il confine sottile fra compiacere e lasciarsi abusare
(Christine Angot Una settimana di vacanza)

30 giugno 2013

Christine Angot Una settimana di vacanza (Guanda, 2013, traduzione di Guido Scarabottolo, € 13,00, pp. 105). Non conoscevo Christine Angot. Se ho aperto il suo libro è stato per reazione alla recente sbornia di pessimi libri: tutti, per giunta, lunghi. Questo centinaio di pagine si legge in mezz’ora, e lascia tracce.
Ci sono un lui e una lei dei quali non è detto il nome. Trascorrono una breve vacanza insieme. Fanno sesso, molto sesso. Ogni tanto ristorante, qualche breve gita culturale. Chi siano si può dedurre, ma non è l’essenziale: lo scopo è che rappresentino. Una relazione. Tra un uomo maturo e colto e una ragazzina, potrebbero essere un professore e la sua allieva, forse liceale. Lui la soggioga psicologicamente e fisicamente, le dice di amarla, le parla della altre sue donne, finge di concederle le sue confidenze più intime. Le usa una crudeltà sottile e mascherata, violentissima. Lei è sotto incantesimo, subisce un fascino perverso che le fa fare tutto ciò che lui chiede, anche quello che lei lo aveva pregato di non fare.
È una novella Justine ma senza la briosa inclinazione alla scoperta che rendeva l’eroina di De Sade vittima ma anche lieta complice. Quel tipo di rapporto qui perde ogni nobiltà letteraria ed esistenziale, si scarnifica nella pura descrizione dei gesti e delle cose che lui le dice. Lei è la donna senza stima di sé, la ragazzina desiderosa di un padre, cappuccetto rosso preda del lupo. Così arriva a rappresentare l’essenza più cruda della più comune distorsione d’amore.
È un libro che turba e conturba sin dalle prime righe («È seduto sulla tavoletta di legno bianco del water, la porta è rimasta socchiusa, ha un’erezione. Ridendo tra sé e sé, toglie dall’involto di carta una fetta di prosciutto cotto che hanno comprato al minimarket del paese e se la posa sul pene. Lei è in corridoi, lui la chiama»).
Non capisci dove ti voglia portare. Ma a poco a poco senti che qualcosa di te è messo a nudo, qualcosa di ogni donna e di ogni uomo. L’istinto a compiacere il maschio. Il bisogno di essere al centro dell’ammirazione della femmina.

Piaceri connaturati, ma facili a rovesciarsi in inganno. Piaceri in nome dei quali è ricorrente calpestare e essere calpestati.
Credo che questo libro voglia scioccare. E guidare lungo quella sottile linea di confine al di là della quale è perversione e abuso; ma al di qua, può semplicemente significare amarsi secondo le rispettive, diverse nature.

Mi piacerebbe confrontarmi con qualcuno che lo ha letto. Quindi scrivetemi, se lo fate.

Scritto da: francesca Magni

Post letto 1239 volte
Tags: , , , , ,

2 commenti a “il confine sottile fra compiacere e lasciarsi abusare
(Christine Angot Una settimana di vacanza)”


Scrivi un commento



*




Segui questo link per ricevere nuovi post dal blog!