Benedetta Cibrario Sotto cieli noncuranti

3 giugno 2014
Scritto da: Serena

Benedetta Cibrario Sotto cieli noncuranti (Feltrinelli, 2010, € 8,50, pp. 254).
Ho appena letto Sotto cieli noncuranti di Benedetta Cibrario. Ci sono arrivata per caso, non particolarmente colpita da titolo o copertina. Fatta una selezione di libri in biblioteca mi è capitato in mano anche questo. Ricordo di aver pensato che il formato è maneggevole e abbastanza leggero per i viaggi in treno (avevo in mano anche un mattone che sto leggendo ora…).

Il libro non narra solo la storia di Matilde, 12 anni, riflessiva ed acuta, una lieve malinconia da dipanare in un contesto dove accade una tragedia: una sera d’inverno la madre muore travolta da un’auto mentre porta a spasso il cane.

La madre di Matilde muore ‘sotto un cielo noncurante’, un cielo che lascia accadere le tragedie e che fa incrociare il destino di tutti i personaggi del romanzo. Un bambino precipita dal balcone della sua casa perché voleva imparare a volare, il magistrato è chiamato ad indagare sul caso e lascia la moglie a casa senza aver portato a termine il suo compito: è lui che la sera porta fuori il cucciolo di labrador che tanto le figlie hanno voluto.
Anche Violaine, giovane psicologa che lavora per la polizia, indaga sul caso del bambino morto per la trascuratezza di una madre che lascia la finestra aperta dopo aver fumato o per un folle gesto categorizzabile come Sindrome di Medea. Violaine è un personaggio positivo, energia sferzante che porta all’intreccio un carico emotivo importante e che permetterà alle 3 ragazze sofferenti di cercare un equilibrio temporaneo in una vacanza. Magistralmente inseriti i luoghi, le atmosfere….Torino nei luccicanti giorni precedenti al Natale, la prima neve per le strade, le località di montagna della Valle d’Aosta tra piste da sci e neve che abbaglia sotto il solito cielo noncurante, dall’inizio alla fine.

Un messaggio semplice, chiaro come il latte che Matilde non vuole bere: “Non è un odore. È una puzza. Bella e buona. Puzza di stalla. È l’odore che deve avere. Normale.”
La semplicità dei gesti della gente di montagna lava via il dolore e lo rende normale, come la puzza del latte appena munto, qualcosa da bere per poter stare poi meglio.
Un libro bellissimo.

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