il Giappone e i ciliegi in fiore

24 marzo 2011
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Sulla spiaggia di Enoshima un cartello mostra un’onda stilizzata, ricorda quella dipinta da Hokusai; terremoto = tsunami, c’è scritto, e una freccia dice di correre verso il punto più alto. Il 4 gennaio con un cielo azzurro primavera è difficile cogliere il senso di quell’avviso. Sugli scogli la gente è in gita, sopra le teste è tutto un volo, da noi sarebbero gabbiani, qui sono falchi. Una famiglia raccoglie granchi per cena, i giapponesi mangiano tutto quel che si muove nel mare. L’ho visto al mercato del pesce di Tokyo, un infinito catalogo di creature ignote alle nostre pescherie. La ferocia con cui ogni animale è sfilettato vivo mi atterrisce, non so conciliarla con le ciotoline da casa delle bambole in cui verrà servito con leggiadro senso estetico. Del resto come si concilia la violenza dei samurai e il loro vanto nella cerimonia del tè? Continua a leggere »

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日本 la campana di Capodanno a Kyoto

31 dicembre 2010

In Giappone l’ultimo dell’anno è una festa intimista, in tivù ci sono programmi di canzoni strappacuore, per le strade silenzio, a cena come piatto augurale una ciotola di soba, spaghetti simili ai nostri alla chitarra preparati in brodo con qualche verdura. Poi tutti al tempio scintoista. Noi siamo a Kyoto e abbiamo scelto Chion-ji, dove si trova la campana più grande del Giappone, servono 17 monaci per suonarla, indossano un saio marrone e infradito ai piedi, alcuni senza calze. Raggiungiamo la campana nel parco del tempio attraversando un boschetto illuminato dal riverbero della neve, Continua a leggere »

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日本 cose e parole

31 dicembre 2010

Il torii del tempio Meiji, a Tokyo. Un kanji.

L’ingresso al tempio di Kiyomizudera, a Kyoto.

Un kanji fotografato nel tempio di Asakusa a Tokyo.

Un torii, l’entrata ai templi shintoisti, nel parco dei templi di Nara.

Una scritta alla stazione di Nara.

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日本 d’oro e d’argento

30 dicembre 2010

Il cielo bianco di oggi non è riuscito ad appannare l’emozione della vista del tempio di Kinkaku-ji,  detto il Padiglione d’oro. Siamo a Kyoto e questa è una meta d’obbligo, l’ex buen retiro di uno shogun, costruito nel 1397, e diventato dopo la sua morte e per suo volere un tempio. In realtà l’edificio a pagoda ai bordi di un composto laghetto immerso tra pini giapponesi e tappeti di muschio che ci lascia a bocca aperta è stato ricostruito nel 1955, dopo che un monaco gli aveva dato fuoco. Identico all’originale, pare. E di certo bellissimo. Il terreno attorno è delimitato da recinzioni in bambù, ora verde e fresco ora secco e color oro, grosse canne legate tra loro con semplici corde. C’è un culto della natura che si rischia di fraintendere: qui le piante sono ovunque, Continua a leggere »

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