Buoni insegnanti, cattivi insegnanti.
Cattive pratiche, buone pratiche

15 settembre 2017

Guido Dell'Acqua, buone pratiche, DSA

 

Scritto da: Francesca Magni

Mami, ho una notizia bella e una brutta.
Vai con quella brutta.
La nuova prof di latino.

È la sera del terzo giorno di scuola. Liceo classico, secondo anno.

Si lascia cadere sulla poltrona di velluto blu e fissa le punte dei piedi mentre sua sorella – liceo classico, primo anno – infila le scale ripetendo l’alfabeto greco a velocità da Guinness. Parlare veloce è la sua specialità, qualunque cosa dica.
Il greco è bellissimo, sentenzia salendo i gradini a due a due.E il mio prof è fantastico.
Canticchia qualcosa, poi la sentiamo chiudere la porta della camera e accendere la musica.
Allora, Filippo, che succede?
La prof di latino parla troppo in fretta, mi perdo.
E poi?
Dice che vorrà i paradigmi a memoria e che bisogna saperli correndo senza stare a pensarci. Che ci farà fare tutti gli esercizi del libro fino all’ultimo e ne aggiungerà altri, come ha già atto in un’altra classe. Che interrogherà due persone alla cattedra ma chiamerà sempre qualcuno anche dal posto. E ha raccontato che quando andava a scuola, aveva sempre paura.
Mmmh.
Secondo me tra le righe voleva dire che avremo paura anche noi.
E poi che altro ha detto?
Ci ha dato dei verbi da analizzare in pochissimo tempo. Erano 10, sono riuscito a farne 2.
Te li ha chiesti?
Sì. Mi ha detto di leggerli ad alta voce ma ero così agitato che non ci sono riuscito.
E poi?
Mi ha chiesto un verbo composto, laudatum iri. E io ho fatto una domanda un po’ assurda.
Quale?
Ho chiesto se era “laudatum iri” o “laudatumiri”.
Eh…
I miei compagni hanno riso. Lei mi ha lanciato uno sguardo terribile e ha detto Faccio finta di non aver sentito. Secondo me è che io stavo guardando il buco al posto della ciambella.
E lei ti ha umiliato.
Filippo tace, incassa il collo nelle spalle e contrae i muscoli del viso per non piangere.
È così, ti ha umiliato, e non avrebbe dovuto.
Magari domani le dico che sono dislessico e che non deve farmi leggere a voce alta.
È una buona idea, Filippo. Puoi dirle anche che per rendere meglio hai bisogno di non avere paura.
Ma ho paura anche a dirglielo.
Pensa a quando sei in pedana e devi combattere con uno grosso e magari mancino, che tiene la spada con la sinistra.
Giusto, penserò alla scherma. Grazie mami.
E la cosa bella?
Ah, sì, abbiamo una nuova prof di inglese, è bravissima. Aspetta, ti faccio vedere una cosa.
Vola in camera sua e torna trionfante con il quaderno degli appunti.
Guarda, non avevo mai capito la differenza tra “since” e “for” e lei ha fatto questo e finalmente ho capito.
Mi mostra uno schema con delle frecce, una indica un periodo che continua, l’altra un momento di inizio.
Ci pensi?, bastava così poco!
Ora sorride. I buoni insegnanti esistono. Li vinci, qualche volta, alla lotteria della scuola.

Nella foto in alto: un passaggio di un intervento di Guido Dell’Acqua del Miur sul tema “La valutazione didattica dei ragazzi con DSA”. Qui una delle slide dedicate alle buone prassi nell’insegnamento

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