lettere spedite dalle petroliere su cui aveva navigato per tutto il loro matrimonio. Infine i genitori, accuditi fino a  una vecchiaia centenaria. Forse per questo, ora che il funerale era per lei, la nonna era così bella. Diritta nella bara come nella vita, Continua a leggere »

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in qualche modo farò

16 gennaio 2011
Poesia scelta da: Adele

Anna Achmatova, La luna allo zenit e altre poesie (Passigli poesia, 2007, € 28,00)

E la parola di pietra è caduta
Sul mio petto ancor vivo.
Non è nulla, vi ero praparata,
In qualche modo farò.

Oggi son molto occupata:
Bisogna uccidere il ricordo fino in fondo,
Bisogna che l’anima diventi di pietra,
Bisogna di nuovo imparare a vivere.

Ma non è questo… Il sussurro ardente dell’estate.
Pare una festa dietro la finestra.
Da lungo tempo presentivo questo giorno
Chiaro e la casa vuota
1934

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la poesia è un bastone per cogliere frutti

11 gennaio 2011
Tempo di lettura: 30 secondi

Cuore parole, poesie di poeti bambini d’Italia commentate da Bruno Tognolini (Mondadori, 2010, € 9,00). «Intorno a noi, nell’infinito mondo di fuori, e in noi, nell’infinito mondo di dentro, ci sono miriadi di cose invisibili. Noi non riusciamo a vederle con gli occhi, ma per qualche misterioso dono sappiamo che sono lì. E come l’uomo ha preso in mano un bastone, una mattina milioni di anni fa, per cogliere i frutti più alti che neanche saltando riusciva a raggiungere, così ha inventato la poesia: un bastone per cogliere i frutti delle cose invisibili» (pag. 5). Sento dire: “non leggo poesia, mi fa soggezione”. Continua a leggere »

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Lentamente muore

13 dicembre 2010
Scritto da: Annalisa Liuzzi
Elenco delle cose che renderebbero migliori le donne e gli uomini se tutti le mettessimo in pratica.
Un titolo malinconico per una perla poetica che è in realtà un Inno alla Vita.
Lentamente muore di Pablo Neruda
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

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Vivian Lamarque: poesie come fiocchi di neve

11 dicembre 2010
Tempo di lettura: 1 minuto

Vivian Lamarque, Alessandro Sanna Poesie di dicembre (Emme Edizioni, 2010, € 14,90). Vivian Lamarque ha il dono di far sgorgare la poesia dalle parole più semplici (e Alessandro Sanna permette di “vederla” grazie ai suoi  sognanti acquarelli). Questo libro raccoglie 12 componimenti da leggere e far leggere ai bambini, sono belli da declamare ad alta voce, perfetti uno dopo l’altro. Perché sono in crescendo. Parlano della neve, del gelo, della tristezza dell’albero di Natale che al posto delle stelle del cielo ha lucine che lo scottano. E dietro la magia delle feste fanno capolino il gelo vero, Continua a leggere »

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una poesia a richiesta: País de la ausencia

14 novembre 2010

Mi scrive Carmelo chiedendo se in Canto che amavi, la raccolta di poesie della poetessa cilena Gabriela Mistral, tradotte per la prima volta in italiano da Matteo Lefèvre e pubblicate ora da Marcos y Marcos, c’è anche País de la ausencia e mi chiede di poterla leggere qui. In via eccezionale, sì. E vi consiglio di comprarlo, questo libro, perché Gabriela Mistral non si smette di esplorarla, una volta scoperta. Continua a leggere »

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muri che crollano
versi tratti da 100 poesie dalla DDR

11 novembre 2010

Tempo di lettura: 30 secondi

Quando l’abbiamo abbattuto, non sapevamo

quanto era alto

dentro di noi

C’eravamo abituati

a quell’orizzonte

E all’assenza di vento

Alla sua ombra nessuno

faceva ombra

Ormai siamo qui

senza più scuse.

100 poesie della DDR (Isbn Edizioni, 2010, € 19,00).

Questa poesia di intitola Il Muro, l’ha scritta nel 1990 Reiner Kunze, poeta che fuggì dalla ex Repubblica democratica tedesca. Parla del muro di Berlino, crollato il 9 novembre 1989. E dei muri che crollano dentro di noi: Continua a leggere »

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per la prima volta in italiano
Gabriela Mistral Canto che amavi

10 novembre 2010
Tempo di lettura: 2 minuti

Domani escono, tradotte in italiano per la prima volta, alcune poesie di Gabriela Mistral: è una poetessa cilena nata nel 1889, faceva la maestra, e nel 1945 ricevette, prima donna delle Americhe, il Nobel per la letteratura. Marcos y Marcos ora pubblica una sua raccolta, Canto che amavi (domani sera, alla Palazzina Liberty di Milano, la casa editrice organizza un reading con lettura e musica). Nelle poesie di Gabriela Mistral ci sono il mondo agricolo, le donne, la natura, la Patagonia, i sentimenti e naturalment l’amore – in sfumature sottilissime, nostalgia e attesa in Canto che amavi, che dà il titolo alla raccolta;  il senso di perdita in un amore lasciato  seccare  (Assenza); l’ingorgo dei sentimenti inespressi  (L’amore che tace). Ma qui vi leggo La pagliuzza, versi che sembrano voler infilzare le nostre quotidiane insoddisfazioni.

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